Clusone. Oratorio dei Disciplini. Trionfo della morte.
Il
declino del mondo medievale e l'affermarsi del mondo moderno portano
con sé la fine della istituzione corporativa. All'artigiano che
conosce i segreti del mestiere, si contrappone il borghese che
conosce i segreti del capitale. È
una battaglia persa in partenza che pone le premesse, come vedremo
nel prossimo capitolo, del passaggio in Inghilterra dalla Massoneria
di mestiere medievale a quella filosofica moderna.
Giorgio Amico
Il declino delle
corporazioni e la nascita del mondo moderno
Il fiorire del gotico
segna il periodo di massimo splendore dell'associazione muratoria,
per due secoli la corporazione vede crescere il proprio prestigio e le
proprie fortune, poi con i primi segni della grave crisi che incombe
sull'Europa, inizia improvviso il declino.
Nei primi anni del XIV
secolo l'ondata espansiva dell'economia medievale iniziata con il
Mille si arresta bruscamente. Il commercio ristagna, l'industria
declina, l'incremento demografico si blocca, le città si spopolano
nuovamente.
Il continente è
devastato da spaventose catastrofi naturali e dalla terribile guerra
dei Cent'anni che, protrattasi dal 1339 al 1459, mette in ginocchio i
due paesi più prosperi: Francia ed Inghilterra.
La carestia che per tre
anni, dal 1315 al 1317, devasta l'Europa, la peste nera, arrivata
dall'Asia, che infuria dal 1347 al 1250 con virulenza inaudita,
cancellano d'un colpo oltre un terzo dell'intera popolazione europea.
Passato l'incubo delle
guerre e delle pestilenze, ne rimangono le tragiche conseguenze:
bande di briganti terrorizzano le campagne, la fame del il freddo
fanno strage degli abitanti delle città, ovunque dilaga la violenza.
È il mondo desolato che
François Villon descrive in un pugno di versi:
En ce temps que j'ai dit
devant,
Sur le Noël, morte
saison
Que le loups se vivent de
vent
Et qu'on se tient en sa
maison
Pour le frimas, pres du
tison...
In quel tempo che ho
detto avanti,
Verso il Natale, morta
stagione,
Quando i lupi vivono di
vento
E ognuno in casa, in un
cantone
Sta per il gelo, presso
un tizzone... 46
La crisi del mondo
tradizionale, giunto ormai al culmine della sua parabola, segna la
nascita di un ampio antagonismo sociale. Scrive il Pirenne:
«Verso la fine del
secolo il proletariato cominciò a formarsi anche all'interno di
quelle piccole corporazioni artigiane, la cui organizzazione era
diretta alla difesa dell'indipendenza economia dei membri. Tra i
maestri artigiani e gli apprendisti e i compagni, che lavoravano alle
loro dipendenze, l'intesa era durata finché fu possibile ottenere
facilmente la qualifica di maestro. Ma dal giorno in cui, con
l'arresto dell'incremento demografico, gli artigiani si videro
costretti a rinunciare a sviluppare ulteriormente la loro produzione
l'ascesa verso tale qualifica era diventata sempre più difficile. La
tendenza a riservarla alle famiglie che già la detenevano si
manifestò con ogni genere di disposizioni: prolungamento
dell'apprendistato, aumento della tassa per ottenere il titolo di
maestro, obbligo di eseguire un “capolavoro” a garanzia delle
capacità dell'aspirante. In breve, ogni corporazione artigiana si
trasformò in un gruppo egoista di padroni decisi a trasmettere ai
figli o ai generi la clientela ormai numericamente ristretta delle
loro piccole botteghe. Non c'è da stupirsi, quindi, se fin dalla
metà del XIV secolo, tra gli apprendisti e specialmente tra i
lavoranti che vedevano sfumare la possibilità di migliorare la
propria condizione, affiorò uno scontento che si manifestò con
scioperi e richieste di aumento salariale e infine con la lotta per
partecipare insieme con i maestri al governo della corporazione
è...]. L'identità di interessi e rivendicazioni che legava tra loro
i lavoranti, fece presto sorgere fra di loro associazioni di mutuo
soccorso e difesa, che si estesero a molte città. Si tratta dei
compagnonnages o gesellenverbande, che apparvero dapprima in Francia
e un poco più tardi in Germania, e il cui scopo fu quello di fornire
lavoro ai membri e proteggerli contro lo sfruttamento dei maestri».
