Ciao, Lino,
fratello mio,
camminare con te sui sentieri della vita è stato un privilegio. Mi hai insegnato che non esistono percorsi impossibili per chi abbia cuore puro e coraggio; che ci sono sempre, basta volerlo, le parole giuste per arrivare al cuore di un giovane. E volerlo significa prima di tutto essere coerenti, con sé stessi e con gli altri. Non si può predicare quello che non si vive, né chiedere agli altri di fare quello che noi per primi non siamo disposti a fare.
La tua coerenza mi mancherà, come le tue risate e le serate passate insieme con Vilma e Graziella a parlare di scuola e di politica, di figli e nipoti, ma soprattutto di scoutismo, la cosa che ci ha legato di più e che mi ha fatto capire che persona straordinaria fossi. Dovessi cercare una parola per definirti, la prima che mi verrebbe sarebbe accoglienza. La tua porta era sempre aperta e Graziella sempre disposta ad aggiungere un piatto in tavola. E questo perché fratellanza per te non era una parola, ma una scelta di vita che ha dato senso e significato a tutto quello che hai fatto, da insegnante e da capo scout.
Buona strada, fratello mio. Cammina tranquillo sul sentiero che hai appena intrapreso verso quegli alti monti lontani di cui parla la più bella delle canzoni che cantavamo attorno al fuoco.
Tuo fratello Giorgio