Un post su FB
di un amico ha risvegliato ricordi e fatto riscoprire una vecchia
foto.
Giorgio Amico
Di muli e di naja
“Muli cattivi zaini
pesanti
e sempre avanti
bisogna andar.
Sempre in avanti,sempre in colonna
per la Madonna
la finirà”.
e sempre avanti
bisogna andar.
Sempre in avanti,sempre in colonna
per la Madonna
la finirà”.
Cantavamo
così durante la naja, anche se mi pare di ricordare che
l'invocazione alla Madonna fosse un po' più colorita e molto meno
pia.
Fai
attenzione ai muli, ti dicevano i vecchi appena arrivavi in caserma.
Sono animali infidi, mordono e tirano calci a tradimento. In montagna
si piantano sulla pista nei punti più difficili e non vanno più né
avanti né indietro.
Nelle
camerate aleggiavano fantasmi terrificanti: la leggenda che i muli
fossero intoccabili per l'Esercito e che un mulo “cattivo” potesse
essere abbattuto solo dopo l'uccisione del terzo alpino.
Di
alpini morti a causa dei muli non mi toccò mai di vederne, di muli
maltrattati per la stupidità di chi doveva prendersene cura invece si.
Eppure
la salmeria non era poi un brutto posto dove stare. Forse con troppe
mosche in estate, ma caldo in inverno. Ci finivano i montanari che
conoscevano l'arte di governare gli animali, gli imbranati che rischiavano
di spararsi nei piedi e qualche rompiscatole incorreggibile. Per
questo era un buon posto dove imboscarsi in quelle giornate che non
finivano mai in attesa della libera uscita.
In
salmeria sentivi storie incredibili di ogni genere: di sesso, di
montagna, di vita. E poi c'erano i muli. Immobili, ti guardavano con
l'aria un po' inquietante di chi sa, di chi vede cose che tu neppure
puoi immaginare.
Scaglione
dopo scaglione noi passavamo, loro restavano con quell'aria
disincantata e un po' sorniona di chi ormai non si stupisce più di nulla, di chi ne ha sentite tante.
Imperturbabili davanti alle nostre storie un po' esagerate di ragazzi in divisa.