Una linea che parte da
Fernando Pessoa e, passando da Aleister Crowley arriva fino a Mick
Jagger.
Raffaele K. Salinari
Simpathy for the Devil
«A un chilometro e mezzo
circa a ovest di Cascais, proprio sulla costa atlantica, c’è una
località rocciosa di grande bellezza chiamata La bocca dell’Inferno
(Boca do Inferno), un luogo sempre meraviglioso, ma che diventa
sublime e perfino sinistro nei giorni di tempesta. Non è
raccomandabile avvicinarsi troppo al ciglio del cerchio nero.
Naturalmente è stato teatro di molti suicidi».
Fernando Pessoa, famoso
uomo di lettere ed esoterista portoghese, così descrive il
luogo-simbolo della nostra storia, capace di legare, attraverso il
filo rosso dell’occultismo, personaggi come Mike Jagger, frontman
dei Rolling Stones, ad Hanni Larissa Jaeger, il cui cognome altro non
è che l’omofono tedesco, sua patria di origine, di quello del noto
rocker. Due «vite parallele», come direbbe Plutarco, convergenti e
divergenti al tempo stesso, accomunate da una simpaty for the
devil che, però, come vedremo, ha concesso una lunga e creativa
vita al primo, ed una brevissima quanto intensa e tormentata
all’altra. E allora, cosa unisce e cosa invece divide Mike e Hanni
di fronte alla Bocca dell’Inferno?
La breve vita della Dama
Scarlatta
Hanni Larissa Jaeger
Estate (1910-1933), questo il suo nome completo, la conosciamo
soprattutto perché, a soli diciannove anni, diventa l’amante di
uno dei personaggi più discussi a cavallo tra il XIX e il XX secolo:
Aleister Crowley, colui che si firmava, tra le altre cose, con il
nome di La Grande Bestia 666. Torneremo su questo, ma ora ci
interessa la figura di Hanni, giovane artista dalla doppia
cittadinanza tedesca ed americana, essendo nata da una famiglia
tedesca che si era trasferita, quando lei aveva quattordici anni, in
California.
Crowley la incontra a
Berlino nel 1929 dove Hanni sta organizzando una mostra, ancora
studentessa, presso la locale Accademia d’arte. È in città solo
da qualche mese e la differenza di età, lui ha già cinquantacinque
anni, non impedisce ai due di stabilire una relazione amorosa. Le
cronache dell’epoca concordano nel dire che Hanni fosse una ragazza
di grande fascino e bellezza, come si evince dalla rare foto in
circolazione, ma anche estremamente instabile caratterialmente,
evenienza che forse la porterà al suicidio per overdose di morfina,
a soli ventidue anni, in una stanza dell’Hotel Alhambra di Palma di
Maiorca. E fu probabilmente il suo fascino tormentato che irretì lo
scrittore di questa vicenda: Fernando Pessoa.
Si sa che il portoghese
non ha avuto una vita amorosa significativa, anzi, diremmo piuttosto
scialba se si eccettua la relazione, peraltro breve e triste, con
Ophelia Quiroz nel già allora lontano 1920, incluso un pallido
ritorno di fiamma nel 1929, proprio l’anno in cui tra Crowley e
Pessoa inizia lo scambio epistolare che porterà, l’anno dopo,
all’incontro dei tre. Pare dunque che il lusitano fosse così
impressionato dalla giovanissima amante dell’oramai maturo
occultista, da dedicarle una poesia “Dà la sorpresa di essere“,
pervasa di una forte carica erotica. Ne citiamo i versi iniziali per
dare l’idea: “Dà la sorpresa di essere/È alta, di un
biondo scuro./Fa bene anche solo pensar di/Vederne il corpo maturo…”.
Il ruolo di Hanni, in
questa genealogia immaginale che parte da lei per arrivare al
fondatore delle Pietre Rotolanti, che ben ne conosceva la storia, è
certamente legato al nome mistico che le aveva dato Crowley: la Dama
Scarlatta. Ed è proprio in questa veste che la giovane artista
appare nella vicenda del falso suicidio del suo amante alla Bocca
dell’inferno, nel settembre del 1930.
