Solitamente
si ritiene che l'esistenza di una sinistra extraparlamentare e
rivoluzionaria in Italia sia il frutto del '68, in realtà un
dissenso comunista organizzato esiste già dalla stalinizzazione del
PCI negli anni Venti dopo il Congresso di Lione. Riprendiamo oggi due
brevi articoli (poco più che appunti) del 2002 sulla rinascita di
una opposizione trotskista in italia nel secondo dopoguerra.
Giorgio Amico
La ripresa del
trotskismo in Italia dal Partito Operaio Comunista alla nascita dei
Gruppi Comunisti Rivoluzionari (1944- 1950)
La ripresa del
trotskismo in Italia. Il Partito Operaio Comunista
Parallelamente alla
Frazione di Sinistra dei Comunisti e Socialisti Italiani nel 1943 si
organizza a Napoli un piccolo gruppo di militanti intorno a Nicola Di
Bartolomeo (Fosco) appena liberato dal carcere fascista. Il gruppo,
che si autodefinisce “Centro Provvisorio Nazionale per la
costruzione del Partito Comunista Internazionalista (IV
Internazionale), raccoglie vecchi quadri trotskisti, comunisti
dissidenti, socialisti di sinistra e perfino qualche bordighista.
All’inizio del 1944 il
gruppo entra in contatto tramite militari alleati sia con il Workers
Party di Shachtman che con il Socialist Workers Party di Cannon e
poi, grazie soprattutto all’azione di Charles Van Gelderen, con il
Revolutionary Communist Party, la sezione inglese della IV
Internazionale. Proprio grazie a Van Gelderen, che procura falsi
lasciapassare alleati, Di Bartolomeo può recarsi a Foggia dove la
Federazione di Puglia del PCI, attestata su posizioni bordighiste,
aveva diffuso un appello per la costituzione di una Quarta
Internazionale comunista e rivoluzionaria. Nel luglio, dopo una breve
trattativa, i due gruppi si fondono nel Partito Operaio Comunista
(bolscevico-leninista).
L’operazione si rivela
ben presto affrettata e di corto respiro. I comunisti pugliesi non
sanno nulla dell’esistenza di una vera Quarta Internazionale,
tanto meno sono a conoscenza delle divergenze che dalla fine degli
anni Venti hanno diviso trotskisti e bordighisti; dal canto loro i
dirigenti della quarta Internazionale puntano solo a costruire in
fretta una sezione italiana non curandosi minimamente delle
differenze politiche e programmatiche esistenti. Già nel 1948 il
Segretariato Internazionale trotskista deve riconoscere che “tale
fusione ebbe per conseguenza di introdurre nell’Internazionale un
gruppo compatto di militanti in disaccordo fondamentale con tutto il
programma”. Il risultato sarà un partito spaccato in due, con un
vertice controllato dai trotskisti che tenta di radicarsi al nord in
diretta concorrenza con il PC internazionalista ed una base quasi
totalmente concentrata in Puglia che continua a mantenere le proprie
posizioni bordighiste caratterizzandosi sempre di più come un vero
corpo estraneo all’interno della Quarta Internazionale di cui pure
formalmente rappresenta la sezione italiana.
Questa situazione,
insostenibile, trova un suo naturale sbocco alla fine del 1946 al
momento della morte di Di Bartolomeo che fino ad allora era riuscita
a mantenere un certo equilibrio fra le due componenti spingendo il
partito a pronunciarsi al momento delle elezioni per la Costituente
per un governo PCI-PSI-CGIL e per l’adozione di un programma
transitorio calibrato sulle particolarità italiane. In una
Conferenza nazionale tenuta a Napoli all’inizio dell’anno
successivo vengono eletti un nuovo Ufficio Politico ed un nuovo
Comitato Centrale: i vecchi dirigenti trotskisti napoletani vengono
esclusi mentre Romeo Mangano, leader della vecchia Federazione di
Puglia, che si scoprirà poi essere stato un confidente dell'OVRA,
assume il pieno controllo dell’organizzazione. Il primo congresso
del POC che si tiene in dicembre conferma questa svolta così come le
divergenze e i contrasti con la Quarta Internazionale che dal canto
suo procede nel corso del suo secondo congresso mondiale del giugno
1948 a espellere dai suoi ranghi il partito italiano. Privo ormai di
ogni aggancio internazionale, ridotto all’organizzazione pugliese
per l’abbandono dei rimanenti militanti trotskisti, il POC, ormai
in polemica piena anche con l’area bordighista rappresentata dal PC
Internazionalista, si scioglie nel 1956.
