Si
conclude con l'arrivo a Savona di Gramsci, che tiene un seguitissimo
discorso al Teatro Chiabrera, la ricostruzione dei primi passi
del Partito Comunista a Savona.
Giorgio Amico
Gramsci a Savona
Quinta parte. Il Primo
Congresso della Federazione Comunista Ligure
I primi mesi di vita del
neo-costituito Partito comunista vengono dedicati interamente al
lavoro organizzativo. Occorre collegare fra di loro le sezioni,
tenere i contatti con i compagni isolati, costruire una solida
frazione nel sindacato. E ciò con un quadro dirigente che,
nonostante l'entusiasmo e l'impegno profuso nel lavoro politico,
risente ancora notevolmente dei vecchi guasti del massimalismo sia a
causa dell'insufficiente preparazione sia per i ricorrenti
atteggiamenti verbalisti e personalistici.
Pur senza essere una
grossa organizzazione, il Partito comunista nel corso del 1921 può
contare in tutta la regione su circa 1.800 iscritti raggruppati in 52
sezioni. È una forza che va guidata, occorre decidere se
il Partito deve organizzarsi in un'unica federazione regionale o su
due federazioni provinciali. I comunisti savonesi sono per la prima
soluzione, già adottata provvisoriamente dal congresso di frazione
del dicembre 1920. Sede della Federazione regionale dovrebbe essere
proprio Savona sia perché la città rappresenta il punto di maggior
forza organizzativa e politica del PCd'I in Liguria, basti pensare
alla direzione del Comune, sia per gli stretti legami con Torino sede
de "l'Ordine Nuovo" e centro nevralgico del movimento
comunista nell'Italia nord-occidentale.
I comunisti genovesi sono
in maggioranza favorevoli, ma una minoranza sostiene la necessità di
mantenere la sede centrale a Genova per meglio portare avanti, si
sostiene, la lotta al riformismo ancora assai influente tra il
proletariato del capoluogo.
Un altro gravoso problema
in discussione è quello della tattica dei comunisti in campo
sindacale. Fin da Livorno il Partito, rifiutando la sterile via dello
scissionismo e della creazione di un sindacato proprio, ha optato per
un lavoro sistematico e organizzato all'interno ella Confederazione
Generale del Lavoro per strapparne la direzione ai riformisti.
"Il Partito
Comunista - si legge in un manifesto del Comitato Centrale -
intraprenderà, fedele alla tesi tattiche dell'Internazionale sulla
questione sindacale, la conquista della CGL, chiamando le masse
organizzate ad un 'implacabile lotta contro il riformismo ed i
riformisti che vi imperano.
Il Partito Comunista non
invita quindi i suoi aderenti ed i proletari che lo seguono ad
abbandonare le organizzazioni confederali, bensì li impegna a
partecipare intensamente all'aspra lotta che si inizia contro i
dirigenti
Non è certo questo breve
e facile compito, soprattutto oggi che molti sedicenti avversari del
riformismo depongono la maschera e passano apertamente dalla parte
dei D'aragona, con i quali militano insieme nel vecchio partito
socialista.
Ma appunto per questo il
Partito Comunista fa assegnamento sull'aiuto di tutti gli organi
proletari sindacali che conducono all'esterno la lotta contro il
riformismo confederale e li invita, con un caldo appello, a porsi sul
terreno della tattica internazionale dei comunisti, penetrando nella
Confederazione per sloggiarne i controrivoluzionari con una risoluta
e vittoriosa azione comune". (11)
È in effetti un compito
gravoso per un partito giovane, organizzato ancora in modo
rudimentale e che difetta di quadri sperimentati. Anche a Savona,
dove pure i consensi nella classe operaia non sono mancati, le
difficoltà si fanno ben presto sentire e proprio là dove i
comunisti sono riusciti a radicarsi più in profondità. In molte
situazioni, soprattutto di fabbrica, in cui i comunisti hanno
strappato al vecchio PSI la maggioranza dei consensi, mancano quadri
che sappiano sostituire nella quotidiana prassi sindacale i vecchi
esponenti massimalisti. Questi quadri vanno formati alla svelta. Lo
strumento da utilizzare a questo scopo sono i consigli di fabbrica
che debbono diventare una vera scuola di comunismo per una nuova leva
di militanti operai.
