TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 17 dicembre 2009

Mussolini socialista ad Oneglia


Benito Mussolini giovane socialista

Concludiamo il nostro viaggio nella Oneglia operaia e socialista dell'inizio del secolo scorso iniziato ieri (Tre lettere da Oneglia di Benito Mussolini), ricostruendo il breve, ma significativo, periodo trascorso nella città ligure dall'allora giovane esponente socialista Mussolini tra il marzo e il luglio 1908.


Giorgio Amico

Benito Mussolini socialista ad Oneglia

Agli inizi del Novecento la cittadina di Oneglia rappresenta il più importante centro industriale dell'estremo ponente ligure. I suoi stabilimenti oleari, i pastifici, la ferriera, le fabbriche meccaniche, i cementifici, le vetrerie e i cantieri navali le valgono l'appellativo di “piccola Manchester” e contribuiscono, grazie alla presenza di una numerosa e compatta classe operaia, al rapido diffondersi in città e nel circondario degli ideali socialisti.


Il porto di Oneglia agli inizi del Novecento


I socialisti onegliesi, stretti attorno alla figura carismatica di Giacinto Menotti Serrati, rappresentano uno dei punti di forza del socialismo ligure e, tra i primi in Italia, già nell'anno 1900 conquistano il Comune che terranno fino al 1902.

Nel 1908 Oneglia, che come la contigua Porto Maurizio è nuovamente governata dai socialisti, è nel pieno del suo sviluppo. La vita culturale e politica è intensa. A “La Lima”, il giornale socialista fondato nel 1893 da Serrati che vanta tra i suoi collaboratori personaggi del calibro di Edmondo De Amicis, Angiolo Silvio Novaro e Angiolo Cabrini, si contrappone il “Giornale Ligure” emanazione del circolo degli industriali.

Il 2 marzo 1908 giunge a Oneglia Benito Mussolini, da poco rientrato dall'esilio svizzero, che tramite un ufficio di collocamento di Milano ha trovato un posto precario e mal retribuito di insegnante di francese e di istitutore presso un istituto tecnico.

Nonostante le ristrettezze economiche, la nuova sistemazione appare soddisfacente. Il giovane, d'altronde, è avvezzo a vivere in povertà, condizione tipica di gran parte dei militanti socialisti di allora, e la città gli appare accogliente.

Borgo Peri agli inizi del Novecento

“Ad Oneglia mi ambientai facilmente – scriverà nel 1911 – Il Comune era amministrato dai socialisti. Simpatica città dalla gente franca e ospitale! Ne avrò sempre nel cuore la più grata delle ricordanze!”. (1)

Appena arrivato Mussolini si mette in contatto con la sezione socialista. Nonostante il suo passato burrascoso di agitatore estremista, egli si impone subito all'attenzione dei compagni anche grazie ad una lettera di presentazione molto elogiativa di Giacinto Menotti Serrati. “Egli fece a tutti un'ottima impressione – scrive Manlio Serrati in una lettera al più celebre fratello – per cui entrò subito in confidenza con ognuno di noi, ciò che del resto prevedevo perché gli amici tuoi sono cari a tutti i vecchi e nuovi compagni di Oneglia”. (2)

Quasi subito inizia la collaborazione a “La Lima”.Nonostante non riceva al pari degli altri redattori alcuna forma di retribuzione, non è tuttavia una collaborazione del tutto disinteressata. Nei suoi progetti, che peraltro non nasconde, gli articoli sul giornaletto ligure devono servire a imporlo all'attenzione dei dirigenti nazionali del partito e permettergli di inserirsi stabilmente e professionalmente nell'ambiente giornalistico.

“Ho saputo da tuo fratello Lucio – scrive in una lettera a Serrati – che ti è stata proposta la direzione della “Provincia” di Mantova e che l'hai rifiutata per ragioni personali e di partito. Credi che io potrei assumermi tale compito? Se si, proponimi, se no lascia cadere e non farne parole. Nota che sarei disposto ad accettare un mensile di molto minore di quello che ti si offriva... per vedere se mi è possibile d'introdurmi nel giornalismo quotidiano...”. (3)

La carica di entusiasmo e la ferrea determinazione che Mussolini mette in questo suo impegno giornalistico sono travolgenti. Ben presto al giovane (ha appena 25 anni) forlivese viene affidata la direzione del giornale che egli trasforma radicalmente.

“La sera stessa che gli fu conferito l'incarico – ricorderà trent'anni più tardi uno dei redattori – egli radunò i cinque o sei redattori e fece loro questo discorso: Ho accettato ilo mandato della Sezione. Badate però che intendo esercitarlo sul serio. Il giornale non deve più essere aperto ad una collaborazione irregolare per cui chi arriva prima in tipografia consegna e fa pubblicare il suo manoscritto, qualunque sia l'argomento e il contenuto. L'indirizzo e il tono del giornale saranno di mia sola competenza. Ognuno di voi avrà un incarico ben preciso, una rubrica ben definita, e tutti gli scritti passeranno al mio vaglio. Se accettate, bene, diversamente declino la nomina e non ne parliamo più”. (4)

I quattro mesi di attività de “La Lima” mussoliniana – egli lascerà Oneglia nel mese di luglio – si caratterizzano per la varietà dei temi trattati e per la violenza dei toni. Pur spaziando in una molteplicità dei campi gli articoli di Mussolini, che egli firma con lo pseudonimo di “Vero Eretico”, appaiono soprattutto ispirati al più sfrenato anticlericalismo, nonostante l'avvocato Secondo Gissey, consigliere comunale socialista e redattore del giornale, tentasse inutilmente di convincerlo che pure gli atei avevano il dovere di rispettare le opinioni altrui.

