Ricordo
di un ceramista che ha fatto la storia di Albisola
Mauro Baracco
...a Joe Tazzina
“Carmencita e
Caballero”
...le dita scorrono
veloci sulla tastiera di un computer che ha deciso di non ubbidire
più al suo signore e padrone; l'eroico tecnico smanetta e si accinge
a domare l'elettronico ribelle...ogni tanto l'occhietto (suo) vaga:
“scusi...Lei si interessa di arte?!...sa...io sono il figlio di
Mario Pastorino”..
Questo l'inizio di una
conoscenza occasionale che si trasformerà in amicizia e l'aprirsi di
un “mondo” di nuovi saperi ed emozioni.
In successive e più
sapienti righe, il Prof. Federico Marzinot scriverà “criticamente”
circa l'operato intellettuale della figura che oggi andiamo a
ricordare; al sottoscritto, parziale testimone di un tempo trascorso,
interessa unicamente cogliere l'occasione per alcune riflessioni che
saranno universalmente considerate banali ma...a me va così ed in
assoluto disordine vado ad esporle:
Ottimo che questo omaggio
a Mario Pastorino si concretizzi parallelamente a questa fase delle
celebrazioni per il Centenario della nascita del Maestro Asger Jorn
ed alla serie di eccellenti iniziative promosse in proposito ad
Albisola e Savona, considerato il rapporto che in quel tempo
intercorse tra queste due figure di “belli uomini”.
Lo testimoniano le
immagini in bianco e nero di allora e le parole scritte da Mario
alla sorella Piera dalla lontana Danimarca, nella quale si era recato
nel 1959 con Eliseo Salino per posizionare la bella, gigantesca ed
universalmente nota opera ceramica di 27 metri di lunghezza eseguita
dal vichingo Maestro alla San Giorgio di Albissola Marina per lo
Statsgymnasium di Aarhus.
Mi piace altresì
considerare questo momento come un corale ringraziamento rivolto a
tutti i “coraggiosi” (ben sapendo quanto il coraggio, spesso, sia
dettato da esigenze assolutamente poco romantiche) che in tempi
implacabilmente difficili seppero portare avanti, tra mille
difficoltà, l'antica arte figulina, essenza di questo territorio
(basti riflettere sul fatto che l'attività del giovanissimo Mario
inizia in pieno periodo bellico, nel 1944, all'ICA di Albisola
Superiore).
In questa stessa fabbrica, il ragazzo assunto come
apprendista assumerà successivamente il ruolo di capo del settore
produttivo...legittimo pensare che i tempi del conflitto e della
successiva ricostruzione fossero quanto mai selettivi rispetto le
qualità e capacità dei singoli.
Immagino, scrivendo “due
righe in libertà” per Mario Pastorino, di rivolgere un pensiero un
po' meno distratto a tanti Amici che pur vivendo in tempi diversi ho
con lui condiviso: cito per tutti Emilio Scanavino, Wifredo Lam,
Attilio Mangini, Agenore Fabbri, Ansgar Elde.
Son contento (posso usare
questa definizione assai poco paludata?!) dell'occasione di questo
mio scrivere perchè con un po' di sana prepotenza mi permette di
esprimere un concetto che mi è particolarmente caro: spesso e
volentieri, quando si parla delle donne e del loro ruolo nel campo
dell'arte ceramica, si tende amabilmente/misoginamente a sminuirlo a
quello della “donna modesta” e/o tutt'al più “femmina
collaboratrice di...”..ecco quindi servite: Geinin che forgia i
macachi in Pozzo Garitta, le decoratrici in posa all'Alba Docilia, le
povere criste che dispongono o camallano file di pignatte sulla
spiaggia di Albissola per metterle ad asciugare e/o caricarle sui
vecchi leudi.
Tutto molto coreagrafico ma la donna è stata ed è
altro e la figura di Mirella Fiore, compagna di vita e collaboratrice
di Mario Pastorino, ne è testimonianza. Prima di tutto per il dato
assolutamente concreto di essere stata anch'essa promotrice in prima
persona della nascita dell'Azienda di famiglia e poi...
...decora qualunque
supporto ceramico: pannelli, giare, fioriere...probabilmente anche
quel suo cognome è un segno dell'ineluttabilità della cosa
ma...guardate il vaso del Cunfeugo, la tradizionale cerimonia laica
savonese, da lei prodotto nel 1998 e nel quale è raffigurata
l'attività dell'antica Zecca savonese; è solo decorazione o
possiamo sprecare anche qualche aggettivo in più?!...
Felicissimo infine che la
prima presentazione di queste opere e del volumetto che le
accompagna, avvenga in Pozzo Garitta: centro storico del paese
figulino, centro della fatica di tante generazioni di donne e uomini,
centro dei migliori avvenimenti culturali del tempo migliore
anch'esso..
Vado a terminare queste
mie un po' superflue considerazioni, ringraziando gratificato per
la richiesta che me ne è stata fatta...ma...ho l'impressione che
Caballero e Carmencita di Mario Pastorino mi sorridano...meglio che
chiuda qui.