TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 28 agosto 2018

Il coraggio di essere occitano in un mondo senza più identità



A la chauma de mon clonchier”, poesie nell'occitano-alpino di Chaumont.

Giorgio Amico

Il coraggio di essere occitano in un mondo senza più identità

Ci vuole forza d'animo, coraggio e tenacia (e forse anche un poco di salutare follia giovanile) per battersi per cause che i più definirebbero senza neanche pensarci “cause perse”. E l'Occitania è una di queste, come tutti i grandi sogni, come tutte le battaglie contro un mondo monodimensionale e opprimente che da tutti i pulpiti si presenta come l'unico e il migliore possibile.

Ma in un mondo così, dove tutto è già deciso e tutti i posti occupati, per chi ha coraggio e cuore resta solo la parte del torto.

E dalla parte del torto si è seduto Alessandro Strano scrivendo ed editando una rivista di austera eleganza, ma anche risistemando vecchi sentieri e ponti dove per generazioni passarono i padri.

Lo scopriamo oggi poeta. E la cosa non ci stupisce, ché cuore di poeta occorre a chi questo mondo si ostina a volere diverso. E buon poeta, capace di scrivere versi che esprimono amore, rabbia, ma soprattutto una tenerezza musicale e gentile, grazie anche alla padronanza perfetta di quella che è la lingua poetica per eccellenza, un occitano che lui chiama di montagna, ma a noi pare antico e moderno al tempo stesso, capace di suscitare echi millenari ma anche di parlarci dell'oggi, e dunque classico.

Ostinatamente occitano, nei suoi scritti e nelle sue poesie, Alessandro si mostra lucidamente consapevole che le radici linguistiche e culturali (amorosamente coltivate e protette) non sono un muro che separa e isola dall'altro, ma un ponte che unisce, come le sue montagne da sempre luoghi di passaggio e di incontro diventate nel mondo attuale delle merci e del capitale confine, barriera, limite.

Barriere che vanno combattute e abbattute per diventare davvero umani, al di là di ogni separazione, per vincere le paure che ci fanno sentire impotenti, che ci rendono sudditi. Da buon passeur Alessandro conosce i sentieri che portano oltre i crinali, ad un altrove che è il luogo dell'animo, del nostro animo. E' lì che ci riconducono i suoi versi.

E allora il coraggio di Alessandro è proprio quello di essere, prima che occitano, uomo. Di vivere a pieno la propria umanità, aiutando noi, suoi lettori, a riscoprire la nostra. In questo sta il suo merito di poeta. Perché a questo serve la poesia: a farci sentirci davvero umani, ad aiutarci a divenire davvero umani. E a questo serve anche la lotta.

Resistença encuei (che è anche il titolo di una delle sue poesie).
Resistenza oggi e sempre.


Alessandro Strano
A la chauma de mon clonchier
(All'ombra del mio campanile)
Poesie nell'occitano-alpino di Chaumont
Impremix. Torino, 2018