Riceviamo e con grande
piacere riprendiamo questo stimolante intervento della filosofa
Nicla Vassallo.Concordiamo pienamente con lei sul fatto che "oggi
è meglio sospendere giudizi univoci, mantenere la lucidità e
nutrire dubbi piuttosto che sentenze".
Nicla Vassallo*
Chi è il mostro oggi?
Il coronavirus, la Merkel, l’Europa o forse noi stessi?
In attesa di un picco che
non arriva, chiusi nelle nostre case, attraversiamo giorni
claustrofobici e interminabili. Perduti in noi stessi, ci aggiriamo
nelle nostre abitazioni-prigioni come se queste fossero labirinti.
Dalla mitologia greca riusciamo ad attingere, quasi sempre, un
appiglio significativo al fine di evitare un panico illimitato, che
può condurci ad azioni del tutto irragionevoli, quale quella ad
esempio di spendere le giornate inseguendo il roboante susseguirsi di
notizie e numeri (per dolo o colpa) poco chiari riguardo lo sviluppo
della pandemia di Coronavirus. Cerchiamo perciò di conferire un
senso alla claustrofobia, pure oggettiva, ragionando sull’accezione
di mostro. Chi è il mostro oggi?
IL MINOTAURO CORONAVIRUS
Recependoci smarriti e
intrappolati nel labirinto della nostra psiche, ci sovviene in mente
il mito del labirinto di Cnosso, abitato dal Minotauro. Frutto della
gelosia e punizione divina, il Minotauro è feroce, impietoso,
mostruoso, pure sul piano figurativo: il suo corpo ricalca quello di
un maschio/uomo, mentre la sua testa quella di un toro. Teseo si
offre di uccidere il Mostro e vi riesce. Rimane il problema di uscire
dal labirinto, problema che viene risolto grazie all’ingegnosità e
intelligenza di Arianna, con il suo noto e semplice filo rosso. Molti
possono ritenere che il Minotauro sia il Coronavirus, mentre le
ricerche scientifiche somiglino al il filo d’Arianna: troveranno il
vaccino e ci consentiranno di sopravvivere piuttosto bene anche al
post-virus? In ogni caso, al cospetto del Coronavirus, il Minotauro
pare mostruoso, in una misura decisamente inferiore. Il Minotauro,
alla fin fine, esige da Atene solo sette ragazzini e
altrettante ragazzine all’anno, mentre sulla strage causata dal
Coronavirus, quando e se verrà sconfitto, il numero di persone morte
si ipotizza assai alto a livello mondiale. Ed economicamente come ci
ritroveremo? Cosa prevarrà nei sopravvissuti? Egoismo? Altruismo?
Narcisismo? Individualismo? E che dire della possibile crescita
esponenziale di populismi e nazionalismi?
LA MEDUSA GERMANIA-EUROPA
Sempre alla mitologia
greca dobbiamo Medusa, mostro che a differenza di altri/e, è mortale
e con un tratto specifico, ovvero una testa cinta soprattutto di
serpenti. Siamo portati a credere che la “nostra” Medusa sia la
Germania, in quanto pietrifica ogni generosità europea e che
l’Europa ci salvERà. Invece, da qualche giorno, stiamo osservando
il problema in modo diverso, dato che quest’Europa pare non
risultare affatto Gli Stati Uniti d’Europa, ovvero una Repubblica
Federale, composta da più membri (Stati), tra loro uniti. Occultare
l’attuale realtà non serve a nulla, se non a precipitare in un
pericoloso auto-inganno: un aspetto innegabile della realtà è il
fatto che l’Unione Europea si è trasformata (grazie anche a una
certa recente politica del nostro paese) in un coacervo di avidità
nazionali, con in testa la Germania e i pochi Paesi “ricchi” e
virtuosi Paesi, che mal tollerano gli “scapigliati” e “spreconi”
cugini poveri e “meridionali”.
