Un massone racconta la Shoah. La testimonianza di Nedo Fiano
“Bisogna parlare per
ricordare quello che è accaduto e per evitare che riaccada. Chi
dimentica, diventa complice degli assassini. E una società come la
nostra non può permettersi di far finta di niente”. Nedo
Fiano, scrittore italiano, sopravvissuto alla deportazione nazista
nel campo di concentramento di Auschwitz – il suo numero di
matricola era A5405 – Gran Maestro Onorario del Grande Oriente e
tra i più attivi testimoni contemporanei dell’Olocausto, spiega
con queste parole che arrivano al cuore perché celebrare il 27
gennaio la Giornata delle Memoria dedicata alle vittime dello
sterminio degli ebrei (Shoah) è un dovere.
Nei campi di
concentramento e di sterminio nazisti trovarono la morte 3 milioni di
ebrei – tra i fucilati e quanti furono uccisi nei ghetti questa
cifra sale a 6 milioni – 3 milioni e 300 mila prigionieri di
guerra, un milione di oppositori politici, 500 mila Rom, 9 mila
omosessuali, 2250 testimoni di Geova, 270 mila tra disabili e malati
di mente. Numerose le vittime anche tra i massoni: la stima,
approssimativa perché non completamente esaminata a livello
internazionale, si aggira tra gli 80 mila e i 200 mila.
A riaprire questo
capitolo della storia della Libera Muratoria è stata due anni fa la
rivista “The Square – The Independent Magazine of Freemasons”,
testata ufficiale della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, tra i
periodici più letti insieme a “Freemasonry Today” del mondo
massone anglosassone, che ha dedicato un intero numero, quello del
mese di giugno, ai fratelli che furono vittime del Nazismo. Il
dossier, a cura di David Lewis, ha raccontato gli orrori e le
persecuzioni perpetrate nei confronti dei massoni in Germania durante
il regime totalitario di Hitler e svelato l’esistenza di documenti,
che confermano l’adozione da parte del Terzo Reich di protocolli ad
hoc per la sistematica cattura ed eliminazione di tutti i massoni dei
paesi conquistati dai tedeschi. Il fuhrer considerava la Massoneria
un nemico giurato. Un triangolo rosso rovesciato: era questo il
simbolo che distingueva i massoni, al pari dei detenuti politici,
internati nei lager nazisti, così come la stella gialla di David
distingueva gli ebrei, il triangolo rosa distingueva gli omosessuali,
quello marrone gli zingari, il viola i testimoni di Geova e così
via.
Fonte: Erasmo,
Notiziario del Goi, gennaio 2017
Chi è Nedo Fiano
Nato a Firenze nel 1925,
dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938,
dovette abbandonare la scuola a 13 anni perché di religione ebraica.
Il 6 febbraio 1944
fu arrestato e successivamente trasferito al campo di transito
di Fossoli, insieme con altri undici membri della sua famiglia.
Il 16 maggio 1944 fu
deportato, insieme con tutti i suoi familiari presso il campo di
concentramento di Auschwitz. Un'esperienza che lo segnò per sempre,
tanto da dichiarare:
«Ciò che ha
connotato tutta la mia vita è stata la mia deportazione nei campi di
sterminio nazisti. Con me ad Auschwitz finì tutta la mia famiglia,
vennero sterminati tutti. A diciotto anni sono rimasto orfano e
quest’esperienza così devastante ha fatto di me un uomo diverso,
un testimone per tutta la vita»L'11 aprile 1945 fu
liberato dalle forze alleate nel campo di concentramento di
Buchenwald, dove era stato trasferito dai nazisti in fuga, unico
superstite della sua famiglia.
Dagli anni '60 porta la
sua testimonianza in giro per l'Italia e per le scuole. Nel 1997 è
fra i testimoni del film-documentario Memoria presentato al
Festival di Berlino. Nel 2003 ha pubblicato il libro A
5405. Il coraggio di vivere, nel quale ha raccontato la sua
esperienza di deportato.
È stato uno dei
consulenti di Roberto Benigni nel film La vita è
bella; è apparso in numerosi programmi televisivi di divulgazione e
ha preso parte a molti documentari, tra i quali Volevo solo
vivere di Mimmo Calopresti, Un treno per Auschwitz di
Bruno Capuana, Un giorno qualunque di Hendrick Wijmans.
Massone,
il 2 aprile 2011 è stato nominato Gran Maestro Onorario
del Grande Oriente d'Italia.
Fonte:
Wikipedia