sabato 21 aprile
alle ore 17,30
presso la libreria AmicoLibro
via Vittorio Emanuele II Bordighera
presentazione del volume
"Diario dell'alpino Francesco
Maccario"
a cura di Paola Maccario,
Araba Fenice Editore.
Sarà presente Paola Maccario.
Dall'Introduzione
L'8 settembre 1943 la
Divisione Alpina Cuneense, della quale mio padre faceva parte,
essendo una recluta del 1° reggimento alpini battaglione "Pieve
di Teco", era di stanza in Alto Adige con compiti di
sorveglianza e protezione di obiettivi sensibili.
La truppa era composta per un terzo dai reduci della Russia e per i restanti due terzi dalle reclute del '23 le quali non avevano un addestramento adeguato per affrontar il nemico ma l'inesperienza era sopperita dalla forte motivazione antitedesca impartita dai reduci ai giovani soldati i quali dal canto loro avevano già potuto notare l'ostilità da parte della popolazione altoatesina di lingua tedesca.
Mio padre si trovava lì, purtroppo a causa della censura nelle lettere non può descrivere cosa in realtà stesse facendo e non aveva ancora deciso di tenere un diario che iniziò a tenere dopo la sua cattura il giorno dell'armistizio, ma gli stati d'animo si intuiscono in maniera molto chiara, va ricercato il senso dentro frasi che apparentemente un senso non hanno, occorre saper leggere tra le righe. Si esprime con dovizia di particolari, a volte con toni molto puerili ma ricco di passione giovanile altre scarno e schematico; l'importanza di un diario è che immortala come una fotografia ciò che avviene in quel particolare momento, non è scritto a posteriori, non ci sono revisioni, lo stile passa in secondo piano e ciò che si descrive non è scritto solo da un testimone di un fatto ma dal protagonista stesso. Per questo motivo il diario non ha subito correzioni ma è fedele copia dell'originale quadernetto scritto a matita.
Mio padre voleva dimenticare tutto quel triste periodo ma allo stesso tempo, col diario, voleva che non fosse dimenticata per sempre quella esperienza ma che servisse da monito alle generazioni successive affinché non dimenticassero che la loro libertà è stata conquistata col sacrificio di altre generazioni di giovani.