Per
noi liguri ponentini la Corsica è un miraggio lontano sul mare. La
vedi spuntare soprattutto d'inverno, nella luce dell'alba o nel rosso
del tramonto. Tutti abbiamo almeno una volta sognato d'andarci. Un
libro racconta questo sogno che ci portiamo dentro da sempre. Marino
Magliani ne parla con l'autrice.
Quando la Corsica non
era lontana...
Buongiorno
Marisa, ho letto il suo stupendo libretto in un paio d'ore. Posso
chiederle quando le è venuta l'idea e la voglia di scriverlo, se era
da tanto che pensava al progetto o se è stata una neccessità
improvvisa?
Innanzi tutto grazie
di cuore per aver apprezzato il mio piccolo libro. L'idea non è
stata mia, ma suggerita dalla mia meravigliosa mamma che sin da
bambina aveva un sogno: vivere in riva al mare, in un paese pieno di
luce e di sole caldo. Perché in quel piccolo paese di montagna dove
era nata aveva patito tanto il freddo. Con fatica e tenacia aveva
coltivato e realizzato il sogno ed era cosi contenta che ne parlava
con chiunque andava a trovarla. Un giorno, alla soglia dei
novant'anni, la trovai molto pensierosa e triste. Le chiesi il motivo
e lei, porgendomi un quaderno, mi disse: "Non so per quanto
tempo riuscirò ancora a raccontare la vita meravigliosa che ho
trascorso con voi e con papà in quel luogo da sogno. E allora,
perché non lo fai tu? Scrivi tutto ciò che ricordi su questo
quaderno, danne una copia alle tue sorelle e a tuo fratello e
conservatelo preziosamente. Così, un domani, i vostri figli e i
vostri nipoti conosceranno le loro radici, la nostra bella storia e
ne saranno senz'altro felici.
Quando la Corsica non era
lontana... (Centro Editoriale Imperiese) racconta un mondo intero, e
la sua forza sta proprio in questo incanto, nel farcelo vivere come
se fosse il sogno dell'America. Solitamente il lettore di questo
genere di letteratura, potendo scegliere, chiede all'autore pagine
incredibili, avventurose traversate oceaniche, statue della Libertà
in dirittura di arrivo, miracoli, insomma, benessere raggiunto dopo
la tempesta, con la California e altre promesse... E se ci
spostiamo di parallelo, visioni di pampe, sconfinati appezzamenti
popolati da mucche e gauchos dopo essere partiti da magre e ossute
terre liguri, da terre di fame e di carestie provocate da mosche che
divorano il frutto della raccolta, mentre la pampa che trovi è fin
da subito un giardino da seminare e raccogliere in abbondanza... Poi,
si sa, a parte casi rari, i miracoli li fa solo la letteratura. E a
me, il suo, Marisa, sembra davvero un libro che racconta queste cose,
ma senza America e senza Pampa, perché qui il sogno è
quello ligure. Questa nostra terra estrema, emozionante. Ci parli
allora per favore di questo mondo raccontato come se lo si leggesse
ai bambini, con le difficoltà ben note di chi sa che scrivere per
gli adulti e i bambini assieme non sia mai cosa da poco.
E allora cari bambini
ecco la bella favola della mia famiglia. Un papà e una mamma molto
giovani e i loro quattro figlioletti, tre sorelline e un fratellino.
Eravamo molto poveri, abitavamo sulla spiaggia, in un magazzino, un
tempo ricovero per le barche dei pescatori. Non avevamo la luce, ma
un lume a petrolio, non avevamo l'acqua in casa, ma un pozzo
nell'orto. Avevamo poco o niente di tutto ma eravamo tanto felici.
Non conoscevamo la solitudine e tutti insieme, in quell'unica stanza,
si ballava, si cantava, alla sera si riposava cullati dalle onde del
mare e al mattino venivamo svegliati dal rumore delle barche dei
nostri amici pescatori.
I luoghi possono
appartenere a quelli di una linea degli autostraporti.
Andora-Cipressa. Ma stavolta al posto della corriera si viaggia in
bicicletta... Una giovane coppia alla ricerca della vita (“Il sogno
era cominciato tanti anni prima in Piemonte, dove entrambi
vivevano.”) giunge in un bellissimo campo abbandonato, troppo bello
per essere incolto, un terreno che guarda le alture e il mare, e si
sa, i liguri, che non gettano mai via niente, non lascerebbero mai
per nulla al mondo un campo del genere... Forse solo se gli si
chiedesse in cambio la vita. E infatti è il caso del campo in
questione, il cui terreno... “che all'apparenza sembrava un grande
orto, era in realtà un campo minato...”
E poi una volta
liberato dalle mine in quel campo c'eravamo noi bambini, io ero la
capo banda, la pioniera, sempre alla ricerca di nuovi luoghi da
scoprire, di nuove avventure da provare.
E allora eccoci,
piccoli pescatori, partivamo con la nostra barchetta, forse già
sognando la Corsica o altre traversate. Franchina e Ginetta ai remi,
Giannino con la fiocina a caccia di polpi, io con una canna da pesca
costruita con una canna del fiume e un filo di nylon, partivamo
a caccia di acciughe e gianchetti.
Ed eccoci ancora a
nuotare fino allo scoglio rosso, a caccia delle decine e decine di
patelle, che lo ricoprivano, attaccate come ventose. Le staccavamo
con una pietra, battendo forte, per poterle mangiare e con il nostro
bottino, facevamo ritorno a casa.
Ed eccoci un'altra
volta a scalare i ruderi della vecchia torre saracena, inventando
storie di pirati e principesse prigioniere.
Ci racconti ancora degli
eroi bambini di questa storia. Di Marisa, del piccolo Paolo, del
piccolo Giannino che partirà per andare lontano , e tornerà molto
tempo più tardi, della zia Iole. E dei pescatori e dei fantastici
polpi che vivevano aggrappati agli scogli di un altro secolo.
I bambini di questo
libro, da me ai miei fratelli, dal Giannino che diventerà
missionario in America Latina al piccolo Paolo, non sono diversi da
voi, dai bambini di oggi. Hanno gli stessi desideri, la stessa voglia
di essere felici. Purtroppo, però, a differenza di allora non si
insegna più che, per ottenerli, ci vuole impegno e, a volte, anche
fatica.
La sua è una memoria
anche automobilista, ci sono Topolino e Balilla... E il miracolo è
il lontano miracolo economico per dire che bisogna crederci?
Il miracolo economico
lo abbiamo vissuto, non solo come semplici spettatori, perché, fin
da piccoli, i nostri genitori ci hanno abituati a lavorare, a
raccogliere la legna che il fiume, ingrossato dalla pioggia, spingeva
fin sulla spiaggia e a farne provvista per l'inverno, ad aiutare
mamma e papà nella raccolta della verdura che coltivavano per poi
rivendere al mercato. Ore e ore chinati a raccogliere ora le patate,
ora i pomodori, ora i fagiolini.
E la Corsica non è più
un sogno, o forse non potrebbe non esserlo? Ma questo non lo
raccontiamo... Diciamo invece che vorremmo, a me personalmente
farebbe piacere, che questo libretto lo adottassero le scuole, che lo
leggessero i bambini, sicuro che poi sarebbero loro a farlo leggere
ai grandi, perché Quando la Corsica non era lontana... ha due
categorie di lettori, chi l'ha amato e chi non lo ha ancora letto.
Il libro può essere chiesto al Centro Editoriale Imperiese
cei-imperia@libero.it