In quindici anni di
vita dell'Internazionale situazionista (1957-1972), a fronte di migliaia di situazionisti
“autocertificati”, i membri “ufficiali” sono stati poco più di una settantina. Tranne Debord e
un'altra decina, di loro non si sa quasi nulla. Ne stiamo
ricostruendo le storie. Oggi parliamo di Eduardo Rothe.
Giorgio Amico
Eduardo Rothe, il guerrigliero
bordighista diventato ministro (o quasi)
Gli anni '60 sono gli
anni d'oro della rivoluzione cubana e del Che, nella storia
dell'Internazionale situazionista, diventata dopo il 1962 un
movimento integralmente politico, non poteva mancare anche un
ex-guerrigliero latino-americano che, dopo mille peripezie e la
scoperta del comunismo eretico di Amadeo Bordiga, sbarca in Europa
nel '68 per partecipare alla “rivoluzione” del Maggio.
Eduardo Rothe nasce nel
1945 a La Plata in Argentina dove il padre, organizzatore sindacale,
si era rifugiato
all'indomani della grande lotta
dei minatori di El Callao
per sfuggire alla repressione che
imperversava in Venezuela. Dopo aver girovagato con la famiglia
attraverso tutto il continente, Edoardo inizia a militare
quindicenne nell'organizzazione giovanile del PC venezuelano e poi
nel MIR (Movimento della Sinistra Rivoluzionaria) che agisce in
clandestinità. Un'esperienza altamente formativa, Rothe verrà anche
arrestato, ma che lo lascia insoddisfatto per i limiti teorici
evidenti della sinistra rivoluzionaria filocastrista.
In cerca di più solide
basi teoriche, e probabilmente anche di nuove emozioni politiche,
egli entra in contatto con Marc Chiric, militante di origine russa della sinistra comunista che nel 1952 aveva abbandonato la Francia
per il Venezuela ritenendo imminente lo scoppio della terza guerra
mondiale. A Caracas Chiric aveva riunito attorno a sé un piccolo
gruppo di studenti ed editava una rivista, Internacionalismo, che
tentava una sintesi fra le tesi della sinistra comunista italiana e
l'esperienza germano-olandese dei consigli operai. Il gruppo si era
costituito nel 1964 in condizioni particolarmente difficili
d’illegalità e di repressione feroce e aveva presto avviato un
dialogo con realtà rivoluzionarie francesi e italiane.
Nel '68, sull'onda della
rivolta studentesca che dopo decenni di controrivoluzione pare
riaprire in Europa spazi all'azione delle minoranze rivoluzionarie,
Marc Chiric torna a Parigi con una parte dei suoi giovani seguaci.
Rothe è uno di questi, ma, affascinato da Debord e dai
situazionisti, non segue Chiric nella costruzione di una nuova
organizzazione marxista rivoluzionaria, la Corrente Comunista
Internazionale, ma, dopo una attiva partecipazione all'azione del
CMDO (Consiglio per il mantenimento delle Occupazioni), aderisce
all'I.S. e raggiunge la sezione italiana creata a Milano nel gennaio
1969 da Gianfranco Sanguinetti, Claudio Pavan e Paolo Salvadori.
La sua partecipazione ai
lavori dell'I.S. è molto intensa. Collabora al dodicesimo e ultimo
numero della rivista con l'articolo La conquête
de l'espace dans le temps du pouvoir (septembre 1969), poi con
Puni Cesoni scrive Il Reichstag brucia? Un pamphlet siglato Gli
amici dell'Internazionale che, primo in Italia, denuncia la strage di
Piazza Fontana come una provocazione di Stato.
Nell'aprile 70 è escluso
dall'I.S., ma continua la sua attività politica in Italia per poi
trasferirsi in Portogallo al tempo della rivoluzione dei garofani.
Tornato in Venezuela,
dopo aver svolto diverse attività, fra cui l'agronomo e il
pescatore, si è dedicato con grande successo al giornalismo
televisivo, per finire poi membro dello staff di Andrés Izarra
ministro delle Informazioni e della Comunicazione del governo Chavez.