Sono proprio i comunisti
savonesi, formatisi alla scuola di Gramsci e de "l'Ordine
Nuovo", a imporre all'attenzione dell'intero partito queste
tematiche con un articolo di Arturo Cappa, direttore di "Bandiera
Rossa" e esponente di primo piano della sezione, su "l'Ordine
Nuovo":
"In Liguria i
comunisti hanno conquistato importanti Camere del Lavoro e sono in
maggioranza in alcune Federazioni, come per esempio quella
metallurgica, come in altre parti d'Italia il movimento precede con
tale rapidità la preparazione sindacale del Partito che, per difetto
di organizzatori comunisti, ci è molto difficile di sostituire, dove
abbiamo avito la maggioranza, i vecchi elementi socialisti. (...) È
necessario che, servendoci della pratica dei Consigli di fabbrica, il
Partito Comunista si proponga di valorizzare ed educare al più
presto i migliori elementi operai per farne dei buoni organizzatori.
Dobbiamo con tutti i
mezzi impedire che la deficienza di uomini ci privi dei vantaggi che
lo spirito rivoluzionario dà al Partito comunista. Nella Liguria la
conquista delle organizzazioni ha per i comunisti una importanza
preponderante, data la grande fioritura di organismi economici
proletari e data la grande concentrazione industriale delle masse. la
forza politica dei riformisti si appoggia sulle organizzazioni che
devono essere con un piano sistematico strappate alla loro mani".
(12)
Allo scopo di dibattere
questi temi e di decidere in via definitiva quale debba essere la
struttura organizzativa del partito, il 20 marzo si tiene a Savona
nel Ridotto del Teatro Chiabrera il Primo Congresso della Federazione
Regionale Ligure del PCd'I.
Al congresso prendono
parte sessanta delegati in rappresentanza di quaranta sezioni. Sono
pure rappresentate le redazioni di "Bandiera Rossa" e de
"l'Ordine Nuovo", oltre che la Federazione Giovanile
Comunista Ligure. Ma il protagonista assoluto è Antonio Gramsci,
giunto per l'occasione da Torino e il cui arrivo a Savona è stato
così ricostruito non senza una certa ingenuità che lascia
trasparire il legame profondo anche affettivo che univa quegli
uomini:
"Antonio Gramsci,
stanco del lungo viaggio, scese dal treno guardandosi attorno nella
ricerca di qualcuno che fosse lì ad aspettarlo; gli si avvicinò
Alberto Mussio, il quale, pur non avendolo mai visto, ma reso edotto
dal suo stato fisico, gli disse sicuro: 'Tu sei Gramsci'. E Antonio
Gramsci gli rispose stupito: 'Si, sono Gramsci. come hai fatto a
riconoscermi?' Egli fu ospite quella notte di Mario Accomasso, che
appunto in vico Monturbano abitava l'appartamento sopra quello di
Giovanni Michelangeli e dei suoi cognati, i fratelli Canepa Tomaso,
Giuseppe, Giulio e Angelo, operai dell'officina Scarpa". (13)
Sarà proprio Giovanni
Michelangeli, assessore comunale e membro della Commissione Esecutiva
della Camera del Lavoro, ad aprire l'indomani i lavori del Congresso
portando ai delegati il saluto dell'amministrazione comunale
comunista, della Camera del Lavoro e della sezione savonese del
partito.
La presidenza viene
quindi assunta da Antonio Gramsci che pronuncia un discorso
d'apertura fortemente polemico verso il Partito Socialista. Egli pone
in rilievo il significato storico della scissione di Livorno e la
validità della posizione comunista di fronte alla crisi interna di
involuzione e disgregazione del Partito Socialista.
I dirigenti socialisti,
afferma, non hanno compreso il significato storico della fondazione
della Terza Internazionale e della sua lotta contro l'imperialismo e
contro la socialdemocrazia. Proprio per questo non sono stati in
grado di garantire un'autentica opera di direzione rivoluzionaria del
possente moto proletario e le masse operaie sono state criminalmente
condotte con un'imbelle fraseologia rivoluzionaria in una situazione
caotica e pericolosa che apre la via al ritorno della reazione.
