A sessant'anni dalla fondazione dell'Internazionale Situazionista.
Cosio d'Arroscia
1957-2017
L'Internazionale
Situazionista ha 60 anni e si li porta bene, se consideriamo
l'interesse che l'anniversario sta suscitando su giornali e riviste.
Il 29 luglio a Cosio d'Arroscia, luogo di inizio dell'avventura
situazionista, per l'intera giornata si svolgeranno eventi dedicati a
Piero Simondo, a Guy Debord e agli altri coraggiosi naviganti che 60
anni fa intrapresero un viaggio destinato a condizionare fortemente
la società della seconda metà del XX secolo. La giornata si aprirà
con un omaggio in mattinata alla figura e all'opera di Guy Debord.
Nella sala consiliare del Comune di Cosio (g.c.), studiosi e
ricercatori dibatteranno sulla figura dell'artista e pensatore
francese a partire dal libro di Giorgio Amico “Guy Debord e la
società spettacolare di massa”, appena uscito a cura dell'editore
romano Roberto Massari che da sempre ospita nel suo catalogo una
intera sezione di opere dedicate all'Internazionale Situazionista.
L'incontro rappresenta il
quarto di una serie di seminari annuali iniziata nel 2014 a La
Spezia, proseguita nel 2015 a Livorno (presso la prestigiosa galleria
d'arte Peccolo) e nel 2016 alla Sorbona di Parigi. Di ogni convegno
sono disponibili gli atti (sempre editi da Massari) che
rappresentano il più aggiornato punto della situazione degli studi
in materia. Coerentemente con questa tradizione nel corso
dell'incontro di Cosio verranno anche presentati gli atti relativi al
seminario parigino dell'anno scorso
Guy Debord e la
società spettacolare di massa rappresenta una novità assoluta
per il mercato editoriale italiano. Si tratta infatti della prima
biografia complessiva di Guy Debord, su cui finora nel nostro paese
erano usciti studi (anche molto importanti, ma parziali) soprattutto
sul cinema. Il libro, di 320 pagine corredate da una ricca rassegna
di immagini, ricostruisce dettagliatamente la vita dell'intellettuale
francese, evidenziandone le origini italiane (da parte della madre),
l'infanzia difficile, gli studi liceali a Cannes nel primo
dopoguerra, fino all'incontro nel 1950 con le avanguardie artistiche
parigine ed in particolare con i lettristi di Isidore Isou.
La ricerca, fondata sullo
spoglio minuzioso degli 8 volumi della Corrispondenza, ricostruisce
la fitta rete di relazioni che il giovane Debord costruisce a partire
dal suo arrivo a Parigi nel 1951. In modo dettagliato si racconta
dell'adesione convinta al movimento lettrista, dei primi esperimenti
cinematografici (il famoso film senza immagini che tanto scandalizzò
i critici, suscitando polemiche e risse, tanto che ne vennero
immediatamente vietate le proiezioni), fino allo scandaloso attacco a
Charlie Chaplin e alla nascita di un nuovo movimento
politico/artistico: l'Internazionale lettrista.
E' a partire da questo
momento che l'interesse di Debord si fissa sull'Italia dove ad Alba
opera il Laboratorio sperimentale di Pinot Gallizio e Piero Simondo e
ad Albisola il MIBI di Asger Jorn, già surrealista dissindente
animatore nel dopoguerra del gruppo CoBrA. Proprio dall'incontro
fortuito nel 1954 fra Debord e Jorn ha inizio il percorso che conduce
in tre anni alla Conferenza di Cosio, alla fusione fra
l'Internazionale lettrista e il MIBI (con l'aggiunta dell'effimero
Comitato psicogeografico di Londra dell'inglese Ralph Rumney) e alla
nascita dell'Internazionale situazionista.
Obiettivo di Debord non è
rivoluzionare l'arte, ma la vita. Fin da subito l'IS si divide fra
artisti e politici, fautori di una rapida trasformazione del
movimento in una organizzazione esclusivamente politica. Decisivi
saranno gli anni fra il 1957 e il 1962 contrassegnati interamente dal
contrasto fra Debord e gli artisti che ad uno ad uno vengono espulsi
(come Simondo e Gallizio) o costretti ad allontanarsi (come Jorn).
Non estranea a questa progressiva radicalizzazione dei situazionisti
è la militanza di Debord nel gruppo operaista francese Pouvoir
Ouvrier emanazione della rivista Socialisme ou barbarie. Uno dei
meriti del libro è proprio di aver ricostruito con estrema ricchezza
di dettagli questo aspetto militante dell'impegno di Debord dagli
scontri di piazza per l'Algeria indipendente alla partecipazione in
Belgio ai picchetti del grande sciopero dei metallurgici del 1961.
Una pagina mai trattata in Italia, dove è prevalsa una narrazione
solo intellettuale dei percorsi di Debord.
Dal 1962 un'Internazionale
situazionista sempre più impegnata sul tema del potere dei consigli
operai (centrale il mito della grande rivolta antiburocratica
ungherese del 1956) lancia campagne in tutta Europa contro i piani di
guerra della NATO e subisce per questo attentati da parte
dell'estrema destra, mentre entra nel mirino dei servizi di sicurezza
francesi e non solo. E poi lo scandalo di Strasburgo che di fatto
apre la stagione del '68, la notte delle barricate nel quartiere
Latino che vedono i situazionisti protagonisti assoluti degli scontri
e delle assemblee. E' il momento del trionfo, ma anche l'inizio del
declino dell'IS che nel 1972 si scioglie tristemente dopo tre anni di
polemiche, soprattutto per il rifiuto di Debord di un “situazionismo”
di maniera diventato moda giovanile diffusa. Nel libro si ricordano
le feroci invettive debordiane contro i “Pro-situs”, i seguaci di
un situazionismo di massa diventato moda salottiera.
L'ultima parte del volume
ricostruisce (prezioso davvero l'ausilio della Corrispondenza) il
progressivo distacco di Debord dalla politica, il lento ripiegarsi su
se stesso (conseguenza anche di una saluta compromessa da decenni di
eccessi alcolici), la fuga da Parigi, il rifugiarsi nell'eremo di
Champot in un antico casolare in pietra che (sono parole di
Debord) «sembrava aprirsi direttamente sulla Via Lattea». Sono
gli anni del silenzio, della riflessione, ma non del pentimento. “Il
leopardo muore con le sue macchie” risponde sarcastico Debord al
medico che lo invita a smettere di bere. Fino a quel colpo di fucile
al cuore, proprio come tanti anni prima Hemingway, che la notte del
30 novembre 1994 chiude a 63 anni la vita di Guy Louis Marie
Vincent Ernest Debord nato alle cinque del pomeriggio del 28 dicembre
1931 da Paulette Rossi in una casa del 19° arrondissement a Parigi.
Giorgio Amico
Guy Debord e la società
spettacolare di massa
Massari Editore, 2017
pagine 320