Nel corso del Settecento la coltura dell'olivo conobbe il massimo sviluppo in molte regioni europee, africane e asiatiche affacciate sul Mediterraneo. Alla base di queste di-namiche vi furono ragioni di convenienza o di adattamento a un mercato che evolveva rapidamente. In Italia, gli enormi investimenti di capitali e di lavoro nelle campagne vennero dettati dall'urgenza di avere quantità d'olio eccedenti da immettere con una certa continuità nei circuiti commerciali internazionali al fine di soddisfare la crescente domanda da parte della Francia e del Nord Europa.
Il volume si concentra in particolare sul Ponente ligure, di cui mette in luce vari aspet-ti: le organizzazioni che connettevano l'importante filiera olivicola e olearia di Porto Maurizio e dell'estrema Liguria occidentale all'Europa, la stupefacente vitalità degli imprenditori rivieraschi, l'entità dei traffici lungo gli assi principali, la definizione e l'ubicazione dei porti che presiedevano ai più rilevanti scambi con vasti hinterland urbanizzati e capitali centrali o periferiche.
Alessandro Carassale è dottore di ricerca in Storia moderna e cultore della materia in Geografia all'Università degli Studi di Genova. È presidente del Centro internazionale di studi per la storia della vite e del vino (cesvin) e membro del comitato scientifico del Centro studi per la storia dell'alimentazione e della cultura materiale "Anna Maria Nada Patrone" (cEsA) e dell'Istituto internazionale di studi liguri. Con Carocci edi-tore ha pubblicato Sanremo, giardino di limoni. Produzione e commercio degli agrumi dell'estremo Ponente ligure (secoli XII XIX (con L. Lo Basso; zoo 8).
(Dalla quarta di copertina)
Mercanti d'olio
Circuiti commerciali dalla Liguria all'Atlantico (1709-1815)
Carocci 2023