Tommaso Biazaci, Morte di Maria (Santuario di Piani, 1488)
“E così nel suo
sonno eterno che non è né morte né sonno, ma eterno sogno, Maria
di Nazareth sogna se stessa, sogna il Mondo, sogna noi, e facendo ci
interroga: siete voi ancora capaci di sognarmi?”, scrive Raffaele
K. Salinari e a noi ricorda Philip K. Dick e il suo profetico,
straordinario romanzo, “Ma gli androidi sognano pecore
elettriche?”, perché un sonno senza sogni é proprio di una veglia
fatta di incubi. Di qui la valenza salvifica e rigeneratrice del
sogno, canale privilegiato di comunicazione con il Sacro. E dunque
avevan ragione gli antichi a pensare che fossero gli dei a inviarci i
sogni. E sia ben chiaro, non ci stancheremo mai di ripeterlo, “Sacro”
per noi non si identifica con le religioni storiche e le istituzioni
fiorite attorno a loro, ma con lo strato più profondo e segreto
della psiche collettiva.
G.A.
G.A.
Raffaele K. Salinari
La Dormizione di Maria
Oggi, primo Ferragosto
dell’era Covid 19, festività che segna il massimo del consumismo
secolarizzato e disimpegnato, forse vale la pena richiamarne il
significato simbolico, di fatto un motivo di riflessione riguardo
la situazione di crisi profonda che vive il pianeta, violentato da
una umanità che sembra aver perso il contatto con ciò che la
circonda. Pochi ricordano, infatti, che la Chiesa festeggia
l’Assunzione in cielo della Madre di Dio, di quella Madonna che
rappresenta, ben prima ed oltre il culto cristiano, la figura
immutabile della Grande Dea.
E forse proprio per
questa sua ascendenze archetipica, irriducibile ad ogni dogma
sovraimposto, che un avvenimento carico di valori universali è stato
confinato in una data così desacralizzata e desacralizzante come
appunto è il 15 di agosto. E allora, per chi cerca non solo la
frescura fisica ma una più profondo sollievo esistenziale,
ricordiamo brevemente le modalità di questa Assunzione, poiché
qui avviene qualcosa che, in tempi di pandemia e non solo, ci
riguarda tutti: si fondono e confondono il Sonno e la Morte
tornando entrambi all’unità originaria. Questo è, infatti,
il mistero della Koimesis mariana, della sua «Dormizione».
La Madonna, abbiamo
detto, altro non è, anche nella raffigurazione cristiana, che
l’ultima ipostasi della Grande Madre, della Grande Potnia
mediterranea, dell’unica Dea totipotente che dominava la
religiosità arcaica prima dell’avvento delle divinità legate al
patriarcato. È lei che crea tutto, che è tutto: tutto e tutti sono
allora suoi figli e, al tempo stesso, sue manifestazioni. E dunque
neanche la spiccata misoginia ecclesiastica ha potuto soffocare alla
radice la potente evidenza arcaica, l’intuizione profonda, sacrale,
che la Creazione è generata e curata da una Essere dalle qualità
femminili.
Basterebbe questo a farci
osservare il mondo da una prospettiva diversa : quella di come ci
ri-guardano le cose. Perciò Maria non può morire, ed alla fine
della sua esistenza terrena si addormenta e viene assunta in cielo in
questo stato peculiare, unico, come si conviene alla Madre di Dio, a
colei che lo ha generato, partorito e curato; non solo, ma che lo ha
resuscitato, poiché sappiamo che senza il suo sguardo amorevole sul
corpo morto del Figlio, senza la carica resurrezionale che emana dal
suo Volto intenso ed estatico, il Cristo non sarebbe mai risorto: non
avrebbe avuto motivo di farlo.
«Ti sei addormentata ma
non per morire, assunta, ma non abbandoni il genere umano». Non a
caso la Festa della Dormizione veniva preparata ed introdotta
dall’Ufficio della cosiddetta «Paraclisis», cioè chiedere
l’intercessione della Grande Madre che tutto può perché tutto è.
E così nel suo sonno eterno che non è né morte né sonno, ma
eterno sogno, Maria di Nazareth sogna se stessa, sogna il Mondo,
sogna noi, e facendo ci interroga: siete voi ancora capaci di
sognarmi?
Il Manifesto 15 agosto
2020