Heidelberg. Portale della cappella del castello
Terzo capitolo del
nostro libriccino sulla Massoneria medievale, Oggi parliamo della
nascita e degli sviluppi delle corporazioni muratorie fra l'XI e il
XII secolo.
Giorgio Amico
La nascita delle
corporazioni
A partire dalla seconda
metà dell'XI secolo, in stretta concomitanza con il rinascere
impetuoso dell'economia urbana, si assiste nelle regioni socialmente
più avanzate d'Europa (Inghilterra, Francia, Germania, Italia) al
rapido sorgere ed affermarsi di confraternite raggruppanti i
lavoratori delle varie professioni cittadine. Queste associazioni,
nate con tutta probabilità ad imitazione delle più antiche gilde
commerciali, rispondevano ad esigenze di ordine religioso ed
economico. Erano, infatti, al tempo stesso società di preghiera e
carità ed organismi di mutuo soccorso degli artigiani.
Chiamate in molti modi
(«officium» o «ministerium» in latino, «arte» in italiano,
«metier» o «jurande» in francese, «ambacht» o «nering» in
olandese, «amt» o «innung» o «handwerk» in tedesco, «craftgild»
o «mistery» in inglese), le corporazioni appaiono in tutta Europa
del tutto identiche nelle loro caratteristiche fondamentali, sì da
essere definite «la più generale e caratteristica espressione
dell'economia urbana» medievale.22
Le prime notizie certe
risalgono alla fine dell'XI secolo. Nel 1099, infatti, si associano i
tessitori di Magonza, nel 1106 i pescivendoli di Worms, nel 1218 i
calzolai di Wurtzburg, nel 1149 i fabbricanti di trapunte di Colonia.
In Inghilterra le prome
craftgild vedono la luce sotto il regno di Enrico I (1100-1135) a
oxford, Huntington, Winchester, Londra, Lincoln per diffondersi
presto in tutte le principali città del reame.
Quanto alla Francia,
sappiamo che all'inizio del XII secolo i conciatori di Rouen
formarono un gilda alla quale furono costretti ad appartenere tutti
coloro che intendevano esercitare quel mestiere dentro le mura della
città.
Quanto alle confraternite
muratorie, la loro nascita deve essere stata, se non più antica,
perlomeno contemporanea. Gli studi di Hervé Masson confermano questa
ipotesi. Nel suo «Dictionaire Initiatique» (Parigi 1970) e gli
scrive a questo proposito:
«In Germania i
tagliatori di pietra o “steinmatzen” esistono già come
associazione segreta dal XII secolo e possiedono logge,
principalmente la Gran Loggia di Strasburgo che ne era tribunale
supremo, ma vi erano anche altre importanti logge, come quella di
Colonia, Vienna, Zurigo, ecc. Gli “steinmatzen” giuravano già
sul compasso e la squadra, compiendo un viaggio tradizionale
(Wanderjahre), nel corso del quale visitavano le diverse logge
dell'impero. Avevano motti di riconoscimento e segni particolari».
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Coblenza. Portale di casa medievale di un Maestro muratore
Nel 1268 Luigi IX di
Francia, reso inquieto dalla rapida crescita di prestigio delle
corporazioni, diede incarico ad Etienne Baileau, prevosto dei
mercanti di Parigi, di operare un vero e proprio censimento delle
associazioni di mestiere raccogliendone gli statuti. Vide così la
luce il “Libro dei Mestieri” nelle cui pagine vennero
scrupolosamente censite tutte le notizie attinenti le corporazioni
allora esistenti nel regno.
Riferendosi ai membri
delle associazioni muratorie, per i quali usa l'espressione «i
nostri Fratelli, i Framassoni del nostro tempo»,24 mastro Boileau
afferma come essi si dichiarino detentori di un segreto attinente
alla loro professione, segreto che, tuttavia, egli non sa o non vuole
rivelare. Ricorda, invece, come i Maestri siano soliti festeggiare
l'accoglimento rituale di un nuovo fratello con un grande banchetto.
All'incirca in questo
periodo iniziano ad apparire le prime notizie storicamente
accertabili. Veniamo così a sapere di un grande raduno muratorio,
svoltosi a Strasburgo nel 1275, in cui, sotto la direzione del
Maestro Erwin von Steinback, viene decisa la ripresa dei lavori per
l'erezione della cattedrale cittadina. Convegno sanzionato da un atto
dello stesso imperatore, Rodolfo I d'Asburgo, concedente particolari
franchigie ai tagliatori di pietra impegnati nel cantiere.
Un altro documento,
conservato nel cartulario di Notre Dame di Parigi e risalente al
1283, da invece notizia di un incidente occorso in una loggia di
scalpellini.
Quanto al termine stesso
“loggia”, esso, secondo il Jones, appare la prima volta proprio
in quegli anni (1278), su carte riguardanti i lavori dell'Abbazia
Reale di Vale. Sappiamo tuttavia che già nel secolo precedente
l'erigenda cattedrale di Saint-Gatieu, in Francia, aveva annessa una
«camera dei metalli» riservata ai costruttori.
Coblenza. Portale di casa medievale di un Maestro scalpellino
Come si è già accennato
le confraternite medievali non si limitavano a svolgere semplici
funzioni di mutuo soccorso o sindacali, ma aspiravano ad essere
qualcosa di assai superiore.
«si può anzi asserire»
- scrive lo Jacq - «che il loro carattere fu soprattutto
“aristocratico”, raggruppando solo artigiani altamente
qualificati e che avevano dato inequivocabile prova delle loro virtù
spirituali, morali e tecniche».25
Così le organizzazioni
muratorie non riunivano che costruttori scelti: i semplici manovali
non specializzati , impiegati in modeste opere di costruzione (case,
fattorie, ecc.) o come semplice forza-lavoro nei grandi cantieri, ne
erano rigidamente esclusi,
In Inghilterra i veri
«massoni» davano loro il nome di «cowans», termine che ancora
oggi designa nella Libera Muratoria britannica coloro che, pur non
appartenendo all'Istituzione, tentano di spacciarsi per tali.26
(Da: G. Amico, Dalla
Massoneria di mestiere alla Gran Loggia d'Inghilterra, CSI, Ars
Graphica, Savona 1980)
22 H. Pirenne, Storia
economica e sociale del Medioevo, Garzanti, Milano 1967, p. 197.
23 J.M. Angebert, Il
libro della Tradizione, Mediterranee, Roma 1977, p. 328.
24 J.C. Pichon, L'altra
storia, Rosada, Torino 1972, p. 35.
25 C. Jacq, La
Massoneria. Storia e iniziazione, Mursia, Milano 1978, pp. 84-85
26 S. Hutin, La
Frammassoneria, in “Storia delle religioni, vol. XII, Laterza, Bari
1977 p. 161.
3. Continua
Una precisazione è
doverosa: in questi quasi 40 anni la ricerca storica sulle origini
della Massoneria ha fatto passi da gigante, il testo è quindi da
considerarsi datato, come peraltro dimostrano i testi citati, i più
recenti dei quali sono degli anni '70.