L'Internazionale. Aprile
2002
Da: D. Giachetti, Alle origini dei GCR, Centro Studi P. Tresso
La ripresa del
trotskismo in Italia. La nascita dei Gruppi comunisti Rivoluzionari
Negli stessi mesi in cui
si consumava la crisi fra Partito Operaio Comunista e Quarta
Internazionale nuovi fermenti agitavano la scena italiana, questa
volta sul versante del partito socialista. Agli inizi del 1947 un
gruppo di giovani dirigenti del neonato Partito Socialista dei
Lavoratori inizia a contestare le tante ambiguità del partito di
Saragat che, partito da un antistalinismo non privo di confusi
accenti libertari, sta rapidamente spostandosi a destra. Nel mese di
marzo la Quarta Internazionale invia in Italia un suo rappresentante,
il belga Germain (Ernest Mandel), allo scopo di stringere rapporti
con il gruppo già contattato nell'ambito dell'organizzazione
giovanile dell'Internazionale Socialista. Germain resta in Italia
quattordici giorni nel corso dei quali incontra numerosi esponenti
dell'organizzazione giovanile socialista fra cui il ventiquatrenne
Livio Maitan con cui immediatamente nasce una profonda amicizia.
A novembre il congresso
della Federazione Giovanile Socialista, a cui lo stesso Mandel
partecipa come invitato, compie una radicale svolta a sinistra ed
elegge un nuovo gruppo dirigente e nomina Livio Maitan segretario
nazionale. Del gruppo, molto vicino al Segretariato della Quarta
Internazionale, fanno parte alcune future promesse della politica
italiana come il barese Rino Formica, il romano Giorgio Ruffolo e il
napoletano Gaetano Arfè, tutti destinati a un grande avvenire nel
campo della politica e del giornalismo. Siamo negli anni iniziali
della guerra fredda con il Dipartimento di Stato americano sempre più
direttamente impegnato in un'opera di condizionamento e tutela della
politica italiana che non disdegna l'utilizzo di spezzoni della
sinistra, come il partito di Saragat o i repubblicani di Pacciardi,
disposti in nome di un virulento anticomunismo a sostenere la
politica moderata di De Gasperi.
Una situazione ambigua
che determina il rapido precipitare delle contraddizioni del PSLI,
che a parole si definisce un partito operaio riformista nella
tradizione delle grandi socialdemocrazie europee, ma nei fatti non
perde occasione per attaccare le lotte dei lavoratori come
egemonizzate e strumentalizzate dal PCI. Nel giro di pochi mesi la
situazione all'interno del PSLI si fa insostenibile per la componente
di sinistra che si organizza in modo autonomo attorno a due giornali:
Unità socialista a Milano e Riscossa proletaria a Roma.
“Per noi – dichiarano
gli esponenti della sinistra – il vero senso della scissione non fu
la contrapposizione (…) di un socialismo democratico contro un
socialismo autoritario, o di un socialismo occidentale contro uno
orientale, fu l'affermazione di un socialismo rivoluzionario
internazionalista. Soprattutto la nostra scissione non fu intesa come
lo spostamento a sinistra di un gruppo di socialisti, ma come
l'intendimento di questi di dare finalmente alla classe lavoratrice
italiana uno strumento rivoluzionario che il partito comunista in
Italia e in Europa non può più rappresentare per la sua politica
legata agli interessi espansionistici di una potenza straniera”.
Una posizione politica
che non aveva avvenire né senso all'interno del partito di Saragat
che si andava sempre più collocando alla destra della stessa DC
nazionale del PSLI, oltre a riconfermare la scelta della
collaborazione con la DC, scioglie d'autorità il Comitato Centrale e
l'Ufficio Politico dell'organizzazione giovanile entrambi controllati
dalla sinistra. Di fatto agli oppositori di Saragat non resta che
sottomettersi o uscire la partito. La scelta di gran parte dei giovani
sarà la scissione. Il 15 febbraio 1948 nasce il Movimento Socialista
di Unità Proletaria (MSUP) che riprende come organo di stampa Unità
socialista.
Alla luce di questi
sviluppi imprevisti il Segretariato della Quarta Internazionale,
ormai in aperta rottura con il Partito Operaio Comunista di Mangano,
decide di riorientare radicalmente il proprio intervento in Italia in
direzione del nuovo partito. Dal luglio 1948 inizia ad opera del
gruppo riunito attorno a Maitan, Formica, Ruffolo un assiduo e
capillare lavoro di radicamento all'interno del MSUP finalizzato al
reclutamento a livello nazionale di una leva di quadri.
