TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 21 gennaio 2010

Bordighera, Ricordo di Silvio Andracco



Il 7 gennaio nei locali della chiesa Anglicana a cura dell'associazione “U Risveiu Burdigotu” con il patrocinio del Comune di Bordighera, Assessorato alla Cultura, è stata ricordata nel 50° anniversario della morte la figura di Silvio Andracco il “Poeta profumiere”, con la declamazione di alcuni suoi significativi sonetti e tracciandone la figura di uomo sensibile agli usi e tradizioni dell'estremo Ponente ligure.

Silvio Andracco (Seborga 1889 – Bordighera 1960) imparò l'arte della distillazione da uno zio profumiere a Grasse e la esercitò con originalità e perizia nel laboratorio “Myres” di Bordighera, creando essenze fantasiose quali “Mimosa Myres”, “Brezzamarina” e “Oro di Seborga” che gli valsero l'appellativo di “Poeta della mimosa”.

Si dedicò inoltre allo studio del violino ma a regalargli fama e simpatia furono soprattutto le celebri cantate dei nostri Paesi che, trasformate in liriche ironiche e divertenti, svelavano pregi e difetti dei suoi conterranei. Sua è infatti la celebre parodia del bordigotto che, spaventato dall'arrivo dei Saraceni, prese a gridare: “Sciu turcu m'arendu”.