TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 30 dicembre 2018

"Caro Umberto, mi recò vera gioia il caro tuo saluto". L'ultima lettera di Bordiga a Terracini (1969).



Ieri abbiamo postato un'intervista di Giampiero Mughini a Umberto Terracini sulla figura e l'opera di Amadeo Bordiga. Nella presentazione abbiamo accennato ai fraterni rapporti intercorsi fra i due esponenti comunisti nonostante l'ostracismo del PCI. La cosa, poco nota, ha suscitato curiosità e qualche polemica. La lettera che pubblichiamo oggi, una delle ultime scritte da Bordiga che morirà l'anno seguente, dimostra come il trascorrere del tempo e le vicissitudini politiche non avessero incrinato il rapporto fraterno fra i due vecchi compagni di lotta.


Formia, 4 marzo 1969

Caro Umberto, mi recò vera gioia il caro tuo saluto per l'inizio di quest'anno ed è chiaro che convengo con entusiasmo nel tuo auspicio di tempi migliori.
Seguo le notizie della tua attività e penso che date le situazioni (quella di Lenin a riguardo, era una tirata di orecchi al mio indirizzo, ma non la ho accusata né allora né oggi), Tu procedi sempre per il meglio, come quaranta anni fa.
Ricordo bene l'affettuosa visita che mi facesti a Napoli, e di tutta la tua vecchia e solida amicizia mi compiaccio e ringrazio con cuore uguale.
Io attendo, in posizione sempre cocciuta e settaria che, come ho sempre preveduto, entro il 1975 giunga nel mondo la nostra rivoluzione, plurinazionale, monopartitica e monoclassista, ossia soprattutto senza la peggiore muffa interclassista, quella della gioventù così detta studente.
Dal canto nostro, quando avevamo quei verdi anni abbiamo fatto il meglio che si doveva.
Io non torno in quella fetida metropoli di Napoli perché spero di arrivare alla guarigione in questo clima migliore ed avere, da vivo, ancora il tempo di ribadire quanto ho nel passato difeso. Vado infatti migliorando con sicurezza e conto che il mio cervello, non certo elettronico, avrà ancora a servire a qualche cosa, non essendo del tutto astemio di scienze, di tecniche e di filosofia storia.
Ti mando un caldo ed affettuoso saluto con i migliori auguri per te insieme a mia moglie Antonietta che si prodiga per la mia cura con i più estremi sacrifici, sebbene non ricordi dopo tanto tempo te; bensì Gramsci, che per mio desiderio le impartì alcune lezioni di filosofia quando era ragazza.

Con affetto tuo
Amadeo

Permettimi di segnalarti il mio vecchio articolo scritto nel 1949, dal titolo: "Come abbiamo sempre posto la questione de 'Gli intellettuali e il marxismo'", è riprodotto nel n. 4 di "Programma comunista" testé uscito. Non penso che lo troverai nelle emeroteche parlamentari. In ogni modo a Roma si vende nelle seguenti edicole: Piazza di Spagna; Piazza Cavour; Piazza Bologna; Piazza dei 500; Piazza Croce Rossa; Via Carlo Felice; (San Giovanni) Ed. Cirioni alla Città degli Studi. Se ti dà troppa noia potrò mandartelo io se me lo dici.

Amadeo Bordiga