Ordini iniziatici
Il 2 settembre del 1930
dunque, Crowley e Pessoa si incontrano per la prima volta de
visu a Lisbona. Era oramai più di un anno che corrispondevano
epistolarmente e non si erano mai conosciuti di persona. Lo scambio
nasce da alcune osservazioni di Fernando sul cielo natale di
Aleister, che aveva potuto studiare leggendone la biografia. Le sue
puntualizzazioni sulle efemeridi, ed i conseguenti trigoni e cuspidi
che gli sembravano così più coerenti con il profilo dell’inglese,
ne attirò l’attenzione. Da questo nacque l’idea dell’incontro,
anche con il fine di pubblicare qualcosa insieme per la casa
editrice The Mandrake press, che allora deteneva i diritti dei
libri di Crowley e che avrebbe potuto così espandersi in Portogallo.
Pessoa era un noto
studioso di esoterismo, basti leggere il suo famoso libretto Pagine
esoteriche, o la perorazione in favore della Libera Muratoria
oppressa dal nascente regime falangista di Salazar pubblicata
sul Diario de Lisboa nel 1935. I regimi totalitari non
amano il libero pensiero e la battaglia intellettuale e politica che
allora combatté Pessoa rimane di grande attualità anche nel mondo
contemporaneo. Detto questo, il dibattito sulle reali appartenenze
iniziatiche dello scrittore lusitano è ancora in corso, dato che ad
un certo punto della sua Autobiografia, così egli stesso si
definisce; ne riportiamo qui si seguito un estratto.
Posizione religiosa:
Cristiano gnostico e pertanto interamente opposto a tutte le Chiese
organizzate, e soprattutto alla Chiesa di Roma. Fedele, per motivi
che saranno impliciti più avanti, alla Tradizione Segreta del
Cristianesimo, che ha relazioni intime con la Tradizione Segreta di
Israele (la Santa Kabbalah) e con l’essenza occulta della
Massoneria. Posizione iniziatica: Iniziato, per comunicazione diretta
del Maestro al Discepolo, nei tre gradi minori dello (apparentemente
estinto) Ordine Templare del Portogallo. Altro si deduce da quanto è
detto sopra. Riassunto di queste ultime considerazioni: avere sempre
nella memoria il martire Jacques de Molay, gran Maestro dell’Ordine
dei Templari, e combattere sempre e dappertutto i suoi tre assassini:
l’Ignoranza, il Fanatismo e la Tirannia.
Come si vede da queste
brevi, ma dense righe, l’appartenenza di Pessoa ad un Ordine
iniziatico (i Templari) viene chiaramente esplicitata per introdurre
così anche il dubbio sulla sua solo apparente estinzione. Ed è a
questo punto che entra in gioco Crowley che, tra i vari Ordini più o
meno occulti, o pseudo tali, da lui fondati, avrebbe riconosciuto ed
«accettato» Pessoa come iniziato.
Qui vanno dunque
brevemente riportate le supposte ascendenze iniziatiche di Crowley,
che partono dalla sua appartenenza all’Hermetic Order of the Golden
Dawn, l’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, fondato intorno al 1886
da William Robert Woodman, William Wynn Westcott e Samuel Liddell
MacGregor Mathers, tutti in origine massoni e membri della Societas
Rosicruciana in Anglia. Incardinata sulla tradizione della Qabalah,
ispirata al recupero della Tradizione Occidentale ed allo studio
delle pratiche teurgiche, l’Alba Dorata come simbolo del risveglio
spirituale e dell’illuminazione alla consapevolezza, l’Ordine
ebbe alla fine del XIX secolo un grande prestigio, soprattutto per la
caratura culturale di alcuni dei suoi, presunti, adepti, come il
poeta William Butler Yeats e forse Sir Arthur Conan Doyle, certamente
massone e spiritista, e Bram Stoker l’autore di Dracula, che
ne determinarono l’influenza su tutto l’occultismo occidentale
del secolo successivo.
