TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 8 dicembre 2013

Gigi Caldanzano l'ironia della vita



L’ironia della vita” con le opere di Gigi Caldanzano al Priamar


Savona. Un nuovo appuntamento con il passato, con quell’eredità artistica che tanti maestri del novecento ci hanno lasciato in quella striscia di terra che da Albisola arriva fino a Vado, un patrimonio che moralmente siamo chiamati a mantenere vivo, a svelare e consegnare alle future generazioni.

Con questo spirito si inaugura sabato 7 dicembre 2013 a Savona, presso il Palazzo del Commissario nella Fortezza del Priamar, la mostra “Gigi Caldanzano, l’ironia della vita”. Con un’accurata selezione di dipinti e ceramiche, che spaziano dagli anni ’30 agli inizi del XXI secolo, si vuole rendere omaggio al Maestro, ultimo membro di quel gruppo di esponenti dell’arte novecentesca ligure che, pur mostrando sensibilità alle molteplici novità artistiche contemporanee, particolarmente vive a Savona ed Albisola, hanno mantenuto con coerenza uno stile figurativo originale.

Nato a Genova da Luigi, esponente della pittura di fine ‘800 e grande maestro della illustrazione pubblicitaria, specie per Casa Ricordi, Gigi Caldanzano (1921-2008) si trasferisce precocemente a Savona alla ricerca di un proprio linguaggio. Nel clima futurista dominato da Farfa e Tullio d’Albisola, aderisce ancora studente al gruppo “Sant’Elia” insieme ad Acquaviva. Nel dopoguerra entra nel “Cavallino Rosso” movimento ideato dal critico Dante Tiglio a cui partecipano Mario Bonilauri, Gian Mario Pollero e successivamente Mario Rossello.
L’umorismo quindi diventa l’arma utilizzata per nascondere spesso una profonda disperazione e amarezza nei confronti del mondo di umili e diseredati che, al contrario, Antonio Agostani rende spietatamente evidente senza mediazioni.

In campo ceramico la produzione parte dalla fornace “Pozzo Garitta”, per passare alla “Mazzotti” alla “Fenice” ed alla “Ceramica Italia” , e approdare quindi alla “Ceramica San Giorgio” in cui infine realizza il suo ultimo lavoro, i piatti della “Processione del Venerdì Santo”. Anche nell’arte sottile maschere musicanti, animali umanizzati, figure comuni o caricaturali animano le sue ceramiche dai colori accesi e dal virtuosismo espressivo. La vena caricaturale e la intelligente ironia lo spingono anche all’ illustrazione, partecipando attivamente con le sue tavolette alla rivista milanese “Humor grafic” di Luciano Consigli.

La mostra rientra in quell’attività di studio e di valorizzazione dei maestri e delle correnti artistiche tra ‘800 e ‘900 nell’area geografica del Basso Piemonte e Liguria, perseguito da alcuni anni con le mostre monografiche e collettive su Berzoini, Pacetti, De Salvo, Agostani, Gambetta e Peluzzi.


(da: ivg.it/)