Ciociaria:
appunti di viaggio
Giorgio Amico
Menorah e Mezuzah.
Ricordo degli ebrei di Fiuggi
Girellando per le viuzze dell'antico borgo medievale di Anticoli (che con la nascita delle
terme e lo sviluppo della nuova area urbana a valle prese nel 1911
il nome di Fiuggi) ci si imbatte in uno stretto e affascinante
vicolo, chiamato via del Macello. Sotto un archivolto si trova murata
una antica Menorah, il candeliere sacro a sette braccia,
testimonianza dell'esistenza secolare nel borgo ciociaro di una
importante comunità ebraica.
I primi documenti
relativi alla presenza di ebrei a Fiuggi (Anticoli) risalgono al 1183, ma la comunità
diventò numerosa ed importante alla fine del 1200, quando il borgo
ospitò un nutrito numero di famiglie ebraiche arrivate dalla Sicilia
per sfuggire alle persecuzioni degli spagnoli che avevano appena
conquistato l'isola.
Si trattava in gran parte
di artigiani che si impiantarono ad Anticoli e svilupparono numerose
e fiorenti attività artigiane. La prova della presenza di questa comunità, soprattutto nei secoli XIV e XV, è fornita dal
ritrovamento dei locali di una fornace per la lavorazione del vetro e
di due vasche rituali che fanno pensare all'esistenza di una
sinagoga.
Recentissima la scoperta poco lontano su di una porta murata di una Mezuzah, lo stipite rituale posto sulle case degli
ebrei che conteneva al suo interno una pergamena con passi della
Torah.
Come si legge in un sito
dell'ebraismo italiano: "La Mezuzah va fissata sullo
stipite destro della porta di entrata, lievemente in diagonale, la
parte superiore rivolta verso l'interno. come simbolo di compromesso
e di ricerca di Shalom Bayit (pace della casa).
La Mezuzah non e' un
portafortuna. Essa testimonia che Dio e' partner in quella casa: Se
l'eterno non costruisce la casa, invano lavorano i suoi costruttori
(Salmo 127:1). La funzione della Mezuzah é di rendere ognuno
cosciente dei propri doveri verso Dio e verso gli altri, sia che si
trovi dentro casa che fuori".
Insomma, la Mezuzah
simboleggia la santità della casa e come metter su casa (nel senso
di costruire una famiglia) sia partecipare direttamente all'opera
divina della creazione.
La presenza di una
comunità ebraica organizzata a Fiuggi termina dopo il 1555, quando
il papa Paolo IV, ferocemente antisemita, obbliga gli ebrei residenti
nello Stato pontificio ad abbandonare le loro case per concentrarsi
(e dunque poter essere meglio controllati) nel Ghetto di Roma a loro
riservato.
Oggi di quella presenza
restano solo ricordi, ma che affascinano profondamente il visitatore,
come il gatto che un po' sospettoso ci guarda passare per il
vicolo di cui è ormai il solerte custode.