Riceviamo e volentieri pubblichiamo
venerdì 9 aprile alle ore 17.15 al Teatro Sacco,
via Quarda Superiore 1, Savona
incontro con Andrea ballarini, autore di "Il trionfo dell'asino"
1676. Giacomo Crivelli, ''attor comico, nato venti anni fa nella famiglia del Provveditore Generale di corte del Duca di ***'' e Aristotele Cerri, ''ex mercante veneziano, ex combattente della Serenissima Marina durante la campagna di Candia, ex uomo di fiducia, nonché discepolo e amico di Kostantin Théotkopoulos, conte di Parnaso''.
Queste le reciproche presentazioni dei due interpreti de ''il trionfo dell'asino'' di Andrea Ballarini.
Entrambi i protagonisti hanno qualcosa da cui scappare (un destino famigliare opprimente, un passato di sangue) e, nella lunga fuga che li condurrà fino alla corte del Re Sole, alla ricerca di un misterioso e pericoloso manoscritto in grado di cambiare per sempre le sorti del mondo, sono accomunati dalla spinta verso il senso ultimo della loro esistenza.
Sembrerebbero gli ingredienti per il solito (scontato?) giallo\storico a tinte filosofiche. Il ''trionfo dell'asino'' è, invece, molto di più: l' affresco frizzante di un mondo barocco; moderno, ''liquido'', ricco di tensioni religiose, sociali ed artistiche. La discesa di Giacomo e Aristotele da una vita agiata e colma di sicurezze è in realtà un itinerario esistenziale che rincorre la più nobile delle facoltà umane: la fantasia. Giacomo, figlio di un Provveditore\Lacchè del Duca lascia la casa paterna per unirsi alla strampalata compagnia degli Entusiasti, mettendo a frutto i propri studi in quello che era reputato il più indegno dei lavori; quello dell’attore comico. Alla Compagnia si unirà Aristotele, nobiluomo, intellettuale, filosofo, mago, alchimista e ben presto maestro del giovane ed inquieto Giacomo. I due, legati da un filo invisibile che li rende intimi fin dal primo istante, dopo un lungo girovagare tra la Lombardia e Modena, finiranno in Francia arrivando fino alla corte del Re Sole, dove si giunge vicini alla soluzione di quello che sembra diventare un intrigo politico e religioso (compare anche l’ingombrante cardinale Richelieu).
Non è però la trama,seppur godibilissima e ricca di colpi di scena, il valore aggiunto di questo romanzo. Nel nobile solco del romanzo storico\picaresco, Ballarini riesce a rendere protagonista l’epoca storica rappresentata, driblando con eleganza i cliché di una certa produzione ‘’da fiction’’. Il suo seicento è quanto di più vivo si possa immaginare, in continuo dialogo con i protagonisti del romanzo: la vicenda di Giacomo e Aristotele si snoda tra un libraio disonesto che vende una falsa edizione antica e due prostitute di strada, tra intriganti prelati e maghi\scienziati chini sui loro alambicchi, in un continuo gioco delle parti, dove ciascuno rivendica la propria unicità. Sta qui la maestria narrativa; nel giocare sulle singole vicende come fossero partiture a sé stanti, riunendole, nell’inaspettato finale, in cui a dominare è il caso, pronto a smentire tutte le (affrettate) conclusioni a cui era giunto il lettore fino a quel momento.
Tutto questo basterebbe per farne un ottimo romanzo storico; ma Andrea Ballarini (così come Kostantin Théotkopoulos, maestro di Aristotele) conosce l’elisir di lunga vita; una ironia raffinata e sferzante. Sorvolare un’ epoca di instabilità e di rapidissimi mutamenti (tanto il seicento quanto il XXI secolo) con la leggerezza di un sorriso, è la lezione da trarre per chi, in tutte le epoche, cerca il fine ultimo della propria vita.
incontro con Andrea ballarini, autore di "Il trionfo dell'asino"
1676. Giacomo Crivelli, ''attor comico, nato venti anni fa nella famiglia del Provveditore Generale di corte del Duca di ***'' e Aristotele Cerri, ''ex mercante veneziano, ex combattente della Serenissima Marina durante la campagna di Candia, ex uomo di fiducia, nonché discepolo e amico di Kostantin Théotkopoulos, conte di Parnaso''.
Queste le reciproche presentazioni dei due interpreti de ''il trionfo dell'asino'' di Andrea Ballarini.
Entrambi i protagonisti hanno qualcosa da cui scappare (un destino famigliare opprimente, un passato di sangue) e, nella lunga fuga che li condurrà fino alla corte del Re Sole, alla ricerca di un misterioso e pericoloso manoscritto in grado di cambiare per sempre le sorti del mondo, sono accomunati dalla spinta verso il senso ultimo della loro esistenza.
Sembrerebbero gli ingredienti per il solito (scontato?) giallo\storico a tinte filosofiche. Il ''trionfo dell'asino'' è, invece, molto di più: l' affresco frizzante di un mondo barocco; moderno, ''liquido'', ricco di tensioni religiose, sociali ed artistiche. La discesa di Giacomo e Aristotele da una vita agiata e colma di sicurezze è in realtà un itinerario esistenziale che rincorre la più nobile delle facoltà umane: la fantasia. Giacomo, figlio di un Provveditore\Lacchè del Duca lascia la casa paterna per unirsi alla strampalata compagnia degli Entusiasti, mettendo a frutto i propri studi in quello che era reputato il più indegno dei lavori; quello dell’attore comico. Alla Compagnia si unirà Aristotele, nobiluomo, intellettuale, filosofo, mago, alchimista e ben presto maestro del giovane ed inquieto Giacomo. I due, legati da un filo invisibile che li rende intimi fin dal primo istante, dopo un lungo girovagare tra la Lombardia e Modena, finiranno in Francia arrivando fino alla corte del Re Sole, dove si giunge vicini alla soluzione di quello che sembra diventare un intrigo politico e religioso (compare anche l’ingombrante cardinale Richelieu).
Non è però la trama,seppur godibilissima e ricca di colpi di scena, il valore aggiunto di questo romanzo. Nel nobile solco del romanzo storico\picaresco, Ballarini riesce a rendere protagonista l’epoca storica rappresentata, driblando con eleganza i cliché di una certa produzione ‘’da fiction’’. Il suo seicento è quanto di più vivo si possa immaginare, in continuo dialogo con i protagonisti del romanzo: la vicenda di Giacomo e Aristotele si snoda tra un libraio disonesto che vende una falsa edizione antica e due prostitute di strada, tra intriganti prelati e maghi\scienziati chini sui loro alambicchi, in un continuo gioco delle parti, dove ciascuno rivendica la propria unicità. Sta qui la maestria narrativa; nel giocare sulle singole vicende come fossero partiture a sé stanti, riunendole, nell’inaspettato finale, in cui a dominare è il caso, pronto a smentire tutte le (affrettate) conclusioni a cui era giunto il lettore fino a quel momento.
Tutto questo basterebbe per farne un ottimo romanzo storico; ma Andrea Ballarini (così come Kostantin Théotkopoulos, maestro di Aristotele) conosce l’elisir di lunga vita; una ironia raffinata e sferzante. Sorvolare un’ epoca di instabilità e di rapidissimi mutamenti (tanto il seicento quanto il XXI secolo) con la leggerezza di un sorriso, è la lezione da trarre per chi, in tutte le epoche, cerca il fine ultimo della propria vita.
Andrea Ballarini
Il trionfo dell'asino
Del Vecchio editore, 2009
€ 17.5