TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 26 dicembre 2009

Ricordo di Raoul Molinari


Raoul Molinari

Ricordo di Raoul Molinari

Giovedì 3 dicembre 2009, alle 18,30, presso l’Ospedale di Alba si è spento il giornalista Raoul Molinari, Presidente dell’Associazione Culturale I Cavalieri d’Aleramo e infaticabile organizzatore di eventi culturali, un personaggio di grande spessore morale ed intellettuale.

Raoul Molinari era nato il 10 giugno 1935 a Mango d’Alba da genitori cortemiliesi, Olga Caffa e Mario Molinari, medico condotto del paese. Trascorsa l’infanzia e l’adolescenza tra Mango e Cortemilia (ma soprattutto a Cortemilia dove frequentò le Scuole Medie). Diplomatosi alla metà degli anni ’50 al Liceo Govone di Alba, centrali nella sua formazione furono gl’insegnamenti libertari ricevuti da Pietro Chiodi, professore di filosofia al Govone, e le opere del concittadino Beppe Fenoglio, di Cesare Pavese e di Oreste Gallina, cantore dialettale della vita contadina nelle Langhe.
Mentre frequentava il Liceo entrò in rapporto con Giacomo Morra, il “re del tartufo”, per il quale cominciò a scrivere comunicati stampa e resoconti giornalistici. Al tempo stesso Molinari avviò una carriera di giornalista senza contratto che ha portato avanti per cinquant’anni.
Nel 1957, poco più che ventenne, fu eletto Presidente della Pro loco di Mango, mantenendo tale carica fino al 1965.
In quegli anni ideò una serie di eventi che raggiunsero un’eco nazionale, come “I cani tabui a congresso”, una sfida tra i più bravi trifolao delle Langhe; il Carnevale storico organizzato tra Mango e alcuni paesi del Sud Italia; “La giostra dei poeti”, concorso nazionale di poesia dialettale. Nel 1968 promosse il “Convegno nazionale dei bacialè” in collaborazione con il Comune di Guarene.
Al tempo stesso Molinari avviava una carriera di giornalista free lance che ha portato avanti per cinquant’anni. I suoi “scritti liberi”, analisi lucide e fortemente critiche delle trasformazioni sociali ed ambientali del Basso Piemonte e in particolare delle Langhe, furono pubblicati sulle pagine del quindicinale La Bilancia, da lui stesso fondato nel 1964 e diretto fino al 1977. Sempre nel 1964 fu tra i promotori, ad Alba, del Circolo culturale Luigi Einaudi.
Durante la sua lunga carriera ha collaborato poi per La Stampa di Torino, la Gazzetta del Popolo, Il Secolo XIX, il Corriere delle Langhe e del Roero, L’Unione Monregalese, Il Monferrato. Addetto stampa dell’Associazione Commercianti Albesi, fino all'ultimo ha collaborato costantemente con la Gazzetta d’Alba.
Negli anni Settanta collaborò con la Televisione svizzera di lingua italiana (RTSI). Nel 1979, assieme all’editore Luigi Toselli, fondò l’emittente Telecupole Piemonte della quale restò il Direttore artistico fino a 1991. In quella veste ideò programmi di successo che anticipavano i talk-show alla Costanzo: “La trattoria dei ricordi”, “Premiato caffè”, “Piazza grande”, “E le stelle stanno a guardare”, “Obiettivo agricoltura”, “Cantapiemonte” e dibattiti di varia attualità.
Ma il campo in cui Raoul Molinari ha profuso le sue migliori energie è stato la promozione economica e culturale della sua terra: le Langhe, il Roero e il Monferrato.
Dal 1971 al 1980 fu direttore di Alba Manifestazioni, ente organizzatore della Fiera del Tartufo, sotto il cui mandato ottenne dal Ministero dell’Agricoltura il riconoscimento di Fiera Nazionale.
Dal 1971 al 1980 fu direttore di Alba Manifestazioni, ente organizzatore della Fiera del Tartufo, sotto il cui mandato ottenne dal Ministero dell’Agricoltura il riconoscimento di Fiera Nazionale. La passione per i tartufi e l’amore per l’ambiente lo spinsero a farsi promotore dell’Associazione Trifolao delle Langhe e Monferrato e poi nel 1999, assieme a Giacomo Oddero, del Centro Nazionale Studi Tartufo.
Al tempo stesso organizzava la Fiera del Vino di Pasqua e la Fiera di San Martino. In quegli anni ideò il “Teatro della Fiera” che portava rappresentazioni nelle Langhe e nel Roero di opere tratte da Beppe Fenoglio, Cesare Pavese ed altri autori.
Nel 1985, tornato a Mango, fu nominato Presidente dell’Enoteca regionale “Colline del Moscato”, con sede nel Castello di Mango, conservando tale carica per diciassette anni nel corso dei quali fece del Castello un vivace centro culturale, organizzando spettacoli, feste, convegni e mostre ad altissimo livelli.
Nel 1994, subito dopo la drammatica alluvione del Tanaro, diede vita all’Agenzia di Sviluppo del Territorio e alla Società consortile Langhe, Monferrato e Roero. Fu poi tra i fondatori e primo direttore dell’Ente Turismo Alba-Bra-Langhe e Roero.
Nel 2000, assieme ad altri operatori culturali piemontesi e liguri, diede vita all’Associazione Culturale I Cavalieri d’Aleramo e all’Accademia Aleramica, restandone Presidente fino al 2009. L’idea portante dell’Associazione consisteva nella valorizzazione di quel vasto territorio che va dal Po al Mar Ligure passando per il Monferrato unito da comuni motivi storici e culturali: la Marca Aleramica.
Quest’idea ha fornito lo spunto per una iniziative di ogni genere: i Mercatini Aleramici, finalizzati a promuovere i cibi storici del territorio e le Feste Fiorite di Alba, che riprendono idealmente le tradizionali feste del maggio