Parallelamente inizia la pubblicazione della rivista Quarta
Internazionale come supporto teorico-organizzativo al progetto di una
sezione italiana dell'internazionale trotskista. E' un momento di
grandi entusiasmi e di speranze che si rivelano presto illusorie. Le
elezioni politiche del 1948 e la cocente sconfitta del Fronte
Popolare segnano la fine del MSUP. Il partito, che non è riuscito a
svolgere alcun ruolo significativo nella campagna elettorale, si
scioglie. Un piccolo gruppo di militanti attorno a Livio Maitan
decide di mantenersi fedele al progetto di costruire
un'organizzazione marxista rivoluzionaria indipendente, gli altri,
pur definendosi ancora trotskisti, decidono di entrare nel PSI per
svolgervi un'azione organizzata finalizzata al reclutamento di
militanti. Fra questi il futuro ministro craxiano Rino Formica,
secondo la testimonianza un po' maliziosa di Arfè, “deciso come
pochi a 'ribaltare' in tempi brevi lo stato borghese”.
Agli inizi del gennaio
1949 si riunisce a Roma la Prima Conferenza Nazionale dei quadri
trotskisti per discutere della situazione politica italiana e darsi
una più solida struttura organizzativa. Viene eletto un Comitato
Centrale ed un Comitato Esecutivo che grazie all'aiuto finanziario
della Quarta Internazionale inizia un'opera capillare di
riorganizzazione del gruppo sull'intero territorio nazionale. Il
movimento è di natura assai eterogenea assemblando militanti
provenienti dalle più diverse esperienze quali il Partito Operaio
Comunista, il Movimento Socialista di Unità Proletaria, il Movimento
Comunista d'Italia (Bandiera Rossa), lo stesso Partito Comunista
Italiano e persino il Partito d'Azione. Un piccolo gruppo, del tutto
privo di esperienze comuni, unito solo dal richiamo molto astratto
alla figura e all'opera di Trosky, a cui ora si deve dare basi solide
a livello teorico e politico. Primo passo in questa direzione sarà
una scuola quadri centrale, gestita direttamente dall'Internazionale,
a cui partecipano come relatori i massimi esponenti trotskisti, dal
greco Pablo (Michel Raptis) al francese Pierre Frank, al belga
Germain (Ernest Mandel) di fatto coordinatore per conto del S.I.
dell'intervento in Italia.
La situazione non è
delle più rosee. Il movimento operaio è sulla difensiva, socialisti
e comunisti dopo la debacle elettorale messi all'angolo. I trotskisti
restano un piccolissimo gruppo di quadri a sinistra della sinistra,
lontanissimi da un rapporto anche minimo con le masse.
“La nostra azione e la
nostra terminologia – ricorderà anni dopo uno dei protagonisti di
quella stagione politica – erano note solo a pochissimi e da
pochissimi erano comprese. La nostra analisi dell'URSS (…), la
nostra concezione dello stalinismo, le nostre critiche alla
burocratizzazione, ecc., quando non venivano accolte come
contrabbando dell'avversario, erano considerate come stravaganze
intellettuali”.
In particolare, oltre al
peso debordante dello stalinismo, i trotskisti italiano dovevano
confrontarsi anche con una presenza libertaria, ancora molto radicata
in alcune aree del paese e con un'incidenza non piccola fra i
giovani lavoratori, e soprattutto fare i conti con la tradizione
tutta italiana della sinistra comunista di matrice bordighiana che
nel 1949 raccoglie ancora migliaia di sostenitori. Non stupisce
dunque che le adesioni all'appello trotskista siano minime, ma
nonostante ciò, grazie soprattutto all'aiuto internazionale e
all'impegno personale di Livio Maitan, che instancabile gira l'Italia
intera in cerca di contatti, il lavoro di riorganizzazione dell'area
procede alacremente. Il primo febbraio 1950 nascono così i Gruppi
Comunisti Rivoluzionari, Quarta Internazionale, presenti in una
decina di città (Roma, Milano, Napoli, Venezia, Palermo, Genova,
Trieste, Sassari, Torino, Perugia). Due mesi più tardi, iniziano le
pubblicazioni del mensile Bandiera Rossa. Sempre ad aprile il
Comitato Esecutivo della Quarta Internazionale riconosce i GCR come
Sezione italiana del movimento.
L'Internazionale.
Luglio/agosto 2002