È in preparazione una
storia di Azione Comunista, giornale e movimento politico attivo alla
sinistra del Pci fra la metà degli anni Cinquanta e la metà del
decennio successivo. Ne presentiamo una anteprima.
Giorgio Amico
Perché una storia di
Azione Comunista?
Mentre
sul Pci esiste una bibliografia ormai imponente, in larga parte
generatasi dallo scioglimento stesso del partito e dalla fine di
quella esperienza, delle dissidenze comuniste non si conosce quasi
nulla. Solo il pochissimo che questi gruppi hanno raccontato sulla
loro storia oltre agli studi di un ristretto gruppo di ricercatori,
spesso ex militanti di quelle stesse organizzazioni, come Danilo
Montaldi, Sandro Saggioro, Arturo Peregalli, Dino Erba, Diego
Giachetti, Roberto Massari, Paolo Casciola e pochissimi altri. Certo, esiste una copiosa letteratura sul gruppi “extraparlamentari” del
post 68, ma non c'è a tutt'oggi una storia complessiva del trotskismo
in Italia, né della sinistra comunista, né delle organizzazioni che
pure furono attive alla sinistra del Pci fra la fine degli anni
Quaranta e gli anni Sessanta.
Una di queste realtà poco conosciute
sono i “Gruppi della sinistra comunista”, poi “Movimento della
sinistra comunista”, ed il loro giornale Azione
Comunista su cui esiste
solo un sintetico studio di Arturo Peregalli apparso nell'ormai
lontano 1980 sulla rivista “Classe” in un numero monografico
dedicato alle riviste della sinistra non conformista degli anni '50 e
'60.
Eppure Azione Comunista
fu una realtà interessante e assai controversa, ad immagine del suo
creatore ed esponente di punta Giulio Seniga. Una storia molto
articolata, scomponibile in due grandi periodi: il primo, dal 1954
agli inizi del 1959, si svolge interamente sotto l'egida di Giulio
Seniga nell'ambito più generale delle forme, pubbliche e coperte,
che la guerra fredda, allora in pieno svolgimento, prende in Italia.
Il
secondo, dal 1959 al 1966, è quasi interamente nel segno di Arrigo
Cervetto che progressivamente nel contesto più complessivo della
ripresa delle lotte operaie conseguenza diretta del miracolo
economico e della radicale trasformazione vissuta dal paese, getterà
le basi della sua teoria del “Partito strategia”. Sono gli anni
dell'apertura a sinistra, dell'inizio della distensione, del
centrosinistra e del manifestarsi di nuove espressioni del dissenso
comunista, come l'operaismo di Panzieri e dei Quaderni
Rossi o
il
movimento filocinese.
È
una storia articolata e complessa, di cui, soprattutto per la
prima fase, molti aspetti restano ancora da chiarire. Una storia di
ideologismi esasperati, di feroci lotte intestine e di scissioni, di
figure autorevoli e di personaggi ambigui. Una storia interessante
perché per molti aspetti precorre, nel bene e nel male, i percorsi
di quella che sarà poi la Nuova sinistra post sessantottina. Una
storia che rischia di andare persa con la scomparsa dei protagonisti
di allora, ma anche della leva di quadri che questi cercarono di
selezionare e formare fra la fine degli anni '50 e la metà degli
anni '60.
Se
vogliamo, è anche la narrazione di una serie di vite, di percorsi
politici, di incontri e scontri, ma anche il racconto di una
sconfitta annunciata, la storia di una battaglia che non aveva la
minima prospettiva di successo, fra gruppi di qualche decina di
militanti, privi di mezzi e di visibilità, ed un colosso di due
milioni di iscritti, il Pci togliattiano, capace di egemonizzare
larga parte della cultura italiana di allora. Una lotta che, con
tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni, pure fu combattuta, con
ostinazione e con coraggio, ma soprattutto con la ferma convinzione
che les mauvais jours
finiront, che tempi
nuovi sarebbero presto venuti e che a quello occorreva prepararsi.
Millennarismo? Forse, ma anche, come nel caso di Arrigo Cervetto o
Onorato Damen, una straordinaria prova di coerenza politica ed umana.
Una
storia, con le sue luci e anche le tante ombre, che è doveroso non
dimenticare, soprattutto in tempi, come gli attuali, in cui si vivono
di nuovo giorni cattivi, ma senza più le speranze, magari ingenue ma
vitali, di allora.