Salvador
Allende, il presidente di Unidad Popular fatto assassinare da Pinochet, fu esponente di primo piano
della massoneria. Un libro di un giornalista cileno ne rilegge il
percorso politico a partire da questa appartenenza.
Giorgio Amico
Salvador Allende massone
Si è scritto molto
sull'esperienza tragica di Unidad Popular e poi sul tormentato e
lungo percorso del Cile dalla dittatura sanguinaria di Pinochet al
ristabilimento della democrazia, ma poco spazio è stato dedicato
alla figura di Salvador Allende, alle sue idee e al suo percorso
politico.
Un libro, di cui appare
oggi la versione italiana, permette di colmare questa lacuna e nel
contempo di approfondire il tema dei rapporti fra Massoneria e
movimento socialista e democratico. Un tema valido non solo per l'
America Latina dove riguarda figure importanti del passato o della
contemporaneità ( tra i tanti: Martì, Haya de la Torre, Sandino,
Fidel Castro, Chavez), ma anche per l'Italia. Basti pensare al ruolo
nella nascita del movimento operaio e socialista di massoni
dichiarati come Bakunin e Andrea Costa.
Perchè Allende fu esponente di primo piano della massoneria cilena e l'intera suo percorso politico nel Partito socialista fino all'esperienza di Unidad Popular ha una esplicita (e dichiarata)
connotazione massonica.
Nato nel 1908, Salvador
Allende si forma all'interno di una famiglia fortemente connotata in
senso massonico. Massone il padre, ma soprattutto il nonno, Ramon
Allende Padin, medico progressista, soprannominato “ il rosso”
per la sua azione in favore del popolo, eletto Gran Maestro della
Gran Loggia del Cile nel 1884.
Per Allende impegno
politico e militanza massonica procedono insieme fin dagli inizi.
Iniziato il 16 novembre 1935 nella Loggia “Progreso” n. 4 di
Valparaiso, fondata dal nonno, si trasferisce nel
1940 per seguire i suoi impegni politici a Santiago del Cile dove
entra nella Loggia Hiram n. 65, alla quale appartiene fino alla tragica morte nel 1973.
Come emerge dalla ricca
documentazione del volume, Allende riconoscerà sempre l'influenza
profonda sul suo pensiero e sulla sua azione politica degli ideali
massonici di libertà, fratellanza e uguaglianza. E questo nonostante
le contraddizioni che egli fin da subito nota nell'Istituzione.
“Dal punto di vista
squisitamente teorico, la massoneria è una istituzione perfetta. Ma
questo mondo ideale puo’ aiutare l’uomo reale, l’uomo comune
che affronta gli imperativi della vita quotidiana? I massoni
proclamano uguaglianza, libertà e fraternità come somma sintesi
della convinzione collettiva. Possiamo, con onestà intellettuale,
immaginare che la composizione delle nostre logge rifletta la società
cilena dei nostri giorni? La mia risposta è negativa. Nella
massoneria si combinano solo elementi della borghesia o di chi aspira
ad essere borghese. E’ una constatazione”.
Constatazione (del 1965)
che non interrompe la sua militanza massonica, che anzi ne riceve
nuovo slancio. Per Salvador Allende lottare per una Massoneria
democratica e progressista in un Cile più libero e giusto fa parte della stessa battaglia culturale, civile e politica.
Significativo è il suo
discorso su “massoneria
e socialismo” durante la tornata della Gran Loggia di Colombia a
Bogotà il 28 agosto 1971, quando già era presidente del Cile.
“Avevo piena coscienza
che l’Ordine non è né una setta, né un partito, e che sgrossando
la pietra grezza ci si prepara per agire nel mondo profano…quando
per la prima volta, ascoltando il Rituale, udii che «gli uomini
senza principi e senza idee ferme, sono come le imbarcazioni che, una
volta rotto il timone, si sfasciano contro gli scogli». Appresi
anche che nel nostro Ordine non ci sono gerarchie di natura sociale
né economica. Fin dal primo momento divenne dunque più forte in me
la convinzione che i principi dell’Ordine, proiettati nel mondo
profano, potevano e dovevano essere un contributo al gran processo
rinnovatore che tutti i popoli del mondo cercano di effettuare,
specialmente i popoli di questo Continente, la cui dipendenza
politica ed economica accentua la tragedia dolorosa dei paesi in via
di sviluppo”.
Marxista rigoroso,
Allende fu dunque sempre ben consapevole della difficoltà del compito e dei
limiti e delle ambiguità della massoneria riflesso delle
contraddizioni della società cilena. Lo stesso Pinochet d'altronde
aveva avuto frequentazioni massoniche e forse questo spiega perché
fino all'ultimo Allende se ne fidò. Leggendo il libro colpisce la
lucidità con cui Allende valutò sempre il rischio di isolamento e
incomprensione sia in Loggia che nel Partito. Il discorso di Bogotà
lo testimonia chiaramente:
“Nelle Tavole
presentate alle diverse Logge della mia patria ho sempre insistito
sulla sicurezza, per me certa, che potevo coesistere nei Templi con i
miei Fratelli, anche se per molti era difficile immaginare che questo
fosse possibile per un uomo che nella vita profana dice pubblicamente
di essere marxista… Sostenni il mio diritto a essere massone e
socialista allo stesso tempo. Nei Congressi dissi pubblicamente che
qualora si fosse accettata questa incompatibilità, avrei abbandonato
il partito come militante, anche se non avrei mai smesso di essere
socialista in quanto a idee e principi.
Allo stesso tempo
sostenni che il giorno che nell’Ordine si fosse accettata
l’incompatibilità tra le mie idee e la mia dottrina marxista, e
l’essere massone, avrei abbandonato le Officine, convinto che ivi
la tolleranza non era una virtù praticata. Ho potuto vivere questa
realtà (essere marxista e massone) e credo di poter offrire ai
Fratelli della Gran Loggia di Colombia solamente una vita leale ai
principi dell’Ordine, dentro l’Ordine e nel mondo profano”.
Una alterità quella fra
impegno politico e massonico che il presidente di Unidad Popular
rifiutò sempre di prendere in considerazione, considerando il suo
essere socialista e massone come elementi coerenti di una vita
intera dedicata alla lotta per un Cile migliore. Un impegno coerente
e rigoroso che Salvador Allende onorò fino al suo assassinio, l'11
settembre 1973, e che il libro di Juan Gonzalo Rocha ricostruisce a
fondo.
Rocha J. Gonzalo
Allende massone. Il punto di vista
di un profano
Mimesis, 2015
22 euro