LA CICLOPICA MERKEL
Riflettiamo infine sulla
narrazione politica di questi giorni che descrive una fredda nonché
calcolatrice Merkel in quarantena dopo l’incontro con un medico,
risultato positivo, mentre adotta rigide misure nei confronti dei
tedeschi. E che lo stesso stiano facendo i suoi colleghi di mezzo
Mondo (Gran Bretagna, USA, Olanda in ordine sparso). Occorre
chiedersi perché, fino a poco fa, si siano tutti percepiti immuni
dal virus. Siamo alle solite, o no? Merkel: un “mostro” che
cavalca i “conformisti cervelli” tedeschi? Anche, ma forse ci
dimentichiamo come negli anni la Germania abbia destinato più
risorse del proprio PIL alla sanità rispetto ad altri Paesi (che
hanno magari preferito “investire” in pensioni insostenibili) e
come sia un Paese che non ha bisogno di impiegare esercito o forze
dell’ordine per far rispettare regole e leggi anti pandemia.
CHI E’ ALLORA IL
MOSTRO?
Sarebbe preferibile
ammettere che non riusciamo a conferire un nome al Mostro. Non solo
la realtà è così complessa e non c’è un unico mostro/nemico, ma
dobbiamo ammettere che il “colossale”, nonché più che
ragionevole, consiste nel nostro palese coinvolgimento in una
situazione di cui risulta difficile una “veduta a volo d’uccello”,
più alta e serena, basilare al fine di discernere tra miti e realtà.
Oggi è meglio sospendere giudizi univoci, mantenere la lucidità e
nutrire dubbi piuttosto che sentenze.
Possiamo così affermare
che il Mostro non è un virus, né un singolo Stato né un evento. Il
Mostro risiede in noi e si alimenta dalle e nelle difficoltà e
condizioni avverse. Cerchiamo di guardare ai Mostri finora elencati
con uno sguardo a volo d’uccello: il coronavirus è probabilmente
determinato da uno sviluppo umano non sostenibile e dal conseguente
cambiamento climatico. L’egotismo tedesco rintraccia un terreno
fertile in quella politica italiana che ha fatto schizzare la spesa
pubblica e il debito per fini meramente populistici, non affatto ai
fini della crescita sul medio-lungo termine del Paese. Dopo la
clamorosa bocciatura della Costituzione, l’Europa ha perduto la
propria generosità perché di fatto l’Europa sognata dai Padri
fondatori oggi non esiste e non esiste a causa del prevalere di
troppi sovranismi (anche nostrani) oggi recriminanti.
COME CURIAMO I NOSTRI
MOSTRI?
Come ci insegnano i Miti
greci, all’intelligenza, alla razionalità e a una qualche astuzia
dobbiamo la salvezza dai nuovi e illimitati Mostri, che accompagnano
le nostre esistenze dall’inizio dei tempi.
Nel presente momento di
difficoltà ci si appella profusamente all’empatia, anche se
sarebbe forse meglio richiamare il bisogno di compassione e sostegno
reciproco. La differenza non è poca: si corre infatti il rischio di
limitare il nostro potere di reazione a bandierine, canzoncine e
disegni, ovvero alla tentazione di crogiolarsi nella sofferenza.
Abbiamo invece bisogno di saper condividere tale sofferenza, il che,
pur non rinnegando i limiti e le difficoltà dell’oggi, si situa
all’opposto di azioni e linguaggi che generano panico
nell’altro-da-sé. Il Coronavirus è sì il Mostro (o uno dei
mostri) di turno, al pari di altre pandemie che ci hanno afflitto in
passato, ma pure al pari dell’atomica, impiegata a fini militari,
dell’11 settembre, dell’Isis, e via dicendo, il che dovrebbe
farci riflettere con sulla nostra “universale” condizione
errante, sulla finitezza umana, sull’impossibilità
dell’onniscienza.
Questo Mostro – sempre
così latente – dovrebbe renderci più umili. Invece la nostra
debolezza ci conduce spesso ad affondare nella palude della paura e
della tuttologia, per abbracciare una colpevole strategia
comunicativa, di matrice politica, che ammicca tanto a legittime
angosce, quanto all’antico amor di sé, da cui non ricaviamo alcun
aiuto, né sostegno. Avendo perso il nostro filo rosso,
aiutiamoci a volare più in alto per vedere insieme non il mostro, ma
quale sia la via d’uscita dal labirinto.
* Nicla Vassallo
Dal 2005 professore
ordinario presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università di
Genova dove insegna Filosofia teoretica.