Con il mese di giugno e la conclusione dell'anno scolastico al giovane insegnante di francese viene sbrigativamente comunicato che la scuola non intende rinnovargli l'incarico per l'anno successivo. In seguito Mussolini dichiarerà che tale decisione era dovuta alle pressioni esercitate dal Prefetto, allarmato dal tono incendiario dei suoi articoli.

Il 1° luglio 1908 Mussolini lascia definitivamente Oneglia, non senza essere stato prima calorosamente festeggiato dai compagni di partito con un banchetto d'addio. “Alla fine – scrive “La Lima” - il compagno avvocato Bruno, con parola commossa ed elevata, espresse al partente l'affetto suo e dei Socialisti onegliesi per chi aveva saputo sostenere la nobile battaglia giornalistica contro gli avversari. Si augurò di riaverlo presto fra noi e concluse inneggiando al Socialismo. A lui rispose con frase sicura e commossa il festeggiato”, (5)

Mussolini restò ancora per molto tempo legato alla città (dove pare avesse anche intrecciato una relazione amorosa con una prosperosa fanciulla) e alla “Lima”, alla quale continuò a collaborare fino al 1913 inviando complessivamente tredici articoli.

Il 28 settembre 1913 Mussolini, da parecchi mesi ormai direttore dell'Avanti, torna a Oneglia per tenere un comizio al Politeama De Amicis a sostegno della campagna elettorale dell'amico avvocato Giovanni Bruno. Davanti a un uditorio numerosissimo ed entusiasta, l'ormai affermato giornalista e uomo politico, denuncia violentemente il “girellismo” [trasformismo] dei politicanti borghesi che fanno dell'impegno politico lo strumento per soddisfare i loro interessi personali. Al termine Mussolini viene portato in trionfo per le vie cittadine da una folla acclamante.


Entusiasmo che si spegne, un anno più tardi, con la repentina svolta interventista e la brusca rottura con il Partito. “Mussolini diserta il campo” intitola “La Lima” nel novembre 1914. Poi si legge: “Tacemmo finora, e di proposito, le nostre impressioni sul caso Mussolini che ha suscitato tanta bufera di discussioni poco liete e poco edificanti nel nostro partito. Tacemmo perché non ci sentivamo di imprecare contro quest'uomo che ebbimo [sic] la ventura di conoscere bene e da vicino, che ci fu compagno in parecchie delle nostre battaglie locali, che diresse per alcuni mesi questo documento continuo di fede che è “La Lima” nostra. (…) Può l'oro borghese averci rubato anche questa mente eletta? Non possiamo rispondere a questa domanda. La gettiamo insoluta e dubbiosa fra la massa operaia perché questa – passata la momentanea sosta di stupore – riprenda il cammino dell'avvenire ed impari a non giurar più sulla fede di nessun idolo e si guardi, con occhio sempre più esperto, dalle mille insidie nemiche”. (6)

Un idolo infranto, dunque. Un rimprovero per la fiducia tradita che colpì Mussolini tanto da fargli rispondere a caldo, quasi a volersi scolpare, con la seguente lettera a Giovanni Piana: (7)

Milano, 2 dicembre 1914

Caro Nanollo,
ma tu pensi realmente che io non sia più quello di ieri? Ma ti sbagli, amico mio. Leggi un po' il Giornale d'Italia. Io resto nel pensiero dei borghesi il preparatore della rivoluzione. Hanno ragione?
Venduto? E chi può comprarmi? Polemiche violente mi hanno trascinato nel fango come l'ultimo dei miserabili, mi hanno messo un pugnale in mano come il Giuda del Socialismo (…).
Non sono mica uno stinco di santo. Leggi il primo numero del mio giornale [Il Popolo d'Italia]. Io non avevo intenzione aggressive contro il partito. Chi mi ha attaccato per primo?
Caro Nanollo, io non la faccio tanto lunga. Ti voglio bene e ti prego di credere che io sono sempre un socialista. Più arrabbiato di prima.
Ciao, con affetto tuo
Mussolini (8)

Dopo il 1922 anche a Oneglia il regime fascista si accanisce contro il movimento operaio e socialista. Molti vecchi militanti che avevano conosciuto e aiutato il giovane Mussolini vengono incarcerati, deportati, costretti all'esilio. Il giornale “La Lima” viene chiuso. Diventato Duce del fascismo, Mussolini non tornerà più a Oneglia.

1. B. Mussolini, Opera Omnia, Firenze 1951-1963, vol. I, p. 264
2. R. De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Torino 1965, p. 51
3. Ibidem, p. 52
4. Il Lavoro, del 7.10.1941
5. La Lima, del 4.8.1908
6. La Lima, del 28.11.1914
7. Giovanni Piana (Nanollo), figura storica del socialismo onegliese che, bambino, ebbi ancora la fortuna di conoscere nei primi anni Cinquanta.
8. L.Ramella, Mussolini socialista ad Oneglia, Imperia 1983, p. 98