HENRI CHOPIN
Dactylo-poèmes
a cura di Roberto
Peccolo
e Sandro Ricaldone
Entr'acte
via sant'Agnese 19R –
Genova
8 gennaio – 6
febbraio 2020
orario:
mercoledì-venerdì 16-19
inaugurazione:
mercoledì 8 gennaio,
ore 17,30
Nella prima mostra del
2020, Entr’acte presenta una serie di dactylo-poèmes su carta
velina realizzati da Henri Chopin tra il 2005 e il 2006, che Giovanni
Fontana descrive come “trame concrete di lettere dattiloscritte i
cui dati richiedono letture al limite del possibile, ponendosi come
una sorta di partitura visiva che offre agli occhi strutture
fonetiche o rumoristiche”.
A queste si affiancano
assemblaggi, grafiche e materiale documentario concernente l’attività
dell’autore nell’ambito della Poesia sonora, di cui è stato
l’iniziatore alle soglie degli anni Sessanta e quindi per diversi
decenni il più qualificato rappresentante.
Henri Chopin (1922-2008),
“funambolo del magnetofono multipista, moltiplicatore di voce,
generatore esponenziale di suoni corporei, mago dell'amplificazione,
un giocoliere del ritmo” (Fontana) ha iniziato il suo percorso
artistico negli anni ’50, nell’entourage della diaspora
lettrista. Nel 1955 la scoperta del registratore a nastro
“straordinaria tavolozza sonora capace di propagare un’autentica
energia cosmica” lo spinge a spostare la sua attenzione dalla
parola al puro suono vocale e corporale: nascono così lavori come
“Le corps” (1966) e “Le bruit du sang” (1969), in cui
utilizza, in aggiunta alle amplificazioni e ai cambiamenti di
velocità, le sovrapposizioni permesse dalla registrazione su più
piste magnetiche, attivando la ricchezza della simultaneità.
All’attività nel campo
della poesia sonora Henri Chopin ha affiancato – sin dagli anni
Sessanta – un’intensa produzione di poesia concreta (o “poesia
oggettiva”, secondo la sua definizione). Composti con macchine da
scrivere elettriche “i dactylo-poèmes mettono in rilievo i loro
motivi, i loro disegni, le loro forme nel e attraverso l’alfabeto
latino che è più geometrico che calligrafico nella visione”.