Proponiamo la stimolante
nota di Franco Astengo sulla questione Toti e le nostre
considerazioni in merito.
Franco Astengo
Liguria e questione
morale
Premessa la debita
considerazione di garantismo e di colpevolezza da dichiarare soltanto
al momento di sentenze passate in giudicato il terremoto giudiziario
che sta devastando la Liguria politica e imprenditoriale non può
rimanere sotto silenzio.
Ancora una volta la
magistratura si è mossa in un'ottica di supplenza della politica e
l'analisi dei diversi intrecci rilevabili dai provvedimenti
giudiziari fin qui assunto consentono alcune precise affermazioni
proprio sul piano politico:
1) dagli atti fin qui
portati avanti dall'autorità giudiziaria appare rilevarsi il profilo
di un vero e proprio "sistema di potere" collocato ben al
di fuori da un contesto di esercizio della responsabilità
democratica. Le scelte fin qui compiute dal Presidente della Regione
Liguria nel corso del suo mandato hanno avuto l'evidente destinazione
proprio del consolidamento di questo sistema di potere attraverso
scelte di carattere corporativo sia sul piano economico sia sul piano
delle destinazioni territoriali (ultima in ordine di tempo ma non
ultima per importanza quella della destinazione della nave
-rigassificatore a Vado Ligure);
2) Questo sistema di
potere (da confermare giudizialmente ma ben presente sul piano
politico) può sfruttare ( e fin qui ha sfruttato) il mutamento di
natura dell'Ente Regione che proprio in Liguria ha assunto
caratteristiche particolarmente spiccate. Attraverso l'elezione
diretta del Presidente della Giunta (che poi mezzi di comunicazione
di massa e giornali hanno facilonescamente definito "Governatore")
ha definito la fisionomia dell'Ente in soggetto di nomina e di spesa
(anziché di coordinamento legislativo come stava nelle intenzioni di
chi aveva proceduto a normare l'indicazione costituzionale);
3) In questo intreccio
tra potere di nomina e potere di "elargizione di spesa" può
diventare facile l'introduzione di un sistema di potere capace di
connettere politica e affari in vari campi ( per quel che riguarda la
Liguria oltre al sistema infrastrutturale realizzato in particolare
attorno al porto di Genova non può essere dimenticato il tema del
rapporto pubblico/privato in sanità: tanto per fare soltanto degli
esempi).
Questi sono alcuni dei
temi politici suggeriti dall'avanzare dell'inchiesta che ha messo a
soqquadro vertici istituzionali, economici e imprenditoriali in
Liguria.
Il pensiero non può che
correre all'affare Teardo di oltre quarant'anni fa: anche in quel
caso emerse un ritardo della politica nell'individuare responsabilità
e natura dei fatti (così la magistratura già svolse un ruolo di
supplenza) in una fase in cui l'approccio alla modernità mutava la
natura dell'antica questione morale di marca democristiana: in allora
ci si fermò presto e non si riuscì a vedere oltre il fatto locale
(pur molto rilevante). Eppure dietro l'angolo ci stava Tangentopoli
Giorgio Amico
Ritardo o morte della
politica?
Caro Franco,
qui di seguito alcune
riflessioni a caldo su quanto accaduto a Genova e sulle tue
considerazioni-
Rispetto al caso
Teardo, qui siamo oltre. Teardo rappresentava un gruppo di
potere all'interno del PSI ligure. Oggi, se le accuse saranno
confermate in giudizio, è il cuore della portualità e quindi
dell'economia ligure a essere coinvolto. Ci troveremmo dunque di
fronte non semplicemente ad un uso disinvolto o criminale del potere politico per fini
personali, ma un sistema di gestione dell'economia regionale che va dai
grandi lavori pubblici, alla speculazione edilizia, passando per
la gestione di terminal e aree portuali.
Stando a quanto al
momento comunicato il perno attorno a cui ruota la vicenda sarebbero
infatti alcune grandi operazioni economiche già in atto o in via di
progettazione e non l'azione amministrativa del presidente della
Regione che semmai avrebbe avuto, sempre che le accuse siano confermate, il ruolo di facilitatore dell'iter burocratico e non certo del regista occulto.
Secondo gli atti
processuali Teardo imponeva le sue scelte nel quadro di un
progetto amministrativo e di potere ben preciso e la cosa aveva dunque una sua
centralità politica anche se deviata,
Qui, sempre secondo
quanto fatto circolare dagli inquirenti, più che un sistema di
potere e di governo locale, saremmo in presenza di un personaggio
pubblico pronto a fornire i suoi servizi a chi lo sponsorizza e
lo finanzia.
Detto questo che, se
vuoi, è colore, non credo si possa parlare di ritardi della
politica, ma di totale assenza della politica. Il fatto è che
probabilmente non c'è regione in Italia dove ormai non prevalgano
logiche simili che sono prima di tutto il frutto della morte dei
partiti come comunità di persone e luoghi di elaborazione collettiva
di un progetto di società e di governo.
La frammentazione
sociale, di cui la passività ormai quarantennale della classe
operaia è la principale manifestazione, si rivela ogni giorno e in
mille modi anche come frammentazione di una politica dove ai
partiti si è costituito il personaggio salvifico, l'uomo solo
al comando, lo showman che buca lo schermo, il boss padrone di
pacchetti di voti dalla provenienza dubbia.
Teardo rappresentava,
qualunque cosa si pensi in merito della sua vicenda, l'estrema
degenerazione di una storia gloriosa .e quasi secolare, questi personaggi,
solo la propria miseria individuale.