Nel
1957 nasceva a Cosio d'Arroscia l'Internazionale situazionista.
Iniziamo a parlarne.
Pino Bertelli
Il pensiero
filosofico-politico dell'Internazionale situazionista
Intervista a cura di
Vanna Bertoncelli (giornalista de «il Tirreno», redazione di
Grosseto)
V.B. Come, perché e
a chi deve il suo interesse per il neo-Situazionismo?
P.B. «È stato nel
'68 che ho conosciuto le opere dell'Internazionale Situazionista, un
gruppo di artisti e filosofi che hanno occupato l'università di
Nanterre e della Sorbona e dato inizio alla rivoluzione della gioia…
il '68, appunto… i loro testi erano in francese e abbiamo
contribuito a tradurli e diffonderli. Ho conosciuto uno dei fondatori
dell'Internazionale Situazionista… Guy Debord, nel 1977… nei
giorni in cui fu espulso dall'Italia perché "persona
indesiderata"… Debord è considerato uno dei più grandi
filosofi del '900… ha scritto La società dello spettacolo,
uno dei libri più rubati del '68. Vorrei ricordare che nel '68 anche
i vini e le marmellate vennero più buoni!».
V.B. Se potessimo
definirlo come una corrente di pensiero, quale sarebbe la sua
specificità?
P.B. «La filosofia
sovversiva non sospetta dei situazionisti… hanno disvelato le
menzogne della politica istituzionale, dell'arte mercantile e della
servitù della stampa a ogni potere… lavoravano per una società
più giusta e più umana. I situazionisti sostenevano che trovare un
rivoluzionario autentico è difficile quanto scovare un uomo onesto
in parlamento».
V.B. Quali sono le
finalità di questo pensiero?
P.B. «Le finalità
del pensiero situazionista sono di assaltare il cielo del conformismo
e restituire dignità agli ultimi, agli esclusi, agli oppressi, e per
realizzare questo tutti i mezzi sono buoni. I situazionisti passavano
dalla critica radicale dell'arte all'arte radicale di ogni politica e
la notte giravano intorno al fuoco della ragione, pensavano che con
la caduta degli idoli sarebbero crollati anche i pregiudizi… mi
pare un buon debutto».
V.B. Chi sono i
maggiori esponenti, e chi i destinatari?
P.B. «I cattivi maestri dell'Internazionale Situazionista,
alcuni dei quali ho ben conosciuto e frequentato, sono Debord,
Vaneigem, Jorn, Sanguinetti… tanto per fare qualche nome. I
destinatari del loro pensiero sovversivo sono tutti quelli che dicono
a ogni forma di potere: la mia parola è NO!».
V.B. In quali zone
della nostra Penisola il neo-Situazionismo è presente? E all'estero
come stanno le cose?
P.B. «Il pensiero
ereticale dell'Internazionale Situazionista è disperso ovunque ci
siano uomini e donne che pensano con la propria testa… e lavorano
principalmente alla destituzione dell'ipocrisia istituzionale. I
situazionisti dicevano che tutti quelli che erano belli e
intelligenti potevano entrare nell'Internazionale Situazionista… e
dare inizio allo smantellamento del pensiero dominante. Va detto:
l'IS si è autosciolta nel 1972, ma la seminagione libertaria di
critica radicale della società mercantile dell'IS non è mai morta».
V.B. Con quali modalità
viene comunicato e diffuso questo pensiero? E con quali
finanziamenti?
P.B.«Modalità?Finanziamenti,
MI CHIEDI? I situazionisti non hanno codici né regole da rispettare…
ogni cosa va bene quando si tratta di abolire i partiti politici e
fondare una società di liberi e uguali… il diritto della forza va
combattuto con la forza del diritto. Grazie, e che sia lode ora a
uomini di fama».