Sabato 19 settembre a
Sesta Godano (SP) un non-convegno in omaggio a Guy Debord e
all'Internazionale Situazionista (che nel 1957 nacque proprio in
Liguria)
Donatella Alfonso
Un po’ per gioco e un
po’ per non morire, come si soleva dire, si può ricreare quasi
cinquant’anni dopo, e dall’altro lato dell’arco ligure, quella
situazione che diede vita al Situazionismo. In breve, quel movimento
estetico, culturale e politico con intenzioni rivoluzionarie
tra anarchia e marxismo, declinato in tutte le varianti nato
da un convegno a Cosio d’Arroscia (ultimi propaggini del Savonese
sconfinanti nel Cuneese, su per l’Appennino) nel 1957, capace di
percorrere l’Italia e la Francia per tutti gli anni Sessanta con
apici nel Sessantotto e dintorni.
E che oggi, benché
ufficialmente non se ne parli che quando si cita il suo fondatore e
icona, Guy Debord, geniale precursore dell’oggi con il suo “La
società dello spettacolo”, ricorda per carità, in maniera
situazionista, quindi con un nonconvegno proprio Debord,
scomparso vent’anni fa, venerdì 19 a Sesta Godano, nello
spezzino.
Per chiarire, avanti tutto, che in maniera carsica i Situazionisti continuano a vivere, ad esistere. A Debord fanno riferimento in molti, se si occupano di comunicazione e soprattutto televisione (Carlo Freccero e Antonio Ricci, tra i primi). E in Liguria quel movimento così caleidoscopico e puntuto è ancora qualcosa di reale: come dimostra la grande mostra dedicata al ceramista danese Asger Jorn, uno dei ragazzi terribili del raduno di Cosio dì Arroscia, che ha animato l’estate di Albissola Marina.
E se è rimasta l’arte più che la rivoluzione, il mondo in cui viiviamo è quello dell’apparire più che dell’essere, e allora dagli torto, ai Sitauzionisti. "Perché lo spettacolo è la merce che condiziona tutte le altre merci" chiarisce Roberto Massari, che al Situazionismo, dopo una lunga attività politica e culturale, ha dedicato libri e un movimentismo incessante, e che ha promosso il convegno. Cioè, il nonconvegno, dove non ci sarà ordine negli interventi, ci potranno essere esposizioni di teorie come la presentazione di un libro sul lettrismo, altra corrente confluita nel Situazionismo e da lì uscita.
Ma perché a Sesta Godano, Massari? "Perché lì ho trovato un luogo fertile e interessato, e sono in contatto con il movimento guevarista che vi opera" risponde lui, che abita a Bolsena, nel Lazio e si definisce “presidente della Fondazione Guevara”. Anche qui: la posizione castrista o l’anarchia a cui si sente più vicino il fotografo e artista Pino Bertelli, altro protagonista dell’incontro di venerdì? Nel Situazionismo, di fatto, ci può essere molto.
Utile anche oggi o solo rievocatorio? "E’ sicuramente un movimento che appartiene al ‘900, ma il suo atteggiamento dissacratorio può significare un tentativo di non farsi assorbire" chiarisce Massari. Già. Proveranno a non discuterne , oltre a Massari e Bertelli, Giorgio Amico, Roberta Biasotti, Sandro Ricaldone, Alessandro Scuro, Alessandro Saccoccio, Michele Nobile. farà tappa a Sesta Godano (appuntamento nella sala del Comune dalle 15 alle 20) il tour ciclosituazionistico di Antonio Marchi, che pedala tra i luoghi storici del movimento. Il Comune di Sesta Godano ci ha creduto e ha dato una mano a organizzare.
La Repubblica – 16
settembre 2014