Giorgio Amico
Sui monti di Vendone dove sventolano ancora le bandiere
della “Cascione”
Con Andrea, Giuliano,
Donatella e Vilma siamo saliti ieri a Curenna di Vendone, al Casone
dei Crovi, sotto le pendici meridionali del Castellermo, montagna
sacra degli antichi liguri, millenario luogo di raccolta delle
mandrie nella stagione della transumanza, ancora oggi frequentato
come alpeggio.
Qui, in un luogo
impervio e di una selvaggia bellezza, trova riparo dopo l'8 settembre
“a banda du Megu”, il primo gruppo partigiano dell'Imperiese
comandato da Felice Cascione.
In questo cascinale,
circondato da castagni secolari, nel dicembre 1943, pochi giorni
prima di Natale, nasce “Fischia il vento”, il più bello dei
canti partigiani.
Una storia, quella della
Brigata Cascione, preservata, gelosamente e con pudore, come si fa
con le cose care, dagli abitanti della montagna e che noi
racconteremo riprendendo le pagine ingiallite di un piccolo libro dimenticato,
uscito clandestinamente nel gennaio 1945, nel fuoco di quegli
avvenimenti tragici e gloriosi.
Dal Roia al Pennavaire
dal Tanaro all'Impero dietro le bandiere della “Cascione”
(Di guerriglia per la
pace siamo fieri partigian)
Fummo dappertutto. Sulle
coste dirute ad attendere il passaggio del nemico, sui passi
obbligati delle strade dell'interno, nei paesi piccoli e grandi della
nostra terra avara e aspra.
La nostra occupazione
raggiunse in giugno ed in settembre i limiti più vasti. Solo una
breve striscia costiera verso la quale si spingevano le nostre forze
d'assalto non fu nelle nostre mani. Solo le città sulla riva del
mare, non proibite al nostro coraggio, rimasero al nemico.
Le vicende della
battaglia che dura ormai da sedici mesi, ci hanno portato in tutti i
luoghi, ci hanno insegnato tutte le vie.
Ora l'inverno, il secondo
nemico, ci sta di fronte.
Ma ne l'inverno, ne il
rastrellamento che infuria più feroce che mai potrà distruggerci.
Non potrà vincerci l'infinito protrarsi della nostra tragedia.
Perchè dal Roia al
Pennavaire, dal Tanaro all'Impero dietro le Bandiere della “Cascione”
marcia insieme ad una falange di prodi la schiera luminosa dei nostri
caduti.
Dietro le Bandiere della
“Cascione” verso la gloria e verso la vittoria.
FELICE CASCIONE
(era bello come un
eroe antico)
In un
cimitero di montagna, nascosto tra i castagni e le rocce, c'è una
tomba senza nome. Rozze pietre disposte a segnare il luogo dove giace
un eroe, e proteggere una bara ignota. Lassù
da un anno è spenta la meravigliosa giovinezza di Felice Cascione.
Aveva
affrontato col coraggio che aveva fatto di lui il suscitatore della
guerriglia imperiese, i tedeschi attaccanti, e primo, del pugno di
uomini che gli era rimasto fedele anche dopo l'infuriare del freddo e
dei primi rastrellamenti, era passato all'attacco.
Acceso
dal sacro furore che anima gli eletti aveva scagliato contro i nazi
con la sua maledizione il fuoco dell'arma.
Ed
era caduto sul prato che aveva visto il suo primo assalto, con una
gamba spezzata, rimasto ad attendere la morte perchè sottrarsi non
era più possibile.
Così
era finito uno di quegli uomini superiori che nei momenti più grandi
della vita di un popolo alzano la bandiera della Patria, e dietro ad
essa trascinano la schiera dei figli migliori.
Ma la
fiamma della ribellione arse più viva, e percorse luminosa tutte le
valli, discese terribile sino al mare a colpire sempre più duramente
il tedesco.
E
innanzi a quel pugno sparuto divenuto un esercito, vigile, animatrice
fu la sua splendida e leggendaria figura.
Chi
non lo aveva conosciuto in città o in montagna apprese di lui dalla
voce dei Commissari, e dalla voce del popolo che pietoso raccoglie le
memorie dei suoi eroi.
Dalla
voce del popolo che aveva visto l'atleta dagli occhi dolcissimi e
dalla barba fluente discendere come un missionario a curare i malati,
a comporre i dissidi, e pronunciare sempre una parola buona e
animatrice.
Perchè
un po' dappertutto quando si ricorda “u megu” una lacrima brilla
negli occhi di una madre, un sospiro ed un proposito di lotta agita
il petto di un giovane.
Perchè
un po' dappertutto dietro le bandiere della Cascione è alitato il
suo spirito ed affermata la sua eredità di battaglia.
(continua)