E' da poco in libreria l'ultimo libro di Marino Magliani dedicato ad Amsterdam che ci insegna come girare la città in bicicletta per scoprirne segreti e curiosità.
Amsterdam è una farfalla
Tra i canali e i sotterranei della capitale olandese, un intreccio oscuro che solo le avventure del protagonista in sella alla propria due ruote riuscirà a rischiarare. Una guida alternativa che accompagna il lettore, a pedali, alla scoperta del volto misterioso di Amsterdam.
A uno scrittore viene commissionato un libro su Amsterdam. Il punto di vista è quello della bicicletta. Il suo è un viaggio che inizia dal Mare del Nord dato che l’autore vive da anni sulla costa olandese. Lo accompagna il suo traduttore, Roland Fagel. Un libro fatto di pedalate lungo i canali, come una sorta di reportage narrativo dal sellino, ma che fin da subito non gli sembrerà un lavoro facile, perché il testo che lo scrittore aveva in mente si trasforma, e da innocente guida letteraria sulla città, piena di citazioni e curiosità, di paralleli tra la sua Liguria verticale e l’orizzontalità olandese, diventerà un vero e proprio viaggio nei sotterranei di Amsterdam. Egli scoprirà che le persone che Roland Fagel gli fa incontrare - tra di loro una famosa giornalista, un contadino che coltiva verdura biologica a Broek, un misterioso uomo di affari -, e che gli vengono presentate come membri di una felice associazione di amici della bicicletta, in realtà nascondono un passato di lotta contro le istituzioni e segreti inquietanti risalenti a trent’anni prima, quando la città venne sconvolta dai lavori per la metropolitana. E Amsterdam, la città che più di ogni altra assomiglia a una ragnatela di canali e strade che si diramano a semicerchio e viaggiano paralleli per rientrare nel grande fiume IJ, agli occhi e all’immaginazione dello scrittore, mentre esplora un labirinto fatto di sotterranei dove si trovano i cimiteri di biciclette della città, prende le sembianze di una talpa che, all’improvviso, diventerà una farfalla.
Marino Magliani
Amsterdam è una farfalla
Ediciclo, 2011
€ 13,00
Marino Magliani
Amsterdam, che luce c’era?
Lui mi parlava dei personaggi centrali, quelli della vera luce, Frans Banning Cock, capitano degli archibugieri, e il suo subalterno Willem Van Ruijtenberg.
“Che luce è? Guarda la bambina, con la zampa di pollo nella mano… che in olandese è Klauw, zampa, e l’archibugio è Klove, infatti una delle vie della torre Doelen, la torre per cui era stata commissionata la tela a Rembrandt, è Kloveniersburgwal. Che luce è dunque quella che illumina il volto degli altri archibugieri, e i suonatori di tamburo, e gli sparatori e gli urlatori, lasciando il loro corpo nell’oscurità? la luna o il sole? O sono torce? Questo non lo sapremo mai…”
“È la luce della Farfalla ” dissi.
Annuì, serio, fissandomi. E ammise che era così. “È la luce della Farfalla, dovevo immaginarlo.”
Disse che voleva farmi fare il tour che aveva compiuto De Amicis. Dopo La Ronda andammo a guardare dunque I sindaci dei mercanti di panno, e poi passammo a vedere la Pace di Munster, e i sindaci della confraternita di San Sebastiano, di Bartholomeus Van der Helst.
Poi uscimmo, saltammo sulle bici e lasciammo il Rijksmuseum e la Stadhouderskade. Avevo appuntato ogni cosa, in una grafia che posso decifrare solo io. Ogni segno, ogni pietra che avevamo visto, ogni lettura, ogni passo de La caduta di Camus che racconta questa città, ogni osservazione di De Amicis. E prima del Rembrandttoren avevo scritto che da quelle parti aveva casa Geert Meijsing, il grande narratore olandese che soggiornava in Italia da anni e vergognosamente nessuno aveva mai tradotto. Meijsing, il nome che inseguiva quest’archittetura.
Che libro sarebbe diventato? Era possibile raccontare quest’aria ai lettori italiani, queste grida di gabbiani, e il rullio delle acque? I colori delle cose di giorno, la vita, la realtà, il respiro dell’hashish, l’odore delle cose che mangiava la gente. Erano le cose che non potevano mancare, in un libro su Amsterdam.
Non l’avrebbero mai riconosciuta, attraverso il mio libro. Solo l’archeologia, com’erano archeologia i miei libri appena uscivano. Un racconto minerale, non stavo scrivendo altro. Un sotterfugio.
Le pietre dei cortili di Amsterdam che anticamente in certi posti dovevano essere gialle, mentre quelle delle vie pubbliche erano di colore rosso, così nessuno poteva rubarsi le pietre rosse per utilizzarle nelle case private.