Domenica
27 settembre alle ore 11 verrà inaugurato a Onzo un grande pannello
in ceramica realizzato da Cristina Cambiganu e ispirato alla
storia della Repubblica di Onzo, che in quel giorno celebra il
suo 434mo anniversario.
L'iniziativa di grande
rilievo (e non solo artistico) è frutto della Fondazione
TribaleGlobale che proprio a Onzo ha la sua sede centrale.
La Repubblica di Onzo
rivive nell'opera di Cristina Cambiganu.
Cristina Cambiganu,
artista di grande qualità e cara amica, ha accettato di fare per
Tribaleglobale un'opera davvero impegnativa nella concezione come
nella realizzazione.
Non era facile raccontare
la storia di una comunità che il 4 settembre del 1582 si organizzò
per cacciare un prepotente pronto a insidiare la dignità di una
giovane promessa sposa, si diede statuti democratici e si autogovernò
per oltre due secoli.
Non era facile usare per
una narrazione complessa il linguaggio del fumetto, inciso su una
materia apparentemente antitetica come la ceramica, intuitivo e
rapido il primo, soggetta alle virtù bizzarre e imprevedibili del
fuoco la seconda. Eppure lo fa presentando un lavoro dipinto con la
leggerezza del pennello usando unicamente la materia di base, la
terra stessa, nobilitata dall’alta temperatura.
E il risultato finale
sorprende.
Intanto la piramide e'
rovesciata e si presenta come un diamante prezioso: in alto non ci
sono i potenti, ma la comunità che trae linfa dalla concretezza
della terra.
Le diverse figure ci
parlano di gente che agisce con i piedi ben posati sulla terra e lo
sguardo fiero, alimentato dalla forza dell'albero della vita.
La ricchezza si raccoglie
dai frutti della terra: non a caso è una donna, se pur aiutata da un
uomo, che solleva una pentola simbolicamente piena di danaro
direttamente dal sottosuolo; dentro c'è il frutto del sudore, ma
anche la determinazione che porto' gli Onzesi a demolire il castello
del prepotente recuperando le pietre e ogni cosa utilizzabile, perché
da queste parti lo spreco e' un peccato.
La ricchezza si ottiene
tutti insieme: un filo avvolge le figure presenti. Ai lati della
scena due persone anziane, un uomo e una donna circondano la comunità
con la loro presenza ricca di esperienza. Al centro la bimba magica -
una fata? - lega con quel filo l'intera comunità, tenendone i due
capi: è lei che libera le stelle, con l’istinto dell’infanzia.
Esse sono auspicio di bellezza su tutto ciò che è presente, e
coprono il velo della sposa che un'altra donna, solidale, regge; un
altra bimba lo solleva , una donna osserva trasognata, un uomo riposa
seduto su uno sgabello, un bimbo con un retino cerca di acchiappare
le stelle, i sogni di tutti. Lo sposo osserva un poco stranito,
anch'egli confusamente protagonista di storia partita male ma finita
bene perché nata sotto una buona stella, e alimentata perennemente
dai gemelli portafortuna che versano continuamente acqua in un
pentolone che non si deve bruciare, tenaci come questa comunità che
da secoli cava vita e bellezza dalle pietre.Il gatto e il cane,
liberi esseri amici degli umani, partecipano a questa esperienza
vitale.
Ancora al centro della
scena, sotto gli occhi struggenti e penetranti dell'albero della vita
, un uomo con i capelli lunghi setaccia forse la farina, forse ciò
che è giusto da ciò che non lo è...e infine c'è una
Madre con il suo Bimbo, figura ancestrale che tutto comprende e tutto
difende.
L'opera è organizzata in
sequenze che parlano il linguaggio dell’illustrazione a fumetti
ovvero della cinematografia ma che si distingue da entrambi nel
focalizzare le caratteristiche di ogni personaggio che ritroviamo poi
nel quadro centrale.
Il percorso procede nel
medesimo modo da entrambi i lati, affinché non sia la direzione
intrapresa, ma la volontà del cammino a portare chi vorrà conoscere
questa storia fin dentro il cuore grande e un poco magico di questa
antica comunità.
Giuliano Arnaldi ,
settembre 2015. - 434mo Anniversario della Repubblica di Onzo.
Note informative su
Cristina Cambuganu
Se è vero che il
fumetto, con le nuove evoluzioni virtuali, sta aprendo i suoi
orizzonti all’immateriale, è vero anche che dove le arti si
compenetrano nascono opportunità di scambio e di crescita….
Ceramista per scelta
(dopo una illustre parentesi nel mondo dell’Intelligenza
Artificiale), nata come torniante a Montelupo Fiorentino e da
vent’anni Albissola, Cristina Cambiganu si avvicina al mondo del
fumetto, suo vero sogno nel cassetto, per passione pura. Si diploma
in ‘’Fumetto ed in ‘illustrazione Digitale’ alla Scuola
Internazionale di Comics di Torino. Inizia prima del 2000 a coniugare
il fumetto con la sua abilità ceramica, e dopo anni di
sperimentazione e di studi i risultati sono emozionanti quanto
maturi, sognanti quanto duraturi nel tempo come é la materia
ceramica.
Nuvole di creta può
essere il nome adatto a questo nuovo filone dove illustrazioni e
immagini sono riprodotte con pittura ad engobbio su porcellana chiara
purissima.
Il risultato artistico,
condotto direttamente dalle mani di Cristina Cambiganu, è eclatante,
sia che si tratti di fogli di creta bidimensionali, che di oggetti
tridimensionali magari adatti ad illuminare, che di sculture che
danno vita tridimensionale ai personaggi.