Giorgio Amico
Giordano Bruno, la CIA e gli UFO
In questi giorni su giornali e tv si è molto parlato delle rivelazioni del Pentagono rispetto a numerosissimi avvistamenti da parte di piloti dell' aereonatica militare americana di misteriosi oggetti volanti, quasi sempre a forma di sigaro, velocissimi e dalle traiettorie impossibili per qualunque tipo di velivolo conosciuto.
Incaricata di fornire una valutazione la CIA non ha potuto che dichiarare che si trattava di oggetti volanti non identificati (UFO), sicuramente di altissima tecnologia, ma non americani, forse russi o cinesi.
Peccato che gli analisti CIA non abbiano nei loro archivi le opere di Giordano Bruno, il filosofo nolano arso sul rogo nel 1600. Forse avrebbero evitato questo accenno da guerra fredda a potenziali minacce russe o cinesi.
Si, perché nel 1590 Giordano Bruno pubblica a Francoforte un libro, “De immenso et innumerabilibus seu de universo et mundis”, dove al termine del primo capitolo afferma che nello spazio oltre agli astri esistono velocissime sfere di fuoco che attraversano il cielo.
"Praeter astra magnosque mundos, sunt et animantia lata per aethereum spacium minora, in formam parvae sphaerae, quae vivacissimi toto corpore ignis prae se fert speciem, et trabis ígnea iudicatur a vulgo, cum prope nos infra nubes etiam fertur, qualis a me notata est quasi attingens tecta domorum: sed proiectus corporis ille videbatur propter motus velocitatem, qua longam rectam vel curvam lineam titione vibrato possumus designare in aere, ut ignis illius appareat figura”
Stelle cadenti, verrebbe immediatamente da dire. Ma nel testo si parla di oggetti che si spostano secondo un moto rettilineo “recte motu” e con brusche accelerazioni verticali. Cose che le stelle, non a caso definite “cadenti” non fanno. Questi corpi luminosi sono chiamate dal popolo “travi di fuoco” “ trabis ígnea iudicatur a vulgo” . Quindi non di semplici stelle cadenti si tratta, ma corpi luminosi di forma allungata, il che richiama immediatamente gli oggetti volanti a forma di sigaro di cui parla il rapporto del Pentagono, La seconda notazione è che il filosofo dichiara di averne visto, quando abitava a Nola, uno che si era avvicinato alle case fino quasi a toccarle, “ qualis a me notata est quasi attingens tecta domorum”.
“Erat autem illa sphaera seu ut dicunt trabs, vere animal, quam ego semel vidi, recto enim motu cum quasi abraderet tecta Nolae urbis; debuisset in montem Cicadae impingere, quem sublato corpore superavit”
"Era invero una sfera o, come la chiamano tutti, una trave, un vero essere animato, quella che io infatti vidi una volta quasi toccare con un moto rettilineo i tetti della città di Nola; avrebbe dovuto urtare contro la collina di Cicala, che superò dopo aver sollevato in alto il suo corpo”.
Sintetizzando, Bruno afferma che questi corpi luminosi sono una realtà conosciuta da molti e che l'oggetto volante a forma di trave infuocata, osservato da lui, dopo essersi posato quasi sui tetti delle case di Nola, con una improvvisa accelerazione si era alzato sopra la collina soprastante la città ed era scomparso.
E, almeno in questo caso, russi e cinesi sicuramente non c'entrano.