TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 6 novembre 2021

L'incontro di Savona (1969) e i rapporti tra la Massoneria e il Vaticano

 


Appunti sulla storia della Massoneria in Italia


Giorgio Amico

L'incontro di Savona (1969) e i rapporti tra la Massoneria e il Vaticano


Verso la fine del 1968 padre Rosario Esposito (1921-2007), già autore di libri e articoli sulla Massoneria, redige un lungo documento di una trentina di cartelle, “Dialogo con la Massoneria”, che viene poi inviato a esponenti della chiesa cattolica, giornalisti e ai vertici del Grande Oriente d'Italia. Lo scritto suscita vivo interesse in ambiente massonico anche se non è ben chiaro se si tratti di una iniziativa del tutto privata o di un tentativo ufficioso da parte della Chiesa di instaurare un dialogo. Il Gran Maestro in carica, Giordano Gamberini (1915-2003), decide comunque di cogliere l'occasione e verificare. Dopo oltre due secoli di ostracismo da parte della Chiesa il fatto è oggettivamente rilevante Per Gamberini, il documento rappresenta «la prima pubblica confessione di “apertura” di un cattolico italiano verso la Massoneria». 1

Considerato uno spiritualista, Gamberini, vescovo della minuscola Chiesa Gnostica d'Italia fondata nel 1945 da Mario de Conca, già nel 1961 all'atto dell'assunzione della Gran Maestranza aveva posto la riconciliazione con la Chiesa come uno dei suoi principali obiettivi, essendo gli altri il riconoscimento del Grande Oriente d'Italia da parte della Gran Loggia “madre” d'Inghilterra e il superamento dello scisma del 1908 mediante la riunificazione con la Massoneria di Piazza del Gesù. 2

Va detto che Giordano Gamberini è figura controversa e ancora oggi discussa. Esponente del PSDI, sospettato di essere vicino ad ambienti legati alla CIA, è lui che agevola l'ascesa all'interno del GOI di Licio Gelli e lo inserisce ai massimi vertici dell'istituzione. 3 Ma questo, vista la complessità del tema, sarà argomento da approfondire in altra occasione. Restando all'argomento di oggi, va notato come Gamberini sia da sempre un deciso avversario del laicismo non privo di punte anticlericali tradizionalmente tipico del GOI. 4 Fautore di una Massoneria più vicina al modello inglese, egli aveva già nel 1967 provveduto a far adottare una nuova Costituzione e nuovi Regolamenti, oltre che a operare una revisione dei rituali dei primi tre gradi. Lo scritto di padre Esposito è l'occasione che egli ricerca da tempo di stabilire contatti con la Chiesa e dunque va colta senza indugi. Immediatamente vengono presi contatti con ambienti vaticani che si dimostrano disponibili ad un incontro.

Nella massima riservatezza viene istituita una commissione mista incaricata di verificare le possibilità di un dialogo tra le due istituzioni. Ne fanno parte per la Chiesa cattolica oltre a padre Esposito, don Vincenzo Miano, professore di filologia presso la Pontificia Università Salesiana, e padre Giovanni Caprile, gesuita, redattore de La civiltà Cattolica su cui ha pubblicato molti articoli sulla massoneria. Se la Chiesa mette in campo una delegazione di alto profilo culturale, ma non direttamente rappresentativa dei vertici ecclesiastici, il Grande Oriente d'Italia schiera invece i suoi principali esponenti: oltre al Gran Maestro, Giordano Gamberini, il Gran Maestro Aggiunto Roberto Ascarelli e Augusto Comba, Gran Sorvegliante e professore di Storia del Risorgimento all'Università di Torino. 5 Nessuno dei tre è cattolico. Come si è visto, Gamberini è vescovo della Chiesa gnostica con il nome iniziatico di Tau Julianus, di religione ebraica Ascarelli, mentre Comba è un esponente della Chiesa valdese.

La commissione si riunisce due volte. L'11 aprile 1969 presso la casa del Divin Maestro di Ariccia e il 17 maggio a Roma a Villa Malta, sede de La Civiltà Cattolica. Al di là della conoscenza reciproca fra esponenti di due istituzione che dal Settecento si erano sempre aspramente contrapposte, i risultati concreti restano modesti.

