Al nostro sindaco consigliamo la visione del film savonese L'età del ferro e del capolavoro di Rosi Le mani sulla città. Sicuramente, da uomo di buona cultura qual'è, ne ricaverà utili indicazioni per pronunciarsi in merito a quanto richiesto nella petizione di Italia Nostra, Lega Ambiente, WWF. A tutti i savonesi, invece, chiediamo di sostenere questa campagna contro l'ulteriore cementificazione della nostra città.
Le associazioni
firmatarie chiedono all’amministrazione di Savona di NON apportare
alcuna variante di destinazione d’uso al Crescent 2, tutelando
quindi nel modo opportuno gli interessi della collettività.
Al Sindaco di Savona
Al Sindaco di Savona
Oggetto: variante al
Crescent
Il Comune ha convocato la Conferenza dei Servizi per esaminare la variante richiesta per il Crescent 2 per il cambio di destinazione da Residenza Turistico Alberghiera a residenziale, con conseguente diminuzione dei volumi e oneri di urbanizzazione. Chiediamo che, per meglio valutarla, la proposta sia esaminata tenendo conto del lungo iter di progetti, valutazioni e realizzazioni che l’hanno preceduta.
Ricordiamo, infatti, che il lungo processo di approvazione del Progetto Bofill si concluse quando le resistenze di Sovrintendenza, Regione e di associazioni e comitati di cittadini che si opponevano furono superate inserendo nel progetto da 137.000 m3, alcuni aspetti considerati positivi per la città (la quale, con il progetto, perdeva gli spazi destinati ad attività produttive, preziosi in quanto a filo di banchina):
· Un aspetto finale (rendering) bello e ricco di trasparenze con alberi immensi;
· Ricchi oneri di
urbanizzazione, comunicati, nel 2001, in 30 miliardi di lire (15
Milioni di euro);
· Un edificio destinato
a sede dell’Azienda Provinciale del turismo (il secondo cubo);
· Uno spazio artigianale
all’interno del Crescent per favorire posti di lavoro;
· Una residenza
turistico alberghiera nel Crescent 2 per favorire posti di lavoro.
Con il tempo, fetta dopo
fetta, è avvenuta la sparizione di tutti gli aspetti positivi citati
dianzi:
· Nel 2001 la percentuale di volume dell’autosilo concesso per la costruzione del nuovo passa dal 50% al 70% con un incremento di circa 4.000 m2;
· Nel 2001 la percentuale di volume dell’autosilo concesso per la costruzione del nuovo passa dal 50% al 70% con un incremento di circa 4.000 m2;
· Nel 2006 il progetto
di spazio artigianale sparisce e vengono invece costruiti 1.017 m2 di
appartamenti e negozi, cui sono aggiunti 488 box; per felice
“combinazione” l’altezza dello spazio artigianale era
esattamente il doppio delle altezze necessarie per la trasformazione
in appartamenti; non ci fu un incremento degli oneri di
urbanizzazione (anche se Lei, Signor Sindaco, fece un tentativo,
rigettato, per ottenere qualcosa);
· Nel 2011 sparisce il
cubo per la promozione turistica, sostituito da un giardinetto;
· Il Crescent viene
realizzato in stile cementizio sovietico, totalmente infedele
rispetto all’aspetto promesso (come da foto seguente);
· Degli ingenti oneri di
urbanizzazione l’unica realizzazione nota sono le fogne al servizio
del complesso della Torre Orsero.
Oggi il percorso verrebbe completato con l’ultima variante, relativa alla cancellazione della residenza alberghiera. E’ evidente che ciò che ci viene presentato come un’opportuna variante non è che un ulteriore arricchimento per gli imprenditori, l’ennesimo anello di una catena che si è sviluppata con precisione e continuità, fino a cancellare tutti gli elementi che all’inizio costituivano il vantaggio per la comunità.
Se la Residenza Turistico Alberghiera non potesse più essere realizzata per motivi di mercato, non resta che rinunciare alla costruzione e l’imprenditore dovrà indennizzare la collettività per i mancati posti di lavoro promessi.
Ricordiamo che il cambio di destinazione d’uso non è una riduzione di volumi di costruito (come presentato dal Comune) ma bensì è un ulteriore incremento di cemento residenziale in una città che vede già un eccesso di volumi abitativi esistenti, i quali peraltro subiranno di conseguenza una diminuzione del loro valore patrimoniale dovuta proprio alla costruzione di tante nuove strutture abitative eccedenti il fabbisogno, oltre che a una politica fiscale che ostacola le ristrutturazioni.
Riteniamo che vi debba essere una diversa visione di sviluppo della città, più sostenibile e compatibile con la tutela del patrimonio storico e ambientale e le esigenze produttive e abitative della cittadinanza.
Chiediamo quindi alla Sua amministrazione di NON apportare alcuna variante di destinazione d’uso, tutelando quindi nel modo opportuno gli interessi della collettività savonese e non quelli di un singolo imprenditore.
Associazioni proponenti il documento:
Italia Nostra
WWF