Entr'acte ospita, dal 29
aprile al 18 maggio, una personale di Alberto Sipione incentrata su
un ciclo di venti "architetture quotidiane", esplorate
attraverso la fotografia in taluni interni domestici del paese
centroamericano.
«Esiste uno strano gioco
di specchi in queste immagini di quotidianità nicaraguense - scrive
Giovanni Carbone nell'introduzione al volume che accompagna la mostra
- un gioco di rimandi continui tra la macchina fotografica e gli
oggetti che riacquistano vita oltre il tempo del click. Un gioco in
cui il ruolo statutario della fotografia di cristallizzatrice del
tempo, fermo per rendere permanente la narrazione di ciò che è
ritratto, è già nell'immagine che immortala. Gli oggetti ritratti,
da quelli propri di una tradizione sino alle esperienze di un
modernariato anacronistico e apparentemente fuori contesto, si
sovrappongono diacronicamente, l'uno accanto all'altro, a costruire
un racconto complesso d'un vissuto oltre il tempo».
E Pino Bertelli, fotografo sans frontières, ribadisce:
«L'architettura del quotidiano del Nicaragua fotografata da Sipione,
le abitazioni povere, gli interni ordinati, esprimono la dignità, i
segni di un vivere elementare che debordano nelle inquadrature forti,
coinvolgendo il fotografo nella storia di un popolo, nella memoria di
un tempo in cui è stato protagonista di una lotta in difesa dei
propri diritti».
Alberto Sipione nasce
a Siracusa nel 1968. Sin da ragazzo il suo interesse è rivolto alla
fotografia analogica in bianco e nero, mettendo a punto e
sperimentando personali tecniche di stampa. All'inizio del 2014
matura il passaggio alla fotografia digitale. I suoi interessi si
concentrano sulla fotografia sociale in antitesi alla fotografia
delle mode più fatue ed effimere. Tra i maestri della fotografia
utopica, Pino Bertelli e Ando Gilardi sono coloro che più
direttamente hanno arricchito il suo bagaglio concettuale e tecnico.
Vive e lavora tra Basilea e Siracusa.
www.utopiarossa.blogspot.com