Nell'estate del '79 si diffuse la notizia della presenza di uranio nelle Alpi Marittime e che i francesi ne avrebbero iniziato lo sfruttamento a partire proprio da quella Valle delle Meraviglie da sempre santuario archetipico dei Liguri. Guido Seborga, nonostante gli anni e la salute malferma, fu tra i primi a mobilitarsi e ad alzare la sua voce in difesa di quel territorio minacciato. Una battaglia di civiltà che il vecchio antifascista e partigiano combattè esclusivamente con le armi, straordinarie e terribili, della poesia e della pittura. Ci è ritornato in mente, leggendo della Val Susa e dei No TAV. Di seguito la lettera a Stampa Sera con cui lo scrittore iniziò la sua campagna.
Ottimi gli interventi {Stampa Sera del 25 giugno) contro estrazione uranio in alta Val del Roya. Da un punto di vista tecnico desidero dire: esperti hanno affermato che ne esisterebbe poco e verrebbe a prezzo alto, così la speculazione sarebbe sovvenzione. Chiaro? E ribadisco in pericolo la salute pubblica, il turismo, e si distruggerebbe la storia della preistoria, 50 mila graffiti meravigliosi in pericolo. Posso testimoniare che tutta la popolazione è contro, E molti anche a Torino e Piemonte, infatti alla biblioteca civica Lelio Basso (Trofarello), autorità e giovani hanno voluto la mia mostra (Valle delle Meraviglie), e assicuro che nei mesi estivi (17 luglio a Montecarlo) e Bordighera insisterò sull'argomento con la mia poesia-arte. Comunque la tecnica deve sempre essere guidata dalle scienze e dalla scienza e arte dell'uomo.
Guido Seborga, Torino
(Da: Stampa Sera del 28 giugno 1979)