TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 25 maggio 2019

Nico Orengo. Poeta della pagina e della vita



Dopo le note disavventure, riprendiamo a postare cose belle, come questo contributo di un nostro caro amico, fotografo di grande talento, che ci racconta di un altro amico che purtroppo non c'è più.

Alberto Cane

Nico Orengo a dieci anni dalla scomparsa

Il tempo vola. Già dieci anni!
In occasione dell'anniversario è stato pubblicato questo libro "Nico Orengo, poeta della pagina e della vita" un lavoro corale al quale hanno collaborato gli amici più cari, ognuno seguendo la propria sensibilità nel far rivivere ricordi di fatti e atmosfere. L’intento condiviso da tutti è stato quello di restituire un’immagine di Nico, sorridente e ironico, qual era nella vita e nell’arte, al di fuori di ogni retorica. Molte fotografie.
Il 30 maggio ai Giardini Hanbury si terrà una Giornata di studi in sua memoria "La somma di tutti paesaggi"
https://www.facebook.com/events/2167753516594958/
Di più sul mio blog http://albertocane.blogspot.com/…/nico-orengo-dieci-anni-da…

Il mio breve intervento

Re: Cartucce da volpe

Successe che qualcuno gli fece avere "La Gazzetta di Isolabona" che avevo realizzato assieme a dei ragazzini in un periodo di forzato riposo dopo un incidente stradale. E di quel foglio - ne erano usciti già parecchi numeri - forse lo colpì l'ironia leggera e spensierata che affiorava nei titoli e nel testo. Così Nico si mise subito in contatto con me via email. Rimbalzavano quei messaggi, fra domande sue e risposte mie, e per pigrizia di entrambi quel Re: cartucce da volpe rimase a lungo l'oggetto, anche quando da quell'argomento (si riferiva a mio padre che fu il primo a Isolabona a cacciare un cinghiale sparandogli con cartucce da volpe) eravamo passati ad altri e altri ancora. Chiedeva, e io se potevo l'accontentavo.

Finalmente ci incontrammo, proprio a Isolabona al ristorante Piombo, per la presentazione de "La curva del latte". Sala stracolma e, sorpresa, gli facemmo trovare in carne e ossa personaggi e parenti di personaggi che aveva raccontato nel romanzo. Correva l'anno duemiladue. Cominciò lì la nostra amicizia. E da allora ogni reincontro era una festa, fosse per un libro fosse per una cena o per entrambe le cose come di solito succedeva. Lo convincemmo addirittura, lui che non amava la montagna, a fare scampagnate nei boschi lassù in alto, e così scoprì, con stupefatta meraviglia, lati della Liguria interna che non immaginava.

Poi cominciammo a fantasticare e non furono solo castelli in aria perché certe fantasie un po’ folli le facemmo avverare. Come il ritrovamento, sotto gli occhi di una grande folla in visibilio, di un'enorme anguilla colorata e la performance de "Il barone rampante" sulle rive del Merdanzo brulicante di personaggi in costume. Muoveva a divertimento grandi e piccini, com'era l'intima linfa della sua scrittura. E continuò a farci divertire anche due anni dopo che se n'era andato, quando inscenammo "Islabonita" e in contemporanea gli intitolammo una piazzetta in maniera così antiretorica che di sicuro gli sarà scappato un lieto sorriso di compiacimento.

#nico_orengo #giardini_hanbury