Sant'Agostino di Saliceto, un tesoro d'arte quasi sconosciuto.
Giorgio Amico
Sant'Agostino di Saliceto
Entrati nella chiesa di S. Agostino,
diventata bocciofila e ora in via di recupero, nulla colpisce
l'attenzione, ma aperta una porticina sulla parete di fondo di questo
stanzone disadorno, si è catapultati di colpo in un'altra
dimensione. Una stanzetta angusta custodisce
quello che resta degli affreschi tardogotici dell'abside dell'antica
chiesa. L'impressione è straordinaria, la luce
che emana dagli affreschi intensissima.
Una Madonna, dalla veste trapunta,
domina la scena, circondata da santi e da penitenti.
Sulle pareti laterali sorrisi di
fanciulle
e persino un gatto accoccolato nel vano di una finestra, incurante da secoli di ciò che lo
circonda.
Al di là dei colori, sono i volti che
colpiscono. Sguardi intensi, profondi che ci scrutano, quasi a
chiederci il perchè della nostra visita.
Volti di contadini, raffigurati in abiti di vescovi e di santi.
L'anima profonda della Langa ci osserva con il sorriso appena accennato di chi conosce il segreto del tempo.