F.T. Marinetti e Tullio Mazzotti
N.Diulgheroff e T. Mazzotti
T. Mazzotti, Boccale
Proseguendo nell'omaggio al movimento futurista, la madre di tutte le avanguardie artistiche del Novecento, Vento largo ricorda oggi Tullio Mazzotti ripubblicando ampi stralci di un articolo apparso nell'ormai lontano 1971 su "Liguria, rassegna dell'attività ligure".
Ricordo di Tullio Mazzotti
Tullio S. Mazzotti, albisolese, figlio di Giuseppe, bresciano, era nato ad Albisola nel 1899. cresciuto alla scuola del padre, che nel 1903, dopo le esperienze di Albisola, Spotorno e Napoli, aveva iniziato la lavorazione delle maioliche per suo proprio conto, ed a fianco del fratello Torido, seguace del movimento futurista ed autore di grandi ceramiche, esordì, dopo esser stato anche allievo della scuola di Faenza che conserva sue opere nell'omonimo Museo della Ceramica, alla famosa Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali Moderne di Parigi (Grand Palais, 1925), ed alla non meno nota Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza (Villa Reale, 1925). A Parigi, attraverso la tipica e suggestiva Sala Ligure, vennero messi in luce i suoi boccali ed altri suoi manufatti unitamente alle cose d'arte nostrana degli anni ruggenti o folli, ed a Monza, Attraverso la nutrita Sezione Ligure, i suoi vasi ed ancora i suoi boccali.
Nel suo saggio "Savona Futurista" (Agosto '69) Giovanni Acquaviva testimonia che "Tullio consolida dalle sue ceramiche plastiche forme d'artefici pur futuristi d'altre città: assieme a quelle di Farfa e mie, ceramiche di Munari, Fillia, Prampolini, Diulgheroff". D'altra parte in "Quando la Liguria era diventata futurista" (Settembre 1969) Carlo De Benedetti attesta che Tullio di ritorno dall'Internazionale di Parigi del 1925 "non ebbe più esitazioni e passò il Rubicone: da quel momento fu futurista sin nel midollo delle ossa". Tutto ciò è comunque ampiamente documentato dalle "ceramiche futuriste", notevoli per forma sintetica e geniale decorazione, che il Mazzotti espone alle seguenti principali mostre: Marinetti ed i suoi trentatè Galleria Pesaro, Milano '29: Internazionale delle Arti Decorative, Monza '30; Gruppo Genovese d'Avanguardia a Futurismo Sintesi, Galleria Vitelli, Genova, 1931; Triennale di Milano, 1936; Internazionale delle Arti Decorative, Padiglione Italiano, Parigi, 1937.
N.Diulgheroff e T. Mazzotti
Particolarmente interessante, in proposito, risulta il commento di Gemma Roggero Monti - unica esponente femminile del movimento futurista genovese della seconda ondata, immortalata dal cartopittore e poeta recod Farfa (Vittorio Tommasini), "nelle sintetiche ore passate coi sintetici amici del gruppo Sintesi di Genova ad Albisola il 1° Febbraio 1931", con questo fulmineo profilo: "Sintesi"/con la Roggero-Monti/fiera/alfiera/portabandiera/della grande fiamma - che puntualizza la nuova visione del ceramista e del pittore: "Le sue ceramiche sono nuove: nuove di concezioni e di linee. La guerra, la macchina, l'aviazione furono per Tullio d'Albisola vasti campi ove alla sua fervida e geniale fantasia era facile raccogliere larga messe d'ispirazione".
T. Mazzotti, Boccale
In chiave di completa adesione al futurismo - futurismo considerato ieri come "unico movimento rivoluzionario di marca italiana nel quale, chi abbia veramente talento, può affermarsi con vera originalità" (E. Rossaro), ed oggi come movimento il cui prestigio "è indubbiamente in rialzo e l'operazione si ripercuote sulle ultime generazioni, anche perchè il retroterra storico è ormai riconosciuto: Il futurismo è anzi disputato ed ecco un critico francese (segno buono, anche se irritante) chiamarlo questo movimento francese nato da genitori italiani" (M. Calvesi) - Tullio d'Albisola elabora e realizza il monumentale "Esaltazione plastica dell'Architetto Sant'Elia", i giganteschi pannelli della "Allegoria" e delle "Corporazioni" (in collaborazione con N. Strada); la serie di piatti murali (Della "Primavera", di "Noli", ecc.); la serie dei boccali (del "Bevitore, dell'ingranaggio", ecc.); la serie delle figure caricaturali e delle maschere popolari; la patetica coppia degli oranti del grande calamaio "Cave Adsum"; e tanti altri manufatti minori.
Se Albisola fu centro irradiante della ceramica futurista, che valse a sconvolgere le calme acque della produzione italiana ed a smuovere quelle stagnanti delle nazioni vicine - e qui debbo ricordare le significative parole di F.T. Marinetti e T.S. Mazzotti: "Albisola, capitale ceramica d'Italia dove una doppia velocità di automobili autobotti treni elettrici e motoscafi eccitati dal salto in paese che fa il ponte sul torrente forniscono fantasiosamente il più denso e fusibile blu marino" - Tullio d'Albisola fu veramente il ceramista, anzi l'aeroceramista, che diede forma, con carattere di primogenitura, al multitattilismo ceramico (manufatti palpabili); alla simultaneità ceramica (contrastante o armonizzante); alla suggestione ceramica (accentuazione cromatica).
Dalla tastiera cromatica futurista Tullio d'Albisola trae infatti le note più alte per elevare il suo squillante e travolgente inno. Con l'oroceramico, con l'indacoceramico e col blu marino traduce in realtà i canoni del Manifesto Futurista, materializzando, in cifra coloristica, il "cielo tipo Capri" ed il "mare tipo Portofino", da "vendere o regalare alle funebri gelate fangose città nordiche".
Dalla tastiera poetica futurista Tullio d'Albisola ricava ancora i suoni più netti per innalzare la sua gioiosa e schioppettante lirica. Laureato da Marinetti, con tanto di "casco di alluminio", poeta-record, per aver vinto il circuito lirico di Torino, partecipa, successivamente, alla prima edizione "Lito-Latta" di poesie futuriste in veste metallica con sintesi ottiche, ed anche alla seconda, con testi lirici. Scrive altre opere sintetico-futuriste e, più tardi, stende notevoli articoli e monografie sull'arte ceramica, collaborando anche all'Eniclopedia dei Ceramisti, di A. Minghetti. La sua collana di studi sulla ceramica di Albisola comprende, naturalmente, "La ceramica futurista" (Officina d'Arte, Savona, 1939), e si estende ai ceramisti della rinascita ai presepi d'Albisola, alle ceramiche Mariane, alla ceramica popolare ed ai profili dei ceramisti.
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(Da: Vitaliano Rocchiero, La perdita di Tullio Mazzotti, Liguria, Genova, giugno 1971. Ora in: Carlo De Benedetti, Il Futurismo in Liguria, Sabatelli Editore, Savona 1976)