Carlo
Pasini “Inside”
e opere
scelte di Aldo Mondino
Palazzo
del Commissario
(Fortezza del Priamar – Savona)
10 – 31
marzo 2018
Biografia del Maestro
Carlo Pasini
Nasce a Pavia il 12
giugno 1972. Diplomato presso il Liceo Artistico “Raffaello Sanzio”
di Pavia si iscrive al Politecnico di Milano ove si laurea in
Architettura con Fredi Drugman e Corrado Levi nel 1999. Inizia
l’attività artistica presso il laboratorio di Aldo Mondino nel
2000 dove svolge il ruolo di collaboratore ed assistente fino alla
primavera 2005.
E’ un pittore espansivo
sin dalle origini, da quando ha scelto di dipingere su delle
zanzariere perfettamente funzionanti montate su intelaiature di
alluminio, portando la pittura sul terreno della percezione e
fruizione. Il rapporto tra vuoti e pieni ha portato Pasini a
considerare la pittura non più confinata alla sola vista, bensì ad
includere il tatto e il senso dinamico del movimento nello spazio.
Nascono così le pelli di
serpente, opere astratte costellate di macchie, screziature e
arabeschi della natura. L’espressione dinamica iniziale della
zanzariera viene liberata nella scultura vera e propria di animali
guizzanti che lottano per la sopravvivenza, come un ritorno alle
origini con una razza umana implosa e priva di maschere.
In questa vita che è un
grande teatro tutti ci presentiamo con interfacce e software per
comunicare informazioni criptate più simili ad animali come Cavalli
di Troia in cui l’apparenza non coincide quasi mai con il vero
Essere.
Del suo lavoro si sono
occupati Aldo Mondino, Ivan Quaroni e Valerio Dehò.
Biografia del Maestro
Aldo Mondino.
Nasce a Torino il 4
ottobre del 1938.
Nel 1959 si trasferisce a
Parigi, dove segue i corsi di Heyter all'Atelier 17 e all'Ecole du
Louvre. Frequenta i corsi di mosaico all'Accademia, con Severini e
Licata.
Stringe amicizia con
Tancredi, Errò, Jouffroy, Lam, Lebel e Matta.
L'anno successivo,
proprio grazie a Tancredi, espone alla Galerie Bellechasse, quadri
nei quali sono evidenti le influenze dei Surrealisti. In
contemporanea, espone alla Galerie des 4 Saison presentando
“opere/manifesto” contro il clima di repressione del governo
francese di quel momento nelle quali appare una netta rottura con
l'Informale.
Nel 1961, anno in cui
rientra in Italia per svolgere il servizio militare, espone alla
Galleria L'Immagine di Torino; l'anno successivo è alla Galleria
Alpha di Venezia.
Seguono nel 1964 una
mostra alla Galleria Il Punto di Torino diretta da Gian Enrico
Sperone, in quel momento principale polo espositivo nazionale del
panorama artistico internazionale; sempre a Torino, forte il rapporto
con la Galleria Stein e la Galleria Paludetto.
Nella metà degli anni
'60 espone opere e attua performance nella sua città natale ed
ancora a Milano, Roma, Brescia facendo sempre parlare di se per la
novità delle sue opere (uso di materiali “alternativi” come il
torrone), per le polemiche che a volte il suo operare scatena
(ricordiamo l'accusa di blasfemia per una mostra di Brescia) e per le
operazioni attuate al fine di far diventare il pubblico elemento
attivo delle opere.
Nel 1966, la sua prima
presenza in una mostra collettiva alla Galleria Pescetto di Albisola
Superiore (Sv).
Alla fine degli anni '60,
esce volutamente dal circuito d'arte tradizionale e dopo un anno di
“silenzio” nel 1970 presenta i suoi King, tele e fantocci/feticci
nei quali tende ad rappresentare se stesso, opere in qualche modo
dedicate alla “scansione del tempo”.
Nel 1969 espone alla
Galleria A77 di Albissola Marina (Sv).
Negli anni '70, è
partecipe dell'avventura iniziata a Calice Ligure (Sv) da Emilio
Scanavino che ha scelto questo paese dell'entroterra savonese per
vivervi; è un'intensa “stagione artistica”: la nascita della
Galleria Il Punto (omonima di quella di Torino); il concretizzarsi
degli Incontri Albissola/Calice; la presenza in loco di artisti come
Carlo Nangeroni, Sergio Dangelo, Eduardo Arroyo, Sergio Sarri, Paolo
Baratella, Giorgio Bonelli.
Nel 1972 torna a Parigi
per un soggiorno che si protrarrà per sette anni, periodo nel quale
si dedicherà principalmente alla pittura.
Nel 1976 partecipa alla
Biennale di Venezia e alla fine degli anni '70 vedono la luce le Tour
Eiffel, opere dal forte impatto segnico nelle quali si può
considerare citato il periodo Espressionista.
Una serie di esse saranno
prodotte in ceramica nella Fornace di Bruno Viglietti ad Albissola
Marina (Sv).
Seguono gli anni '80 con
un percorso espositivo che si dipana tra Roma, Parigi, Milano,
Torino, New York, Chicago, Ginevra, Vienna e Londra.
E' il periodo
dell'avvicinamento alle suggestioni dell'Oriente: citazioni delle
atmosfere del Marocco, Palestina, Turchia; inizia a rappresentare le
danze/preghiera dei Dervisci.
Nel 1993, nuovamente
presente alla Biennale di Venezia, espone le citate tele dei Dervisci
Danzanti e opere/installazioni create con l'uso di zollette di
zucchero, tappeti, penne biro.
Si appassiona
contemporaneamente alle atmosfere della Spagna: vedono la luce le
serie dei Tori e Toreri.
Espone al Laboratorio
della Sapienza di Roma, Venezia, Bologna e al Museo Topkapi di
Istanbul.
Nel 1996 espone a Siena
opere dedicate in contemporanea alla Corrida e al Palio e dall'anno
successivo produce su altri temi a lui cari: i Musicisti della
Confraternita Gnawa, i Danzatori ed Equilibristi Nordafricani,
l'Ebraismo.
Negli anni successivi,
mostre a Bologna, Milano, Roma, Torino, Bruxelles, nelle quali
l'elemento essenziale delle opere sono i cioccolatini Peyrano
prodotti appositamente nella sua Torino.
E' il momento delle
grandi opere in torrone, zucchero, tessuto ma anche l'appropriarsi
delle tecniche artistiche tradizionali: da progetti precedenti
nascono le fusioni in bronzo; tipico esempio è “La mamma di
Boccioni”, nata da una versione precedente in caramelle alla menta.
Nel 2000 esposizione dal
titolo “Flowers” a Calcutta.
Sue mostre vengono
organizzate a Firenze e Norimberga; nuovamente a Torino, vengono qui
esposte per la prima volta opere in vetro realizzate a Murano.
Nel 2003, a Ravenna,
viene organizzata una sua grande antologica.
Si spegne nella sua città
natale il 10 marzo del 2005.