Cosio d'Arroscia 1957. Debord e Simondo
Stefano Pezzini
A Cosio una giornata
per festeggiare i 60 anni del Situazionismo
A sessant’anni dalla
fondazione dell’Internazionale Situazionista, Cosio d’Arroscia
ricorda uno dei suoi cittadini più illustri, Piero Simondo,
inaugurando lo Spazio Simondo, nell’intento di restituire la più
ampia visibilità al lavoro di un protagonista instancabile del
secondo Novecento. Lo farà sabato 29 luglio con il “Non Convegno”
presso la Sala Consiliare del Comune di Cosio dove, fra l’altro,
verrà presentato il libro di Giorgio Amico “Guy Debord e la
società spettacolare di massa”.
Alle 15:30, nella
cornice dell’Oratorio dell’Assunta, verrà ripercorsa l’opera
di Piero Simondo in un Convegno intitolato “Un Percorso partito da
Cosio”: interverranno Sandro Ricaldone e Donatella Alfonso, che
presenterà il suo ultimo libro “Un’imprevedibile situazione”,
dedicato appunto a quei giorni frenetici del luglio 1957 in cui
nacque a Cosio l’Internazionale Situazionista.
Cosio d'Arroscia 1957. Michèle Bernstein
Era il 28 luglio del 1957
quando, a Cosio d’Arroscia, sulle Alpi Marittime liguri, nella casa
di un giovane pittore e della moglie, sposati da poco, arrivano una
coppia di intellettuali francesi e un artista inglese che fotografa
tutti, un visionario artista danese, la figlia della più famosa
collezionista d’arte americana, un musicista geniale che fa
preoccupare la mamma e un farmacista che si è fatto teorico
dell’arte. In quei pochi giorni nasce, e in un certo senso già
deflagra, quella provocazione artistica e culturale che sarà
l’Internazionale Situazionista.
I protagonisti di quei
giorni (la leggenda vuole che una volta a Costo d’Arroscia,
provenienti da Albissola, allora la “piccola Atene”, l’automobile
rimase senza benzina, quindi Cosio fu quasi una tappa obbligata) si
chiamano Guy Debord e Michèle Bernstein, Asger Jorn e Pinot
Gallizio, Pegeen Guggenheim e Ralph Rumney, Walter Olmo. Saranno
tutti ospiti di Piero e Elena Simondo e tutti protagonisti della
stagione artistica di Albissola e della sua ceramica. Tutti a
costruire una rivoluzione sotterranea che ha infiammato le strade del
Sessantotto e la polemica culturale, si è nascosta ma cova ancora.
“E sono le foto,
adesso, a tramandare questa storia alla gente del paese che si chiama
Cosio, lassù sulle Alpi Marittime dove il mare di Liguria lo senti
quando arriva una folata di vento, ma subito sopra c’è la neve e,
se ti giri a sinistra, sai che c’è la Francia. La gente: quella
che è rimasta insomma, perché quassù la nebbia arriva anche a
giugno e il mare è lontano persino per i tedeschi. La gente allora
si rende conto che quel gruppetto di pazzi amici di Piero, lui sì
amico di tutti, lui sì del paese, non erano venuti lì per una
baldoria, ma per un’avventura che poteva nascere solo così, perché
se sei lettrista o psicogeografico o immaginista, se hai vent’anni
o anche se non li hai più, ma sai che l’idea più urgente è
quella di cambiare il mondo, ecco che sei chiamato a inventare una
cosa sola: l’Internazionale Situazionista”, scrive nella
prefazione al suo libro Donatella Alfonso “Un’imprevedibile
situazione Arte, vino, ribellione: nasce il Situazionismo”, edito
dal Melangolo.
Spiega invece Giorgio
Amico, autore della biografia di Guy Debord, uno dei fondatori
dell’Internazionale Situazionista: “Si tratta della prima
biografia che appare in Italia sul personaggio centrale del movimento
situazionista. Il libro, fondato sull’analisi sistematica delle
opere ma soprattutto degli 8 volumi della corrispondenza di Debord,
ricostruisce nei particolari il percorso che partendo dalla Cannes
degli anni ’40 (dove Debord allora vive) arriva alla fondazione
dell’Internazionale situazionista a Cosio nel 1957 e culmina poi
nel Maggio francese.
L’ultima parte tratta
del periodo post-situazionista fino al suicidio del 1994. Si tratta
di una storia soprattutto politica. Debord fin dagli inizi vuole
rivoluzionare il mondo, l’arte gli interessa solo come mezzo. E
infatti dal 1962 l’Internazionale situazionista è un movimento a
tutti gli effetti politico. Questo contrasto tra artisti e politici
che connota l’intero periodo iniziale (1957-1962) è stato finora
poco trattato. Il libro vuole colmare questa lacuna oltre che far
conoscere meglio il personaggio Debord di cui in Italia si sa
veramente molto poco. Non esisteva una sua biografia mentre
numerosissimi sono gli scritti sul suo cinema”.
http://liguriaedintorni.it/a-cosio-una-giornata-per-festeggiare-i-60-anni-del-situazionismo/