Crowley entra nell’Ordine
quando i contrasti tra fazioni interne si sono già manifestati, come
spesso accade quando si egotizza la Tradizione e dunque non si
rispettano più le gerarchie rituali. Ed è esattamente il caso di
Crowley che salta a piè pari diversi gradi dell’Ordine poiché, a
suo dire, riceve al Cairo nel 1904 direttamente da una entità
superiore chiamata Aiwass, la rivelazione delle verità ultime,
condensate nell’ambigua formula: Fa ciò che vuoi sarà tutta
la Legge. Amore è la Legge. Amore sotto la volontà. A questo punto,
sconcertando gli adepti più rigorosi, tra i quali Yeats che lo
ingiuria pubblicamente a più riprese, non solo si nomina Ipsissimus,
massimo grado iniziatico dell’Ordine ma, ovviamente, ne fonda uno
tutto suo chiamato Thelema (in greco antico volontà).
Questo diverrà con gli anni la base dei suoi discussi e discutibili
riti nella sede dell’Abbazia di Thelema a Cefalù dove, intorno
agli anni ’20, passano diverse personalità del mondo artistico
dell’epoca.
Di questo periodo si sono
interessati scrittori e saggisti del calibro di Leonardo Sciascia e
Vincenzo Consolo che nel suo racconto Nottetempo casa per casa,
ambientato proprio a Cefalù, descrizione di una antica maledizione
licantropica, farà dell’esperienza dell’Abbazia il ricettacolo
dell’abominio, per cui i personaggi più corrotti di quel
microcosmo siciliano verranno risucchiati nel cono oscuro della
setta. Espulso dall’Italia dal nascente regime fascista dopo soli
tre anni di permanenza, la vita di Crowley sarà un chiaro scuro
continuo, tra deliri mistici e debitori che lo rincorreranno sino
alla morte, nel 1947. Personaggio dalle molte valenze, fu anche
poeta, saggista, scrittore, pittore e naturalmente occultista. Uomo
certo non neutro, i giudizi su di lui sono quasi sempre estremi,
basti pensare al fosco ritratto che ne traccia Somerset Maugham nel
suo romanzo Il Mago del 1908 o, al contrario, il fascino
esercitato su nostro Pessoa come traspare dalla pagine del suo
romanzo giallo La Bocca dell’Inferno.
Crowley e Pessoa a Lisbona
Nella Bocca dell’Inferno
Eccoci allora tornati in
Portogallo. Qui viene architettata una vera e propria beffa che
doveva avere lo scopo di attirare l’attenzione sui due personaggi
oramai al tramonto della loro fama: Crowley e Pessoa appunto. In
sintesi viene inscenato, con l’aiuto determinante di Hanni, il
finto suicidio di Crowley a Bocca dell’Inferno. Tutto inizia con la
sua scomparsa ed un biglietto enigmatico, indirizzato ad Hanni, con
la scritta: “Non posso vivere senza di te. L‘altra “Boca do
inferno” mi prenderà, ma non sarà bollente come la tua”. La
firma è quella di Tu Li Hu, un saggio cinese del quale Crowley
diceva di essere la reincarnazione. Intorno a queste brevi frasi, che
ne coronano la scomparsa, Pessoa scriverà un romanzo giallo, La
Bocca dell’Inferno, mantenendo per qualche settimana, con l’aiuto
di Hanni alla cui «bocca» si riferisce evidentemente la frase
lasciata sul bigliettino infilato tra le rocce, l’inganno
mediatico.
