TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 5 novembre 2018

Agenore Fabbri. La passione della materia




AGENORE FABBRI
la passione della materia
a cura di Riccardo Zelatore e Sandro Ricaldone

Entr’acte
via sant’Agnese 19R – Genova
7 – 30 novembre 2018
orario: mercoledì-venerdì 16-19

inaugurazione: mercoledì 7 novembre 2018, ore 18

Nella ricorrenza del ventennale della scomparsa di Agenore Fabbri ((Quarrata, 1911 – Savona, 1998) Entr’acte partecipa al ciclo di mostre “Agenore Fabbri. La passione della materia” curato da Riccardo Zelatore, che vede protagoniste l’ArtGallery La Luna di Franco Carena e Alessandro Capato (Borgo San Dalmazzo, 20/10/2018-13/1/2019), Balestrini Arte Contemporanea di Alessandra e Cristina Balestrini (Albissola Marina, 10/11/2018-13/1/2019).

Attorno al “Personaggio lunare”, una scultura in bronzo del 1962, esempio fra i maggiori della ricerca compiuta dall’artista in ambito – a dispetto del titolo - non schiettamente figurativo, la mostra riunisce disegni e schizzi appartenenti a due distinti periodi.

Il primo, riferito ad un arco temporale che dal 1949 si protende nel decennio successivo, è rappresentato anzitutto da due chine di matrice astratto-biomorfa, caratterizzate da svolgimenti sinuosi e da un sapiente gioco fra pieni e vuoti, cui fanno seguito tre abbozzi a carboncino ritraenti animali tratteggiati con un segno pesante, secondo un impianto nel quale l’espressività marcata si coniuga con un dinamismo di stampo futurista, ben noto all’autore che dopo il trasferimento dalla Toscana ad Albisola, nel 1932, aveva potuto incontrare in quella sede taluni fra i principali esponenti di quel movimento.

La seconda congiuntura si colloca invece attorno al 1960, illustrata da una sequenza di tecniche miste su carta d’impronta segnatamente informale, ove la memoria della figura, ancora avvertibile nei primi fogli evolve gradualmente verso una pura sensibilità atmosferica.

La mostra è affiancata da un catalogo con testi critici e le riproduzioni di tutte le opere esposte nelle mostre del ciclo.