Raoul Molinari è stato anche scrittore originale, autore di opere di narrativa e di saggi fra cui "Anche i pacu hanno un’anima", Mango, 2004; La Marca Aleramica. Storia di una regione mancata, Soletti Editore, Baldissero d’Alba 2008; Tobi e il tesoro del tartufo d’Alba, Araba Fenice, Boves 2009
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Così lo ha ricordato Roberto Fiori su "La Stampa" del 4 dicembre 2009:

Negli ultimi anni si era innamorato della figura di Aleramo, il leggendario marchese a cui l'imperatore Ottone I concesse tante terre quante fosse riuscito a percorrerne cavalcando senza sosta in quelle che poi diventarono le Langhe e il Monferrato. In fin dei conti, anche la vita di RAOUL MOLINARI, morto ieri sera all'ospedale di Alba, e' stata una grande cavalcata. Un continuo andare su e giu' per le colline, un incessante proporre idee nuove, organizzare manifestazioni, pubblicare libri e articoli, senza mai perdere il gusto per l'ironia e per il navigare controcorrente.
Era nato a Mango 74 anni fa dal medico condotto Mario MOLINARI e al suo paese ha dedicato gran parte delle energie. E' stato fondatore e a lungo presidente dell'Enoteca regionale del Moscato, dove ieri sera la notizia della sua morte e' arrivata coprendo con un velo di tristezza l'inaugurazione dell'Anteprima Moscato 2009. Ma anche, tanto per dare l'idea del suo genio creativo, promotore di eventi dedicati al «baciale'», il sensale di matrimoni, e di vari congressi sul tabui, il cane bastardo perfetto per scovare tartufi. Erano gli anni Sessanta-Settanta. Le Langhe stavano appena iniziando a uscire allo scoperto e MOLINARI fu un protagonista indiscusso di questa rinascita tra vini e tartufi, ma anche politica e tanta cultura. Con Sergio Miravalle a Mango organizzo' i dibattiti ironici come Erosvinando e «I messaggi in bottiglia».
«RAOUL MOLINARI - dice il giornalista e scrittore Luigi Sugliano - e' stato uno dei grandi padri delle colline: e' stato la Langa. Quella piu' bella, quella piu' vera, senza troppi lustrini, trucchi, passerelle, luci distorte».