Presentato
ieri a Savona il grande studio in due volumi di Angelo Nicolini sulla
Savona medievale. L'opera, straordinaria per la ricchezza della
documentazione, presenta un quadro vivissimo degli ultimi due secoli
di vita del libero Comune savonese. Qui di seguito un estratto della
Prefazione del Prof. Giovanni Assereto.
Dalla Prefazione di
Giovanni Assereto
Dai primi anni Ottanta
del secolo scorso Angelo Nicolini è andato via via pubblicando un
gran numero di articoli, spesso piuttosto corposi, riguardanti il
commercio, la navigazione e le manifatture savonesi nel basso
medioevo: articoli nei quali, se Savona è certamente la
protagonista, lo sguardo spazia non di rado su orizzonti più ampi.
Lo stesso si può dire per una sua solida monografia apparsa nel
2010, Lana medievale, che non a caso reca come
sottotitolo L’industria tessile savonese e l’Europa.
Una così lunga rincorsa,
lo si intuiva, doveva presto o tardi consentire a Nicolini di
spiccare un gran salto, cosa che è avvenuta con questo volume, il
quale da un lato raccoglie e condensa molti frutti delle sue
precedenti ricerche, ma dall’altro le supera nettamente e perviene
a un risultato tale da far pensare che, per parecchio tempo, sarà
difficile aggiungervi qualcosa e men che mai oltrepassarlo.
La quantità dei temi
trattati è impressionante. Se l’indice del libro, molto
dettagliato, ci esime dal compito di elencarli minuziosamente, va
comunque sottolineato come quasi ogni aspetto della vita della città
in due secoli abbondanti– ma in realtà su un arco temporale ancora
più ampio – sia preso in esame e sviscerato a fondo:
dall’organizzazione del territorio urbano e suburbano ai più
diversi aspetti della cultura materiale, dalle varie articolazioni
della società alle forme di gestione e di spartizione del potere
politico-amministrativo, e all’economia. La quale ultima è senza
dubbio la grande protagonista di questo volume in tutte le sue
manifestazioni: agricoltura, approvvigionamento alimentare,
manifatture, commercio, trasporti, navigazione, armamento marittimo,
finanza e credito, meccanismi monetari.
Queste diverse realtà
sono state ricostruite e analizzate sulla base di un imponente
spoglio documentario: Nicolini ha attinto in primo luogo – come è
ovvio– all’Archivio di Stato di Savona (e in subordine a quello
di Genova), ma ha scavato con cura anche in numerosi archivi
stranieri, estraendone notizie di grande interesse e originalità.
Nell’Introduzione, rivendica giustamente tale merito: «tutto il
materiale primario su cui questo libro si fonda è di origine
archivistica», e «ciò significa che la storia tardo-medievale
della nostra città è stata totalmente riscritta, basandola su
informazioni di prima mano».
In particolare, gli atti
dei notai savonesi, grazie alla straordinaria competenza con cui sono
stati interrogati, rappresentano la miniera che è stata sfruttata
più a fondo e con maggiore successo. Ma la ricerca archivistica è
stata continuamente affiancata e supportata dall’esame di una
bibliografia vastissima, scelta accuratamente e ben “digerita”,
peraltro senza la preoccupazione di mostrarsi ad ogni costo
aggiornati e di inseguire qualche metodologia à la page:
perché, come nota maliziosamente l’Autore, «uno dei pochi
vantaggi del non appartenere al mondo accademico è quello di non
dover assecondare le correnti storiografiche del momento».
In realtà questo storico
non accademico e per così dire “dilettante” si mostra poi
perfettamente in grado di dialogare con i grandi maestri – Fernand
Braudel, Carlo M. Cipolla, Raymond De Roover, Giuseppe Felloni,
Edoardo Grendi, Jacques Heers, Jacques Le Goff, Roberto Lopez,
Federigo Melis, Michel Mollat, Charles Verlinden – e in generale
con la migliore produzione dei “professionisti” (…)
(Da: Angelo Nicolini, Savona alla fine
del Medioevo (1315-1528), Città del silenzio edizioni, 2018, pp.
17-18)