Riflessioni da un
viaggio in Ciociaria. Dedicato a Sergio e Marcella.
Giorgio Amico
Il Cristo nel
labirinto: un'opera templare?
Ad Alatri in ciò che
resta del medievale convento di San Francesco, del 1359, ma dal 1873
al 1968 utilizzato per uffici pubblici, si trova su un'intera
parete l'immagine di un grande labirinto che all'interno contiene la
figura di Cristo.
L'affresco è un unicum,
perché non ne esistono altri di questo tipo in alcuna parte d'Europa ed è stato
scoperto per caso nel 1996, quando a causa di una infiltrazione
d'acqua venne ritrovato un corridoio che lo conteneva assieme ad altre
decorazione dal profondo valore simbolico.
La parete, rivolta ad
oriente, delimitava una grande sala, ma, non sappiamo quando e
perché, fu chiusa da una controparete, lasciando un piccolo corridoio
senza accessi esterni e dunque invisibile, tanto che col passare del
tempo se ne perse memoria.
Il labirinto a una sola
entrata e una sola uscita contiene dodici cerchi neri che delimitano
i corridoi bianchi e porta con un percorso obbligato al centro in cui
troneggia Cristo benedicente che con la destra indica il percorso. Un
arco divide in due il corridoio. Sulla parete del locale attiguo sono
presenti decorazioni rappresentanti sfere, girali e fiori della vita
che rafforzano il simbolismo cosmico e solare dei dodici cerchi
dell'affresco principale.
Il simbolismo è
evidente: nella sala si entra da Occidente, dove tramonta il sole, e
ci si dirige ad Oriente da dove sorge la luce, proprio come nelle
chiese precedenti l'anno Mille e oggi ancora nei templi massonici. Un
viaggio verso la Luce, che per il cristiano è rappresentata dal
Cristo. Il labirinto ci dice che si tratta di un viaggio interiore,
come nel motto degli antichi alchimisti V.I.T.R.I.O.L. (Visita
interiora terrae rectificandoque invenies occultum lapidem) che
troneggia nel Gabinetto di riflessione ed indica al futuro iniziando
lo scopo e il senso dell'appartenenza alla Massoneria.
Chartres
L'affresco, sicuramente
realizzato in un arco temporale che va dall'XI secolo agli inizi del
XIV secolo, richiama immediatamente il labirinto di Chartres, che al
centro ha il fiore di vita a sei petali, e quelli più vicini di
Pontremoli e Lucca.
Pontremoli
Non si sa chi sia stato
il committente dell'opera, ma immediatamente si è parlato di un
Cristo "templare" , eretico e dunque cancellato dopo la
soppressione dell'ordine. Si sa, i Templari oggi vanno molto di moda e
basta evocarli per creare un clima di mistero e dunque curiosità in
un pubblico in cerca di sensazioni forti.
Lucca
In realtà, come per
quasi tutti i luoghi presunti templari, che negli ultimi anni si sono
moltiplicati in modo esponenziale, quasi sicuramente i templari non
c'entrano nulla. Non esiste infatti la minima indicazione che nei due
secoli di esistenza dell'Ordine, essi abbiano mai realizzato
labirinti o utilizzato questo simbolo.
L’affresco poi non ha
nulla di eretico, ammesso e non concesso che i Templari fossero
depositari di un sapere segreto contrario alla dottrina della Chiesa,
ma è assolutamente canonico, tipico della simbologia medievale usata
dai costruttori delle cattedrali, quei "liberi muratori" da
cui deriva la moderna Massoneria che ancora oggi, lo abbiamo visto,
ne utilizza i simboli.
In conclusione resta il
mistero di un affresco affascinante di cui non sappiamo quasi nulla.
Chi lo dipinse? Perché fu nascosto? Non lo sappiamo e probabilmente
non lo scopriremo mai.
Assolutamente chiaro
invece il suo messaggio simbolico, universale ed eterno. E' all'interno di sé che l'uomo
deve cercare il senso profondo della vita. Il vero viaggio è quello
interiore. E questo vale per ogni uomo, credente o laico che sia.