47
Nel 1420 il
compagnonaggio appare in Francia ormai nettamente definito, In una
ordinanza di Carlo VII ai compagni calzolai di Troyes si parla di
«Molti Compagni e operai
del detto mestiere, di molte lingue e nazioni, che vanno e vengono
per le città per apprendere, conoscere e sapere gli uni degli
altri». 48
È da questa drammatica lacerazione del tessuto sociale medievale che, crediamo abbia avuto
origine la leggenda di Hiram, maestro architetto del tempio di Salomone, assassinato da tre apprendisti gelosi. La leggenda,
sconosciuta nell'antichità, riflette infatti la consapevolezza di
una dualità maestro-apprendista, contrapposta al mito del Maestro
simbolo di unità e di ordine. 49
Verso la metà del secolo
le menti più acute della Libera Muratoria compresero che occorreva
al più presto rilanciare l'associazione. Nel 1459 si svolse, sotto
la protezione dell'imperatore Massimiliano, raffigurato in una
incisione commemorativa dell'avvenimento con le insegne di maestro
architetto, l'Assemblea Generale di Ratisbona della corporazione
degli scalpellini e tagliatori di pietre della Germania.
Nel congresso, a cui
parteciparono 19 maestri, venne deciso di redigere una nuova
costituzione dell'associazione e di nominare Gran Maestro
l'architetto del cantiere principale del Duomo di Strasburgo., Jost
Dotzinger di Worms. Nonostante tutti questi sforzi, il corso della
storia non poteva più essere deviato.
La ripresa delle corporazioni non fu di lunga durata. Le corporazioni edili perdettero
via via i loro privilegi e per la maggior parte furono sciolte nel
XVII secolo. A questo declino non fu estranea la rottura dell'unità
culturale e religiosa d'Europa dovuta alla Riforma.
Nel 1495, ad esempio,
nella fino allora tranquilla Inghilterra si registrò un brutale
attacco alla Massoneria. Enrico VIII, accentratore e tirannico,
sospettando che nelle confraternite si annidassero, proteggendosi con
il velo del segreto oppositori e cospiratori cattolici, per sventare
ogni possibile minaccia al suo potere, emanò un editto col quale si
vietava ogni associazione fondata su riti e segni di riconoscimenti
segreti.
Anche in Francia il
clima non era più favorevole alle società iniziatiche: nel luglio
del 1500 il Parlamento di Parigi vietò severamente ogni riunione di
massoni sotto pena della confisca dei beni e del decadimento delle
rispettive qualifiche professionali. 50
Di fronte alle
persecuzioni della Chiesa e dei sovrani, le organizzazioni massoniche
e compagnoniche furono costrette, per non interrompere i loro lavori,
ad entrare in una specie di clandestinità e a celarsi sotto
l'insospettabile facciata di innocue associazioni religiose.
In Inghilterra nel 1509
nasce la “Gilda dei costruttori” sotto il patrocinio di San
Giovanni e la protezione della Chiesa. A Parigi, nel corso del XVII
secolo opera una “Confraternita di san Giuseppe dei Compagni
carpentieri”, con sede presso la chiesa dei canonici regolari al
Faubourg Saint-Germain.
La natura religiosa
dell'associazione copre il mantenimento delle pratiche segrete del
compagnonaggio, allora proibite, come testimonia un'immagine sacra
della Confraternita. L'illustrazione, risalente al 1677, rappresenta
San Giuseppe al lavoro, la Vergine seduta e Gesù fanciullo
impugnante un compasso. Ai lati panoplie d'utensili, fra i quali
spiccano un compasso ed una squadra incrociati. 51
Se queste misure ebbero
una qualche efficacia concreta, le condanne ecclesiastiche e le
angherie dei despoti, poco o nulla valsero nei confronti della ben
più grave insidia rappresentata dal nuovo spirito, emanazione
dell'allora nascente borghesia, che a partire dal secolo XVI diede
mano all'affossamento delle strutture politiche, culturali, religiose
della società medievale. L'autunno del Medioevo recava
inevitabilmente con sé il declino irreversibile dell'istituzione
corporativa.
«Il commercio – scrive
lo Jacq – si erge contro l'artigianato e comincia a prevalere su
esso. Oramai non vi sono più “artefici” e “operativi”, bensì
semplici “operai”, cioè persone considerate dei poveri diavoli
senza intelligenza e che formano il più basso strato della società».
52
(Da: G. Amico, Dalla
Massoneria di mestiere alla Gran Loggia d'Inghilterra, CSI, Ars
Graphica, Savona 1980)
46. Cfr. François
Villon, Poesie, feltrinelli, Milano 1966, p.3.
47. Cfr. Henri Pirenne,
Storia economica e sociale del Medioevo, Garzanti, Milano 1967, p.
226.
48. Cfr.
Geoges Allary, Le Compagnonnage,
Métiers d'art, Paris 1978, p.19.
49. Cfr. J.C. Pichon,
L'altra storia, Rosada, Torino 1972, p. 249.
50. Cfr. C. Jacq, La
Massoneria. Storia e iniziazione, Mursia, Milano 1978, p. 113.
51. Cfr.
Geoges Allary, cit., p. 24-25.
52. Cfr. C. Jacq, cit.,
p. 113-114.
Una precisazione è
doverosa: in questi quasi 40 anni la ricerca storica sulle origini
della Massoneria ha fatto passi da gigante, il testo è quindi da
considerarsi datato, come peraltro dimostrano i testi citati, i più
recenti dei quali sono degli anni '70.