Ragazza israeliana rapita il 7 ottobre (e poi assassinata)
A PROPOSITO DI ISLAMOFILIA
di Michele Nobile
Ferma restando la giusta richiesta di cessazione delle ostilità, sono atterrito dal fatto che in queste proteste circolino posizioni che in pratica - ma anche consapevolmente - siano di sostegno ad Hamas. Atterrito per il presente e ancor più per il futuro.
Specialmente chi non da ieri ha sostenuto la causa palestinese e ne conosce la storia, ha la responsabilità di prendere una posizione cristallina e rigorosamente conseguente nella pratica nei confronti di Hamas e fare alcune domande agli studenti che inneggiano alla resistenza palestinese (cioè Hamas e soci).
La reazione israeliana al pogrom di Hamas e soci era perfettamente prevedibile e, a meno di non considerare i capi di Hamas dei perfetti idioti, essi non possono non aver messo in conto che sarebbe costata alcune decine di migliaia di morti.
È paradossale, ma la verità è questa: Netanyahu sarà pure il carnefice, ma i mandanti della strage sono i capi di Hamas.
E quindi: si vuole dire o no che Hamas e alleati sono co-responsabili della strage?
Si vuole dire o no che Hamas e alleati sono nemici del popolo palestinese che pretendono di rappresentare? Nemici che ci si deve augurare siano eliminati dagli stessi palestinesi?
Si vuole dire o no chiaro e forte che l’azione di Hamas è soci è il più grande pogrom antisemita dopo il genocidio hitleriano? E che nulla, ma proprio nulla, può giustificarla? Che questo è un orrore, e che la barbarie non si valuta solo con la proporzione dei morti?
Quando si tace su questo o quando la condanna di Hamas è solo formale - e subito indebolita dall’accusa di genocidio rivolta a Israele, passando sopra la logica genocida di Hamas – ci si rende complici di un’azione antisemita, di un prolungamento dell’Olocausto nazista. Inconsapevolmente, ma non per questo la realtà cambia, non per questo non si crea un precedente, che predispone a non vedere la barbarie del mondo in tutte le sue forme.
E cosa vuol dire nel 2024 «Palestina libera»? Libera da chi? Dagli ebrei? Uno Stato islamico?
Ci si vuol rendere conto che il problema non è solo il sionismo ma anche l’islamismo politico? E che Hamas e soci sono nemici di qualunque ragionevole soluzione della tragedia palestinese, si tratti due Stati o di uno Stato binazionale o confederale?
Quali disastri politici autoinflitti attendono una generazione di militanti che non riesce a porsi queste domande?
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