Poco dopo, il 15 giugno a Savona nella sala del Cinema Astor si tiene un gremitissimo dibattito fra Giordano Gamberini e Padre Esposito organizzato dalla Loggia Sabazia n.96 6 in occasione delle celebrazioni per il centenario della sua fondazione. È il famoso incontro di Savona, dalla forte valenza simbolica, ma di fatto privo di effetti concreti. L'incontro in effetti è fortemente sbilanciato: da una parte il massimo esponente della Massoneria italiana, dall'altra un padre paolino, eminente storico ma sconosciuto ai più e soprattutto presente a livello personale. Certo, senza l'autorizzazione dei massimi vertici vaticani l'incontro non si sarebbe potuto tenere, ma ufficialmente la Chiesa come istituzione non risulta in alcun modo rappresentata. Anzi, con la prudenza tipica di quegli ambienti, da Oltre Tevere si era fatto pervenire per mezzo di Padre Miano all'allora vescovo di Savona, monsignor Parodi, la raccomandazione a sottolineare “il carattere privato” della partecipazione di padre Esposito ad una iniziativa della Massoneria.

Il 5 luglio successivo Gamberini verrà invitato a partecipare all'incontro cattolico-massonico di Einsiedeln, piccolo centro svizzero vicino a Zurigo. Un'ampia informazione sul convegno apparirà sul numero di luglio 1969 della Rivista Massonica, organo ufficiale del GOI, diretta dallo stesso Gamberini.

Sembra l'inizio del disgelo, tanto che ancora oggi in ambito massonico molti ritengono (e qualcuno lo ha anche scritto) che il famoso interdetto papale di Clemente XII, del 1738 ma più volte rinnovato dai suoi successori, sia stato abolito. In realtà non è così. Anche se la Chiesa ha di fatto abbandonato agli ambienti integralisti la propaganda antimassonica spesso connotata da un esplicito antisemitismo, nulla è cambiato nella sostanza. I massoni restano scomunicati e ai cattolici è vietato aderire alla Massoneria. A ribadirlo, il 26 novembre 1983 (quindi ben 22 anni dopo “l'incontro” di Savona), è l'allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio) cardinal Joseph Ratzinger il futuro papa Benedetto XVI con la Dichiarazione che riportiamo in appendice.



Appendice:

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

DICHIARAZIONE SULLA MASSONERIA

È stato chiesto se sia mutato il giudizio del Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore.
Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie.
Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.
Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73, 1981, p. 240-241).
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.

Joseph Card. RATZINGER
Prefetto
Fr. Jérôme Hamer, O.P.
Arcivescovo tit. di Lorium
Segretario


Note


1. R.Esposito, La riconciliazione fra Chiesa e Massoneria, Ravenna, Longo Editore 1979, p. 42.

2. Aldo A. Mola, Storia della Massoneria italiana, Milano, Bompiani 1997, pp. 715-16.

3. Cfr. gli Atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia massonica P2 e in particolari le audizioni di Francesco Siniscalchi e dello stesso Gamberini.

4. Un esempio delle posizioni dell'ala anticlericale del GOI è offerto dagli scritti del savonese Aldo Chiarle (1926-2013), socialista, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia, insignito del 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato.

5. Augusto Comba, cofondatore della rivista massonica l'Ipotenusa e del Centro Ricerche storiche sulla Massoneria di Torino, è autore di una vasta serie di saggi e volumi sulla Massoneria fra cui di particolare interesse “Valdesi e Massoneria : due minoranze a confronto”, Torino, Claudiana Editrice, 2000.

6. Le logge del Grande Oriente d'Italia sono contraddistinte da un nome e da un numero progressivo di fondazione a partire da quando la Massoneria si ricostituisce dopo la parentesi buia della persecuzione fascista. La Loggia Propaganda 2 deve così il suo numero, non come spesso si legge alla presenza di una Loggia P1, ma al fatto di essere stata la seconda loggia del GOI ad essere ricostituita ufficialmente. La prima era stata la Loggia Santorre di Santarosa n.1 all'Oriente di Alessandria.