Si tratta di un vero e
proprio tradimento, questa la conclusione di Gramsci, pronunciata fra
scroscianti applausi:
"L'Italia è la
patria di Maramaldo: in Italia dovremo fare i conti con i tradimenti
più spudorati (...). In Italia si è verificato il caso di un
'partito rivoluzionario' che si è staccato dall'Internazionale; i
controrivoluzionari russi hanno già sfruttato questo episodio (...)
. Il Partito Comunista deve essere un organismo di tipo militare, e i
suoi militanti devono raggiungere le più alte cime dello spirito di
sacrifici per essere in grado di risollevare coloro che tanto in
basso sono caduti. Il dovere dei comunisti liguri è ancora più
grave: a Genova abbiamo avuto, prima che altrove, lo sviluppo delle
tendenze controrivoluzionarie e piccolo borghesi della democrazia
sociale, la quale crede di emancipare il popolo lavoratore creando
delle aristocrazie operaie".
Dopo il discorso di
Gramsci si apre la discussione sui temi riguardanti l'organizzazione,
la stampa e la propaganda, la questione sindacale. L'argomento che
monopolizza il dibattito è proprio quello relativo all'intervento
nelle organizzazioni sindacali. Introduce la discussione Michelangeli
con una relazione su "Movimento sindacale e Consigli di
fabbrica".
Dopo una premessa
sull'origine dei Consigli, l'oratore individua la loro funzione
politica nella preparazione della classe alla gestione diretta dell'a
produzione al fine di spezzare il dominio del capitale nella
fabbrica, creare un ordine nuovo dei produttori, preparare gli operai
alla rivoluzione proletaria. Sono, come si vede, le tesi de "l'Ordine
Nuovo" incentrate sul concetto gramsciano di egemonia.
Al termine della
discussione, che risulta vivacissima, il Congresso approva una
mozione che impegna i comunisti a costituire frazioni di partito in
tutte le organizzazioni sindacali al fine di conquistare le più
vaste masse di lavoratori alle direttive politiche e sindacali del
PCd'I. Occorre anche lavorare per la conquista ad una linea di classe
delle Commissioni interne e per la costruzione in ogni azienda dei
Consigli.
Per quanto riguarda i
problemi organizzativi e della propaganda vengono approvate relazioni
in cui si chiede "la preparazione di corpi armati" contro
il nascente pericolo fascista e la centralizzazione nel Comitato
Esecutivo Regionale di tutta l'attività di stampa per assicurare
unità di indirizzo alla propaganda ed evitare il confusionismo e la
demagogia tipici del vecchio PSI.
Il Congresso si chiude,
infine, con la decisione di mantenere un'unica Federazione a livello
regionale e la scelta con 1.174 voti contro appena 300 di Savona come
sede di tale organismo. Segretario del nuovo Comitato Esecutivo
Regionale viene nominato Arturo Cappa a ulteriore dimostrazione del
peso determinante dei comunisti savonesi nel Partito. (14)
Si chiude così con il
Congresso di Savona la prima fase di vita del Partito Comunista in
Liguria. I comunisti del 1921, da Gramsci all'ultimo militante, erano
fermamente convinti che la scelta operata a Livorno, anche se
dolorosa, era stata necessaria. Gli anni che seguiranno, pur
nell'imperversare della reazione fascista, dimostreranno
inequivocabilmente che la scelta della parte più cosciente del
proletariato italiano di avanzare sulla via di Lenin e dell'Ottobre
era l'unica realisticamente in grado di assicurare uno sbocco
vittorioso alla crisi rivoluzionaria del primo dopoguerra.
11. "Il Comunista", 30 gennaio 1921.
12. "l'Ordine Nuovo", 18 marzo 1921.
13. R. Badarello, Cronache politiche e movimento operaio del savonese 1850-1922, Savona 1987, p. 422.
12. "l'Ordine Nuovo", 18 marzo 1921.
13. R. Badarello, Cronache politiche e movimento operaio del savonese 1850-1922, Savona 1987, p. 422.
14. Arturo Cappa
(1892-1973), avvocato e giornalista, direttore di "Bandiera
Rossa", più ricordato oggi come fratello di Benedetta Cappa
moglie del leader futurista Tommaso Marinetti.
Savona 1993