Scritto nel 1939, ma pubblicato poi nel 1948, il libro raccoglie in poche dense pagine i ricordi e le impressioni che Ida Mett, giovane russa fuggita a Parigi a causa della durissima repressione da parte del regime comunista del movimento anarchico, ricavò dall'incontro e dalla frequentazione dal 1925 al 1928 del leggendario capo guerrigliero ucraino. Ne esce un ritratto profondamente umano, diversissimo da quello dall'eroe leggendario del mito. Un Makhno, povero e ammalato, in polemica anche con gli esponenti anarchici a lui più vicini compresa la moglie Galina, che vive nel ricordo delle imprese gloriose compiute nell'Ucraina degli anni della guerra civile.
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