Giorgio Amico
Bombe nelle scuole: l'attentato alla scuola elementare slava di Trieste del 1969
Si è un pò da tutti messo in risalto come l'attentato di Brindisi rappresenti un unicum nella storia lunga e terribile del terrorismo in Italia in quanto mai prima era stata colpita una scuola.
Purtroppo non è così. Nel 1969 la strategia della tensione ebbe fra i suoi primi atti un attentato fortunatamente non riuscito alla scuola elementare slovena di Trieste. Gli attentatori,per la Magistratura riconducibili all'estrema destra veneta, avevano programmato una strage di bambini.
La mattina del 4 ottobre 1969, due mesi prima di Piazza Fontana, il custode della scuola elementare di lingua slovena, sita in Via
Caravaggio 4 a Trieste, scoprì sul davanzale di una finestra una cassetta
portamunizioni militare con scritte in inglese avvolta da filo
zincato. Quando i
Carabinieri intervenuti sollevarono il coperchio, la cassetta risultò contenere
sei candelotti di gelignite spezzati a metà, avvolti in carta paraffinata rossa,
e un congegno ad orologeria formato da una pila, due detonatori e un orologio da
polso con una vite inserita nel quadrante e collegata ai fili elettrici a loro
volta collegati ai detonatori Ai piedi
dell'edificio venivano inoltre rinvenuti otto volantini con scritte in
stampatello di carattere antislavo. La perizia
disposta dall'autorità giudiziaria di Trieste evidenziò che la cassetta conteneva
complessivamente kg. 5,700 di gelignite e che l'ordigno, programmato per esplodere in orario di lezione, non aveva funzionato per
un difetto tecnico connesso o al basso voltaggio della pila elettrica o a un
cattivo contatto fra i fili conduttori o fra la lancetta dell'orologio e la vite
inserita nel quadrante.