Apparati scenici
allestiti in chiese e oratori per la Settimana Santa o altre
particolari celebrazioni liturgiche, come l'adorazione eucaristica
delle Quarantore, costruiti utilizzando materiali poveri (legno di
castagno, cartapesta, tela, cartone), i cartelami rappresentano il più autentico punto di contatto fra arte e devozione popolare in quella porzione di Mediterraneo che dalla Catalogna arriva alla
Toscana. Una splendida mostra in corso a Palazzo Ducale li rende ora
finalmente fruibili.
Il Gran Teatro dei
Cartelami. Scenografie tra mistero e meraviglia
Palazzo Ducale,
Appartamento del Doge
11 maggio – 25
agosto 2013
Dall'11 maggio al 25
agosto Palazzo Ducale presenta la mostra Il Gran Teatro dei
Cartelami. Scenografie Tra mistero e meraviglia.
Allestita
nell'Appartamento del Doge, l'esposizione - curata da Franco Boggero
e Alfonso Sista, della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Liguria - è un'occasione unica per
scoprire i cartelami, particolari scenografie così chiamate in
Liguria perché costruite con il cartone.
Dette décors o
monumentos. in altre regioni dell'Europa mediterranea, sono apparati
- in mostra saranno esposti oltre cento pezzi - per lo più di gusto
popolare, legati a particolari momenti del rito cristiano, come la
Settimana Santa e l'adorazione eucaristica delle Quarantore.
Tra il XVII e il XIX
secolo, la loro produzione ha una grande varietà di soluzioni
compositive e ricorre ai più diversi materiali di supporto: oltre al
cartone, il legno, la tela e la latta. Il materiale conosciuto e
schedato si è fatto molto più consistente negli ultimi anni, grazie
anche al protrarsi delle ricerche condotte sul campo dai tecnici
della Soprintendenza.
Il crescente
interesse per questi apparati ha portato a recenti restauri in
Catalogna e nei Pyrénées-Orientales, nel Nizzardo e nelle Alpi
Marittime, nonché in Corsica, in Sardegna e in Toscana. In mostra, i
materiali liguri sono posti a diretto confronto con quelli delle
altre aree europee, mettendo così in evidenza differenze e tratti
comuni.
Nei cosiddetti
Sepolcri della Settimana Santa, l'allestimento è risolto talvolta in
chiave prospettica, con una successione di tendoni o di schermi
dipinti, come nei monuments di Espira-de-Conflent e di Fontpédrouse,
nel Roussillon francese (la zona di Perpignan, ai confini coi
Pirenei).
In Corsica si possono trovare invece pavillons concepiti
come piccoli ambienti praticabili, decorati al loro interno da finti
cicli di affreschi (in realtà, dipinti a tempera su tela): una
tipologia rappresentata, in mostra, dal Sepolcru settecentesco di San
Damiano di Ampugnani - nella regione boscosa della Castagniccia, a
sud di Bastia - realizzato quando l'isola era ancora sotto il Dominio
genovese.
In Liguria sono molto frequenti le libere
composizioni di sagome in cartone (i cartelami in senso stretto), ma
sono stati anche riscoperti veri e propri "teatri sacri"
composti di boccascena, quinte e fondale, pensati per ambientarsi
senza sforzo nello spazio architettonico di una chiesa.
Emblematico
il caso dell'apparato di Ligo, nelle vicinanze di Albenga, e
addirittura clamoroso quello del "Sepolcro Istoriato" di
Laigueglia, davvero colossale - raggiunge i 15 metri d'altezza - e
completamente smontabile. Nel Savonese, in particolare a Sassello, e
nel Nizzardo (ma anche nelle Alpes-Maritimes, a Sospel, e in Corsica,
a Bastia), le sagome sono ricavate nel legno. A Castelnuovo Magra si
conserva invece un raro complesso di figure dipinte, nell'Ottocento,
a olio sulla banda stagnata: la latta.
Un "teatro"
del tutto diverso è quello in funzione dell'adorazione eucaristica
delle Quarantore. In genere viene concepito come un'espansione
illusiva dell'altare, che conduce per livelli graduali alla ribalta
celeste nella quale era collocato l'ostensorio. A differenza dei
Sepolcri, tenuti in penombra o percorsi da luci tenui, questi
allestimenti sono giocati "in chiaro", con grande
abbondanza di lumi.
La cosiddetta "Macchina" della
cattedrale di Savona, dipinta da Paolo Gerolamo Brusco all'inizio
dell'Ottocento, creava sopra l'altare un elegante carosello di
angeli. Dimenticata per decenni in un deposito, dopo la mostra
troverà in quella città uno spazio e un'adeguata valorizzazione. Un
discorso analogo si può fare per uno straordinario apparato
settecentesco (la "Nuvola") dipinto da Giovanni Agostino
Ratti e riscoperto di recente ad Albissola Marina. Si tratta di una
sorta di reliquiario gigante composto di diversi materiali (legno,
tela, cartapesta) e animato da figurine angeliche, utilizzato in
passato anche come "cassa" processionale.
In mostra, il valore
e il significato dei numerosi apparati sono opportunamente
commentati, anche attraverso una serie di suoni e rumori: in
particolare, si ricreerà l'alta tensione emotiva legata ad alcuni,
specifici riti pre-pasquali, come l'Ufficio delle Tenebre. Con gli
strumenti originali (bàttole e raganelle, corni, trombe di
corteccia) si è registrato, e viene riproposto, lo strépito col
quale le comunità "chiamavano Barabba", riproducevano il
clamore della folla nel percorso al Calvario e allontanavano, in
definitiva, antichissime paure ed angosce legate al buio e alla
presenza del male.
L'esposizione è promossa dalla Fondazione
Carige di Genova e organizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione
per la Cultura, Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo
in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Liguria.
Orario:
martedì-domenica
10-19
la biglietteria chiude
alle 18
biglietti: € 7 intero,
€ 6 ridotto, scuole € 4.
Informazioni: tel.
0105574065