Il tutto, infatti,
sarebbe partito dalla rottura della relazione tra i due amanti,
platealmente recitata da Crowley e la Jaeger sulla spiaggia
antistante l’oceano: dopo questa delusione d’amore la Grande
Bestia 666 avrebbe deciso di suicidarsi. Dopo poco tempo però sarà
chiara la beffa e svelata la partenza di Crowley per la Germania,
dove infine lo raggiungerà Hanni. Qui incontrerà Aldous Huxley, uno
dei vati della futura beat generation, che sarà introdotto
all’uso della mescalina proprio da lui. Sono gli anni della
Repubblica di Weimar, già il Nazismo avanza, ma questa è un’altra
storia, mentre per i particolari della finta inchiesta rimandiamo al
libro di Pessoa.
Con Huxeley si apre
dunque l’influenza che sugli anni Cinquanta e Sessanta del secolo
scorso ha avuto la figura di Crowley. Ma il suo epigono forse più
noto, data la cerchia di musicisti rock che ha lavorato con lui, è
certamente Kenneth Anger, nato Kenneth Wilbur Anglemyer (Santa
Monica, 3 febbraio 1927), sceneggiatore, regista e scrittore
d’avanguardia, conosciuto per il suo cinema underground e
sperimentale. Il primo film, Fireworks, viene girato nel 1947e
attira l’attenzione di Jean Cocteau che lo invita a Parigi. Già in
questa pellicola, senza dialoghi, girata in 16 mm., vediamo chiare
allusioni visive all’occultismo e all’esoterismo.
Dal 1950 al 1960 Anger
vive e lavora quasi esclusivamente a Parigi, e per un breve periodo
in Egitto e a Roma. Nel ‘54 torna negli Stati Uniti dove gira uno
dei suoi film più noti, Inauguration of the Pleasure Dome,
ispirato appunto ai rituali di Aleister Crowley, di cui si dichiara
adepto e profeta. È solo il primo delle pellicole dedicate
esplicitamente al suo Maestro dell’occulto. Ed infatti, nel 1955,
gira un documentario sulle rovine dell’Abbazia di Thelema a Cefalù,
andato perduto.
Tornato definitivamente
negli Stati Uniti, nel ‘67 comincia le riprese del suo film più
famoso, Lucifer Rising, caratterizzato da una lavorazione lunga
oltre un decennio e da varie vicissitudini, inclusa una polemica con
Jimmy Page chitarrista dei Led Zeppelin, per la colonna sonora. Per
interpretare il ruolo di Lucifero – protettore dei cineasti, così
lo definisce Anger – sceglie un giovanissimo musicista sconosciuto,
Bobby Beausoleil che, come spesso accade alle menti deboli e senza
una vera disciplina iniziatica, è convinto che il lato oscuro possa
finalmente portare alla Luce; risultato: finirà con l’aggregarsi
alla oscurissima ed assassina Family di Charles Manson.
Ma il cerchio che abbiamo
aperto con Hanni Jaeger si chiude con Mike Jagger nel 1969, quando
Anger utilizzò gli scarti del girato di Lucifer Rising per
montare Invocation of My Demon Brother, un cortometraggio di 11
minuti con musiche composte dallo stesso Jagger al moog, dove
Beausoleil appare brevemente assieme al fondatore della Chiesa di
Satana californiana Anton LaVey, a Keith Richards ed Anita Pallemberg
allora sua compagna.
Ripreso il progetto nel
1970, il regista cercò invano di far interpretare Lucifero a Jagger
stesso, che nel frattempo aveva introdotto alle dottrine crowleiane
assieme a Marianne Faithfull che nel film interpreta il ruolo di
Lilith. Ecco, allora, spiegata quella simpaty for the devil che
tanto ha contraddistinto i Rolling Stones sino ad anni recenti,
quando l’età e forse anche una certa saggezza, hanno fatto
abiurare l’influsso “satanico” che Aliester Crowley ha avuto su
di loro. Ed infine, ma non certo per importanza, basta guardare la
celeberrima copertina di Sgt. Pepper per accorgersi che lo
spettro del vecchio occultista agitava anche le fantasie dei Fab. 4,
ma questa storia la racconteremo un’altra volta.
Il manifesto/Alias – 16
marzo 2019